Il valzer delle poltrone è uno degli sport più amati dall’establishment milanese. Soprattutto quando si tratta dello scranno del direttore del Corriere della Sera. Perché tutti, ma proprio tutti, in via Solferino, una sosta ce la farebbero volentieri.

Ma se davvero arriverà l’uragano Urbano Cairo, editore col pallino del quotidiano popolare e delle testate mass market (che ha lanciato un’offerta di scambio tra azioni Cairo Communication e Rcs in sostanza per salire nel capitale Rcs senza sborsare un centesimo), chi sarà il nuovo direttore dell’orchestra targata Corriere della Sera?

La domanda sorge spontanea e una risposta chiara ancora non c’è visto che non e’ così scontato che il patron di La7 e del Torino, amico della “Zanzara” Giuseppe Cruciani e da qualche mese in contatto anche con Roberto D’Agostino (contatto cementato mesi fa alla festa milanese di Dagospia tra i più disparati vip), ce la faccia davvero a salire in Rcs.

Ma che qualcosa si stia muovendo in questo senso lo dimostra il recentissimo incontro negli uffici di Corso Magenta 55 tra lo stesso Cairo e Mario Giordano, il grillo parlante di Rai3, dal 2000 stabilmente nella scuderia Mediaset e oggi direttore del Tg4. Il giornalista, per onestà di cronaca, è grande tifoso granata e quindi col patron del club che sta per inaugurare il nuovo stadio a Torino, può aver parlato di bomber e arbitri. Ma uno spiffero da Cologno Monzese sostiene che, da quando alla conduzione del Tg4 è arrivato Alessandro Cecchi Paone l’aria sia più tesa. Perché il volto Tv vuole spazio e cerca di riconquistare il terreno perduto.

Da qui la vulgata ha fatto questa riflessione: per sistemare le cose in Mediaset, e visto che comunque Cairo è pur sempre in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi (il suo mentore), potrebbe accollarsi il costo e la professionalità di Mario Giordano che andrebbe a occupare la poltrona di Enrico Mentana al Tg di La7 (una rinfrescatina forse non farebbe male). Liberando così Chicco “mitraglia” per l’adorato e agognato Corrierone. 

Del resto Cairo l’ha sempre detto che il vero direttore di un vero quotidiano popolare non può essere altro che Mentana. Anche perché l’altra opzione, ovvero Vittorio Feltri (che sul Giornale aveva brindato all’offerta della Cairo Communication paventando come altra drastica soluzione il ricorso al tribunale ordinario), oltre che per qualche ragione d’anagrafe (il 25 giugno compirà 73 anni), è impegnato anche col nuovo ruolo di opinionista per Tempo e Libero dal 2 maggio.

di Watchdog