Albano e le accuse dell’Ucraina: il cantante pronto a difendersi
Il caso di Albano finito nella lista nera dell’Ucraina è ancora aperto e, dopo aver saputo le accuse, il cantante…
Il caso di Albano finito nella lista nera dell’Ucraina è ancora aperto e, dopo aver saputo le accuse, il cantante di Cellino San Marco è pronto a difendersi.
Un paio di settimane fa è stata resa nota la notizia, decisamente incredibile, che vedeva Albano Carrisi finire nella lista nera dell’Ucraina come minaccia alla sicurezza nazionale. E dopo di lui è apparso il nome di un altro cantante italiano: Toto Cutugno.
Si tratta di una lista formata da 147 nomi di varie nazionalità e che minaccerebbero la sicurezza nazionale. Quindi, accanto a nomi di terroristi e nemici politici, c’è anche quello del famoso cantante di Cellino San Marco.
Albano non ha preso per niente bene questa notizia, non ci ha visto niente di ironico, poiché le accuse, i motivi e le conseguenze sono abbastanza serie. Infatti, il settimanale DiPiù ha parlato con l’ambasciata dell’Ucraina in Italia e si è fatto spiegare i motivi di questa scelta e cosa comporta tutto questo.
Ecco cosa sta accadendo.
I motivi dell’Ucraina contro Albano
Ringraziando ancora un volta il settimanale per queste informazioni, vi riassumiamo nel dettaglio cosa sta succedendo. Dopo l’inserimento del nome di Albano Carrisi nella lista nera, in Ucraina per prima cosa la TV non trasmette più i suoi concerti e le sue esibizioni. Inoltre dalla radio sono state bandite le sue canzoni. Ovviamente, al cantante sono vietati i concerti nel Paese.
Prima che qualcuno possa preoccuparsi per la vita di Albano, è stato spiegato che lui non rischierebbe l’arresto se entrasse in Ucraina, ma potrebbe essere fermato e allontanato. Comunque, in generale, lì non potrà fare il suo lavoro, cioè l’artista. Sembra qualcosa di davvero assurdo, ma l’ambasciata si giustifica dicendo che il Paese è in guerra e vengono prese certe decisioni.
E su che basi, quindi, sono state prese? Quali sono i motivi per cui Albano dovrebbe essere una minaccia per l’Ucraina? Secondo quanto riportato dal magazine, e quindi riferito dall’ambasciata, il motivo principale sarebbe il fatto che tempo fa Albano si era espresso in favore dell’annessione della Crimea alla Russia. Si tratta di una zona, considerata dagli ucraini come propria, decisamente critica e uno dei motivi di guerra. Insomma, per l’Ucraina le dichiarazioni di Albano avrebbero acuito i rapporti tra loro e la Russia.
Ovviamente il cantante non è disposto ad accettare tutto questo e vuole andare fino in fondo a questa storia.
Albano pronto a tutto contro la lista nera dell’Ucraina
Il magazine DiPiù ha quindi intervistato anche Albano dopo avergli rivelato tutto ciò che ha riferito l’ambasciata dell’Ucraina. Il cantante è estremamente dispiaciuto e sconvolto da questa scelta, anche perché in Ucraina ha tantissimi fan, è molto amato e proprio alla fine di quest’anno era previsto un suo concerto. Ha anche parlato con l’ambasciatore per cercare di venire a capo di questa storia e spera che possa risolversi tutto. Tra l’altro trova assurde le accuse riguardo la vicenda della Crimea.
Io non faccio politica e forse avrò espresso un parere, ma da qui a bandirmi ce ne vuole. Piuttosto, io credo che a loro non vada giù il fatto che abbia detto parole di stima nei confronti di Putin, il leader della Russia.
Ha inoltre spiegato che i rapporti con Putin sono abbastanza superficiali, lo ha incontrato quattro volte e in occasione di eventi ufficiali in Russia. Gli ha strinto qualche volta la mano, perché Putin è un suo grande fan e le canzoni di Albano lo fanno stare bene.
Anche in Ucraina ho sempre avuto rapporti distensivi con i governi precedenti a questo. Vorrei che fosse chiaro che sono solo un cantante e certo non mi esibisco in giro per il mondo per distruggere o salvare questo o quel determinato Paese.
Albano, quindi, spera che questa brutta storia possa sistemarsi. Ma se così non fosse è pronto, attraverso il suo legale Cristiano Megaletti, ad invocare l’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo, chiedendo quindi un risarcimento all’Ucraina. E il ricavato sarà nel caso devoluto in beneficenza a un ente proprio di quel Paese.