Clamoroso: il principe William e la copertina gay
Tranquilli, nessuna aria di crisi nella famiglia Reale perfetta, talmente perfetta da aver mandato in pensione d’ufficio quella del Mulino…
Tranquilli, nessuna aria di crisi nella famiglia Reale perfetta, talmente perfetta da aver mandato in pensione d’ufficio quella del Mulino Bianco. E se Banderas, nuovo tenutario del mulino, parla con le galline, il Principe William parla con i suoi sudditi. Con tutti i suoi sudditi.
Lo fa con una scelta a dir poco eclatante, quella di posare per la copertina di Attitude, il magazine gay di attualità più conosciuto e prestigioso, che proprio a Londra ha il suo quartier generale.
Lo strillo di copertina la dice tutta: “on one schould be bullied for their sexuality or for any other reason”, nessuno deve essere oggetto di bullismo per la sua sessualità né per qualsiasi altro motivo.
Un messaggio importante, certamente frutto anche di un ragionamento di opportunità, ma soprattutto un modo per portare la Monarchia, istituto antico di millenni, ancora una volta al passo con i tempi, ancora una volta più vicino che mai alla gente comune, ancora una volta in vetta alle classifiche di popolarità.
Sulla sessualità di William c’è ben poco da insinuare: cade nella rete di Kate da adolescente, e dopo tutti i tira e molla tipici di quell’età in cui se non hai guai te li vai a cercare, se la sposa con una cerimonia che ha forse surclassato quella tra Carlo e Diana, genitori di Will, che fu considerata la cerimonia del secolo.
Ma tanto sono avvenute in due secoli diversi, quindi ciascuna detiene il suo primato senza pestare i piedi all’altra. Il primato tutto di William, ciò in cui nemmeno sua madre aveva osato, è proprio la scelta di esporsi in un gesto dichiaratamente vicino alla comunità LGBT. Non per sostenere l’una o l’altra causa, non per prendere una posizione politica. Questi dibattiti nel Regno Unito puzzano di vecchio, sono stati affrontati e risolti civilmente anni fa con una legge che equipara i diritti di tutti i cittadini in quanto cittadini e sudditi della Corona, lasciando ad ognuno la libertà di intraprendere la strada che nella vita ritiene più in linea con le proprie emozioni.
Oggi William prende posizione contro le violenze, fisiche o psicologiche, di cui i più deboli sono oggetto, che siano essi parte della comunità gay o meno. Basta umiliazioni, vessazioni e discriminazioni. Basta umiliazioni. La Monarchia si schiera in difesa dell’essere umano prima ancora che suddito, eterosessuale o appartenente ad una qualsiasi categoria. E lo fa dalle pagine di un giornale dichiaratamente ma non politicamente schierato, che ha avuto la fondamentale funzione di dare alla stampa di settore, troppo facilmente associata all’idea della pornografia più o meno esplicita, la dignità di organo di informazione e il prestigio di grandi firme del giornalismo e della fotografia.
Nemmeno Diana, leggendaria figura costantemente presente nella vita dei figli, era arrivata a tanto. Ma in qualche misura riconosciamo in William l’eredità lasciatagli dalla madre.
Sarebbe bello se anche tutti i sudditi raccogliessero quell’eredità, soprattutto quelli intenti in questi giorni a devastare la Francia in una inutile lite tra imbecilli nel nome di una squadra di calcio.
Nel culo, si meriterebbero i calci. Ma questa è un’altra storia.