La famiglia Agnelli con Beppe Grillo: terremoto al potere
Ma che succede? Gli Agnelli ora si schierano coi grillini? Il dubbio viene visto che L’Economist ha deciso di occuparsi…
Ma che succede? Gli Agnelli ora si schierano coi grillini? Il dubbio viene visto che L’Economist ha deciso di occuparsi di un aspetto particolare della politica italiana (il futuro sindaco di Roma), schierandosi in sostanza a favore di Virginia Raggi, candidata del Movimento 5 Stelle.
L’Economist da qualche mese è guidato dagli Agnelli: Exor la cassaforte della famiglia torinese infatti, ad agosto 2015, ha aumentato la sua partecipazione nel gruppo inglese dal 4,7% al 43,4%, diventando così il primo azionista singolo dell’Economist.
Un altro dettaglio che merita di essere ricordato è che a inizio marzo la Fiat, sempre degli Agnelli, ha annunciato l’uscita dall’editoria italiana, dicendo di voler cedere il 16,73% di Rcs, che lo rendeva primo socio dell’editore del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Non solo: gli Agnelli hanno anche annunciato di voler lasciare La Stampa (che editano da 100 anni): vogliono fondere per incorporazione la società (Itedi) con cui la possiedono, col Gruppo L’Espresso. In quest’ultimo, gli Agnelli conserveranno una quota di minoranza del 5%.
Che vuol dire? Che nasce un colosso dell’editoria italiana (guidato dai De Benedetti) che controlla i quotidiani La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e ben 17 quotidiani locali. Che gli Agnelli rinunciano a essere protagonisti dell’editoria italiana appunto (cosa che John Elkann, presidente Exor e nipote prediletto di Gianni Agnelli, si è sempre sentito ripetere da Sergio Marchionne, numero uno della Fiat e, dai tempi della fusione Fiat- Chrysler, gran sostenitore dell’estero).
Ma ora che L’Economist “sostiene” i 5 Stelle, sembra voler dire anche un’altra cosa: che gli Agnelli anche se dall’editoria italiana fuggono, alla politica italiana continuano a essere interessati.
Che cosa dice L’Economist sulla Raggi? Che «ha una chiara chance di vittoria alle comunali», che evoca «un’aspirante parlamentare democratica in America o un polito conservatore in Gran Bretagna» e, andando oltre le comunali di Roma, dice pure che il Movimento 5 stelle «sta arrivando sempre più ad assomigliare a un partito normale» e che limando alcune contraddizioni può diventare forza di governo (!).
Più grillino di così…