La Campania rappresenta da sempre uno dei più importanti centri per lo sviluppo e l’evoluzione enologica. Uno dei territori di maggior fascino e interesse è sicuramente quello dei Campi Flegrei.

L’unicità del territorio si manifesta tutt’oggi nella sua originalità, data da 3000 anni di viti ancora in attività. Ed è proprio qui che nasce il IV Miglio, azienda della famiglia Verde, leader nel settore della produzione e nella distribuzione anche oltreoceano.

A parlarci di questa realtà è Ciro Verde, enologo della cantina che insieme al fratello Alessandro gestisce l’azienda di famiglia.

Come nasce la sua attività?

“La mia famiglia si dedica alla produzione vinicola da diverse generazioni. Si racconta infatti che già a fine Ottocento Raffaele Verde facesse uno dei vini migliori di Quarto. La famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte coraggiose e innovative, mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio.

Dal 2004, dopo un’alternanza di quattro generazioni, gestisco in prima persona le attività legate alla cantina: dalla produzione al prodotto finito controllo che tutto sia al meglio con grande passione.

Il nome dell’azienda deriva da una pietra miliare che riporta la dicitura ad quartum, e che rimanda al IV Miglio Romano, unità di misura che segna la distanza tra la città di Pozzuoli e l’attuale Quarto, lungo l’antica Via Consolare Campana che collegava Pozzuoli a Capua.

La famiglia Verde, cuore dell’azienda Il IV Miglio, coltiva da generazioni l’arte del vino, preservando e valorizzano l’importanza della vite e dei suoi frutti, garantendo un prodotto di qualità che racchiude in sé cultura e sapori del territorio.

L’obiettivo è la diffusione della grande tradizione e la valorizzazione dei vitigni autoctoni. Per raggiungere questo importante risultato si uniscono agli antichi metodi artigianali la ricerca, la scienza e lo studio in cantina, dove sono state introdotte strumentazioni e tecnologie di ultima generazione.

Ed è proprio il desiderio d’innovazione a generare il vivace fermento che caratterizza il team di lavoro. Lo scopo è quello di diffondere la cultura e gli ottimi frutti della viticoltura campana, soprattutto quella Flegrea.

Oggi in azienda io sono l’enologo, mio fratello Alessandro è impegnato nella gestione del ristorante che sorge proprio nella sede dell’azienda, così i clienti possono assaggiare direttamente il nostro vino, stimato e amato da tanti artisti napoletani grazie anche alla trasmissione ‘NonSoloCalcio’, nella quale all’interno della rubrica ‘In vino veritas’ tanti artisti assaporano in diretta il nostro vino e ci svelano particolari divertenti e piccanti della loro vita. Tutto grazie alla B&G Art Event Communication, la nostra società di comunicazione.

Anche quest’anno, grazie alla B&G, saremo presenti al Premio Malafemmena, in onore di Totò, patrocinato dall’assessorato al Turismo del Comune di Napoli”.

Cosa consiglierebbe a un ragazzo che inizia a fare il suo stesso mestiere?

“Semplicemente di farlo con professionalità e passione, perché senza entrambi il lavoro non dà i giusti frutti. Ci vuole duro lavoro, ma soprattutto spirito di resilienza. Non fermarsi mai alle prime difficoltà, ma raccogliere i cocci e continuare”.

La sua azienda è molto stimata e apprezzata, non solo in Campania. Ci svela il segreto del vostro successo?

“Il successo ottenuto finora è solo frutto del lavoro e della passione che ci ha contraddistinto da sempre”.

C’è’ qualcuno in particolare che vorrebbe ringraziare?

“La mia famiglia, che ha permesso a me e mio fratello di raggiungere i nostri obiettivi standoci a fianco in maniera costante”.

Per concludere, una ricetta del vostro ristornate da gustare con il vostro vino.

“Il nostro cavallo di battaglia è sua maestà il risotto alla mela annurca, dove la mela è protagonista indiscussa”.

Ricetta del risotto alla mela annurca

Ingredienti

  • Riso Carnaroli 360 g
  • grana padano 100 g
  • burro 50 g
  • olio EVO
  • brodo vegetale
  • una mela annurca
  • sale e e pepe nero q.b.

Procedimento

Preparare il brodo vegetale con cipolla, sedano e carote.

In una pentola mettere il riso e aggiungere poco alla volta il brodo.

Pulire e tagliare la mela annurca per dopo.

Raggiunta la cottura al dente del riso, mantecare con una noce di burro.

Alla fine aggiungere qualche pezzetto di mela annurca. Mantecare e impiattare.

Guarnire con mele annuche, parmigiano e olio EVO.

a cura di Barbara Carere