Se per amor di sintesi volessi chiuderla in una riga la risposta sarebbe: entrambi. A domani.

Paura eh? No, no, facciamoci insieme un giretto nei meandri dell’evento che New York attende tutto l’anno.

Il Met Gala Dinner nasce subito dopo la Seconda Guerra mondiale con lo scopo di raccogliere fondi per finanziare il Metropolitan Museum of Art della Grande Mela.

Da sempre appuntamento mondano, negli ultimi anni è diventato una vera propria mania isterica delle celebrity internazionali, che si farebbero cavare un occhio pur di esserci, se questo fosse richiesto dal dress code.

Perché un dress code c’è! E quest’anno era Manus x Machina: Fashion In An Age Of Technology.

SBAM! Un invito a nozze per tutte le fantastiche baraccone dello star sistem, che non vedevano la più bell’ora per scatenare i loro stylist alla frenetica ricerca del look più tecnologico e più stravagante, che fosse non solo in tema con l’obbligo istituzionale ma anche capace di assicurare il maggior numero di clic. 

Me li vedo quegli stylist, poveretti, girare come polli senza testa negli showroom cercando di accaparrarsi opzioni su questo e su quello prima che vengano soffiati da un’altro personaggio, afflitto dalla stessa frenesia. 

 I risultati sono drammatici. Nella forma e nella sostanza. 

Nella forma perche -e questa è mia personalissima opinione- per quanto l’evento sia mondano e la visibilità dello stesso contribuisce alla riuscita della causa, non bisognerebbe mai dimenticare qual è lo scopo ultimo per cui si partecipa: sostenere una causa benefica  che, anche se non legata alla sopravvivenza o alla lotta contro una malattia, meriterebbe pur sempre una sobrietà di fondo in omaggio all’Istituzione che rappresenta.

Nella sostanza perche ne abbiamo viste peggio che al carnevale di Viareggio. 

Cominciamo con Madonna, che ha ritenuto fosse una buona idea presentarsi con tette e culo al vento, senza tenere conto che: 

– ha abbondantemente superato i 50

– le sue tette e il suo culo li conosciamo per averli visti sovente negli ultimi trent’anni

– essere una grande artista non puo’ essere sempre un alibi per buttarla in vacca

– anche basta

Per non parlare di Kim Kardashian. Guai se non ci fosse. La metà delle nostre giornate sarebbe vuota di argomenti. E lei non ci fa mancare di che commentare: indossa un lenzuolo di carta stagnola, se lo fa ben bene avviluppare stretto stretto, e si presenta orgogliosamente vestita da patata al cartoccio. Con al seguito il marito Kanye West – che ormai si tira appresso come fosse un trolley –  per cui la stagnola non è bastata, e si è dovuto arrangiare con un paio di jeans strappati .

Tutto firmatissimo ovviamente. Che, stiamo scherzando? non vorrai mica presentarti ad una cena di beneficenza indossando qualcosa che costi meno di un’automobile di lusso?

Certo, loro mica li comprano, gli abiti. Chiamano, chiedono, prendono in prestito, in una parola arraffano. Tanto lo scopo del gioco è sempre e soltanto uno: assicurarsi i flash dei fotografi e la maggiore diffusione possibile delle immagini. Sono abbastanza convinto che se potessero, una volta terminato il red carpet e varcata la soglia, molti di loro sgattaiolerebbero fuori alla chetichella per tornarsene spiaggiati sul divano di casa, e non è detto che qualcuno non lo faccia… Ricordo un’edizione del Festival di Venezia in cui ho visto con i miei occhi una conocsciutissima soubrette sfilare sul red carpet per mezz’ora e poi andarsene al secondo minuto di proiezione del film. Da tanto che le interessava… Ma come si dice, c’est la vie!

Godetevi, cari amici, la galleria degli orrori: troverete Beyoncè insaccata sottovuoto in un budello color carne, Kylie Jenner con le gambe frustate a sangue dalle frange metalliche della gonna, Rita Ora vestita da struzzo, e tante altre meraviglie da non dimenticare. E non perdetevi gli esempi di buon gusto, perché c’erano anche quelli. Chi cerca trova…

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