E’ la catena di abbigliamento più famosa al mondo, tutti ne abbiamo almeno una decina di pezzi in giro per gli armadi, e onestamente bisogna ammettere che le cose la sanno fare per bene: prendono le idee più interessanti del momento, le sviluppano con il gusto Zara e le mettono sul mercato a prezzi abbordabili per la quasi totalità dei potenziali clienti, che vedono appagato il desiderio di stile senza dover accendere mutui strozzacollo per coprire la carta di credito.
Eppure c’era un’ombra che si stava delineando intorno al marchio, l’ombra della discriminazione.
Infatti le taglie dei  capi proposti hanno sempre avuto un limite, quello di rivolgersi ad un pubblico che per amore di sintesi definiremo di “magri”
Non solo i secchi dall’aria malsana o quelli che la natura ha baciato con il rossetto fortunato di chi magna e non mette su un etto. Ma chi avesse necessità di indossare taglie superiori alla 46  (da donna, e alla 54 da uomo) al momento vede le proprie speranze deluse come un bambino che la mattina di Natale scopre che gli hanno regalato un pigiama.
Ma tutto sta per cambiare: la studentessa spagnola  Anna Riera, infatti ha tirato sul il polverone e ha raccolto sulla piattaforma “chenge.org” oltre centomila firme a sostegno della sua richiesta di introdurre nei negozi Zara anche abbigliamento “plus size”, perche -diciamocelo- il mondo reale non è una copertina patinata e nonostante le foto di moda continuino a propinarci ragazze tanto sane quanto rare, benedette nella loro taglia 38, le nostre amiche, le nostre mamme, le donne vere (e quelle che più piacciono agli uomini) sono ben diverse.
Bene, per la prima volta nella storia della moda un marchio di tale portata anzichè rimanere spocchiosamente sordo e arroccato sulla decadente torre dell’immagine perfetta, accoglie senza fare un plissè l’istanza popolare e annuncia che presto sarà disponibile anche una selezione di capi in taglie xxl.
Quale occasione migliore per festeggiare con una bella fetta di torta?
Andale, amigos!