Copertine Novella | Roberto Alessi
Nicola Carraro racconta l’amore per Mara Venier: ‘Litighiamo solo per le vacanze’
Nicola Carraro e l’amore per Mara Parlare con Nicola Carraro è una consolazione esistenziale: ha 79 anni, è sempre allegro,…
Nicola Carraro e l’amore per Mara
Parlare con Nicola Carraro è una consolazione esistenziale: ha 79 anni, è sempre allegro, felice, contento della sua vita, della pasta che gli cucina sua moglie Mara Venier (“Fa tutto lei, io al massimo so fare il caffè con il Nespresso”). Ed è quello che fa la differenza: è innamorato pazzo di sua moglie, Mara, che lo ricambia pienamente (“Ho vissuto tanto, ma è lui il grande amore della mia vita”, e quando lo dice si commuove e fa commuovere).
Conosco Nicola fin da ragazzo, quando ho iniziato a lavorare alla Rizzoli che era di suo padre Giangerolamo Carraro e di Andrea Rizzoli. Mi ricordo suo padre, sempre simpaticissimo, sempre abbronzatissimo. Mi prendeva in giro perché ero sempre pallido. “Giocava a golf”, mi dice oggi Nicola, “stava sempre al sole”.
Poi Nicola ha venduto la sua parte (ed è stata una fortuna), ha aperto una casa editrice, la Sperling & Kupfer, libri, ed è diventato produttore cinematografico (suo il Ratataplan di Maurizio Nichetti, speso poco, guadagnato un botto in tutto il mondo).
Intanto s’era sposato con una principessa, scomparsa da poco. Ha avuto da lei tre figli, poi ha chiuso col lavoro ed è andato all’estero, ma alla fine è tornato (“Mi mancava l’Italia”). E una sera, a cena, Melania Rizzoli, sua cugina acquisita, la moglie di Angelo, gli ha presentato Mara Venier.
La fortuna di incontrare Mara
Nicola, una fortuna trovarla.
“Puoi dirlo forte. Io e Mara ci siamo trovati ormai non più bambini, vent’anni e passa fa. Lei aveva avuto una vita, io la mia”.
E non vi siete certo risparmiati, quello che dovevate vivere l’avete vissuto.
“Abbiamo dato e abbiamo ricevuto. Nessun rimpianto, lei ha avuto due figli, io tre figli, amori, abbandoni, qualche delusione, molte felicità. Poi ci siamo incontrati, sembrava che tutto ci legasse, ed era vero”.
Insomma, legami non sembravano tanti sulla carta. Tu figlio di una delle famiglie più importanti di Milano, i Rizzoli, tua madre figlia del mitico Angelo Rizzoli, lei figlia di un ferroviere che non voleva che frequentasse principi o ricchi perché non facevano parte del suo mondo. Tu che nascevi con la camicia di seta, lei che a 17 anni, già mamma, s’arrabattava a mantenersi, vendendo abiti. Mara s’è fatta da sola, tu era nato già sistemato.
“Invece abbiamo gli stessi interessi, le stesse passioni, gli stessi piaceri, gli amici, le compagnie, le mangiate, le risate”.
Risate tante, sono ormai mitiche le vostre serate. Mai un litigio?
“In vent’anni avremo litigato due volte, non di più. Via, se abbiamo litigato abbiamo litigato per le vacanze. Io amo il mare, i Caraibi, lei le città. Io andrei a Santo Domingo, lei a New York. Su quello si discute”.
Lei è fumantina.
“Molto, prende fuoco. Ma si spegne in un attimo, quando inizia io rido e lei si smonta”.
L’estate di Mara Venier e Nicola Carraro
Questa estate?
“A Forte dei Marmi, nell’albergo della Gianna Manni, un’amica. Anche volendo Mara non può viaggiare, ha poco tempo e dovendo fare la quarantena per il Covid non c’è tempo per andare all’estero”.
Ai Caraibi, visto che hai una casa a Santo Domingo.
“È una casa che a Mara piace tanto, l’ha sistemata lei, ma non c’è tempo, così stiamo a Forte, a lei piace e anche a me e poi non siamo soli”.
E chi c’è?
“Tutta la famiglia Brambilla in vacanza. Parlo del figlio di Mara, con sua moglie e Claudietto, il nipotino di Mara che la fa sbarellare di felicità. Poi arriva Elisabetta, l’altra figlia di Mara, da Porto Ercole con suo figlio, un bellissimo ragazzo. Tutti insieme. Poi torniamo a casa, a Roma”.
La vita a Roma e la paura del Covid
E tu da milanese ora vivi a casa di lei a Roma.
“Con una vista che si affaccia su duemila anni di storia, al Ghetto. Questa però per me è una sconfitta: in vent’anni non sono mai riuscito a convincere Mara a vivere a Milano, la mia città. Lì abbiano una casa, ma non ci andiamo mai”.
Però quando non sei a Santo Domingo, siete sempre insieme.
“E mi piace stare con lei. Pensa che il lockdown, il primo, poteva essere durissimo per noi, per me lo è anche stato: mi dispiaceva alla mia età perdere un anno di vita, di viaggi, di serate, chiusi in casa. Poteva essere durissima. Invece siamo stati bene, forse è stato il più bel periodo della nostra vita insieme. Abbiamo parlato, riso, pianto, ci siamo sostenuti. Lei aveva molta paura, per me: io ho due stent, un enfisema, pericoloso con il Covid, ha tremato, per me, tanto. Poi allo Spallanzani mi hanno fatto il vaccino, speriamo che sia finita. Dopo quell’esperienza Mara e io siamo ancora più uniti e ci divertiamo ancora di più”.
Lei sembra avere la fissa per le pulizie e la cucina.
“Non sta ferma un attimo, io la filmo”.
E sei senza pietà perché poi la pubblichi sui tuoi social, magari in ciabattone, mentre pulisce il terrazzo. Lei, una diva.
“Ma è quella la Mara vera, fatta di niente e di tutto, di un sorriso, di capelli fermati alla meno peggio, con la scopa in una mano e la canna dell’acqua nell’altra. Ti ricordo che ero un produttore cinematografico, di dive ne ho incontrate tante, ma lei non ha bisogno di farlo, non necessita di abiti o di trucchi, anche in vestaglia è di una bravura immensa. Lei è il mio sole. Il mio amore”.