Nel programma radiofonico Un giorno da pecora, Bugo lancia la sua replica a Morgan: ‘Imbarazzante chiedergli scusa’

Sono passate quasi due settimane dalla fine del Festival di Sanremo 2020 e non si parla che della vicenda che ha coinvolto Bugo e Morgan. Tra retroscena inediti e dichiarazioni dei protagonisti, stanno emergendo pian piano tutti i dettagli. Cristian Bugatti è tornato sull’argomento a distanza di giorni per rilasciare la sua replica alla richiesta di scuse fatta da Marco Castoldi. Ebbene l’ex dei Bluvertigo ha chiesto pubblicamente, durante un’intervista a Live Non è la d’Urso, a quello che sino a poche settimane fa era un suo amico, di dover fare un passo indietro. Bugatti, però, non sembra essere dello stesso avviso.

 All’interno del programma radiofonico Un giorno da pecora, trasmesso su Rai Radio 1 e condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, ecco come ha risposto Bugo:

“Semmai dovessi porgere le mie scuse a lui questo avverrà solo privatamente. Al momento posso dire che non ho intenzione di fare alcun passo indietro. A me non basta certo andare in tv e dire ‘Bugo voglio rivederti’. Non sono di certo un ragazzino”.

Così Cristian ha deciso di sferrare la replica al suo collega e amico di una vita, proseguendo ancora:

“Io non mi sono mai lamentato per quello che è successo e non ho mai fatto una dichiarazione Lamentarsi è una di quelle cose che trovo più stancanti della mentalità italiana. Posso dire che per me e per la mia squadra è stata una cosa molto pesante e traumatica. Ho ricevuto tanto affetto dalla gente e questa cosa è enorme e mi ripaga di tutti gli sforzi fatti. In tanti mi fermano per strada e mi ringraziano, mi salutano, mi fanno i complimenti. Persone di tutte le età, dai giovanissimi ai più adulti. È stata davvero molto dura e sfido chiunque a reggere una cosa così. Comunque noi stiamo andando avanti bene, il disco va bene e siamo contenti, a prescindere da tutto”.

Ha detto Bugo ai microfoni di Rai Radio 1 parlando di Morgan e della vicenda che ha coinvolto entrambi a Sanremo 2020. Ma non è tutto…

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