Duffy svela i dettagli sul rapimento e sulle violenze subite: il racconto choc
Con una lunghissima lettera, Duffy ha raccontato i dettagli sul suo rapimento e sulle violenze subite Solo qualche settimana fa,…
Con una lunghissima lettera, Duffy ha raccontato i dettagli sul suo rapimento e sulle violenze subite
Solo qualche settimana fa, dopo anni di silenzio assoluto, a tornare al centro dell’attenzione mediatica è stata niente che meno che Duffy. L’amatissima cantante, dopo una lunga assenza dalle scene ha deciso di tornare sui social, facendo delle dichiarazioni choc. Stando alle sue parole, infatti, sembrerebbe che l’artista sia stata rapita, ricevendo diverse violenze. Naturalmente le sue dichiarazioni hanno scosso l’intero mondo dello spettacolo, e numerosi sono stati i messaggi di supporto che il web ha inviato alla cantante.
Adesso, con una lunghissima lettera pubblicata sul suo sito ufficiale, Duffy ha voluto raccontare i dettagli sul suo rapimento e sulle violenze subite, svelando tutto quello che è accaduto. Queste le sue parole choc, riportate da La Repubblica:
“Era il mio compleanno, mi hanno drogata in un ristorante…poi mi hanno drogata per quattro settimane e portata in un paese estero. Non ricordo di essere salita su un aereo, mi sono ritrovata sul retro di un’auto in viaggio. Sono stata chiusa in una stanza d’albergo e lì il mio rapitore è tornato e mi ha violentata. Ricordo il dolore e il tentativo di rimanere cosciente nella stanza, dopo quello che era successo. Lui è rimasto con me per un altro giorno, non mi guardava, dovevo camminare dietro di lui… ero un po’ cosciente e un po’ assente. Avrei potuto essere uccisa. Ho pensato di scappare verso una città vicina, mentre dormiva, ma non avevo soldi e temevo che avrebbe chiamato la polizia e forse mi avrebbero rintracciata in quanto ‘persona scomparsa’”
E ancora Duffy prosegue:
“Non so come io abbia avuto la forza di sopportare quei giorni, ho sentito la presenza di qualcosa che mi ha aiutata a rimanere in vita. Sono rimasta con lui, sono rimasta calma per quanto fosse possibile in una situazione del genere: tornata nella mia casa, dove mi teneva reclusa, mi sono seduta, stordita, come uno zombie. Sapevo di essere in pericolo, perché il mio aguzzino mi ha confessato velatamente il desiderio di uccidermi. Con quella poca forza che mi era rimasta il mio istinto era comunque quello di correre via, correre e trovare un posto dove vivere, dove non mi avrebbe trovata”
Ma non è tutto. Scopriamo come prosegue la lettera di Duffy.