È il cruccio estetico di moltissime donne, la cellulite. Per avere cosce lisce e glutei marmorei, oltre alla solita fortuna sfacciata alla lotteria della genetica, sono indispensabili uno stile di vita sano, una dieta equilibrata e tonnellate di esercizio fisico.

E anche tra le più attente e ligie così sono poche le donne che non hanno problemi di cellulite, pochissime quelle non più giovanissime.

Per tutte le altre esistono trattamenti di medicina estetica che possono aiutarle a limitare o eliminare l’odiatissimo effetto “buccia d’arancia”.

Il nome giusto

Quella che comunemente viene chiamata cellulite, in medicina si chiama in realtà Panniculopatia edematofibrosclerotica (in breve PEFS).

La cellulite propriamente detta è tutt’altro: un’infiammazione acuta e grave del derma, che può avere conseguenze devastanti per il corpo.

Panniculopatia edematofibrosclerotica, per quanto complicato, è però un nome significativo, perché racchiude in sé tutto quello che è davvero la cellulite: un gonfiore dovuto al ristagno di liquidi nel tessuto e di accumulo di grasso e acqua nelle cellule della pelle.

Questo gonfiore può avere diverse cause, tanto che ormai si parla di “celluliti”, al plurale, ciascuna delle quali può essere affrontata con un trattamento specifico.

Spegnere l’infezione

Partiamo dalla Panniculopatia, che indica l’infiammazione del panniculo sottocutaneo, chiamato anche ipoderma, cioè lo strato più profondo della pelle.

Per eliminare la cellulite, in questo caso bisogna “spegnere l’infezione” presente nella pelle. Un risultato che si può ottenere con la mesoterapia, cioè la tecnica che prevede l’iniezione nella zona da trattare di farmaci specifici antifiammatori.

Le sostanze, che restano a livello del derma, stimolano l’eliminazione delle tossine e combattono anche la ritenzione idrica del tessuto.

Un risultato analogo si ottiene con la carbossiterapia. Si tratta di iniezioni sottocutanee di anidride carbonica che stimolano la microcircolazione, aumentando il flusso sanguigno locale e creando una cascata di eventi a livello cellulare che porta la pelle a scindere ed eliminare i grassi.

Se il problema è il gonfiore

Se invece il problema è più concentrato sul gonfiore (edema) esistono macchinari specifici per aumentare il drenaggio. Nei casi meno gravi possono essere efficaci anche i massaggi drenanti, magari in associazione a prodotti che aiutino l’eliminazione dei liquidi in eccesso. E di nuovo la carbossiterapia, che stimola la pelle a eliminare i liquidi in eccesso.

Contro la buccia d’arancia

Sempre la carbossiterapia è utile anche per combattere la “fibrosi”, cioè la formazione di tessuti più “densi” che creano il tipico aspetto della pelle a buccia d’arancia, e la sclerosi sottocutanea, che rende la pelle rigida.

In entrambi i casi, se si tratta di stadi avanzati, possono servire interventi chirurgici specifici che aiutino la pelle a ripristinare la consistenza elastica e liscia desiderata.

Carbossiterapia, il jolly

È chiaro dunque, che il primo passo per affrontarla è capire di quale tipo di cellulite si tratta. Il medico poi saprà consigliare il trattamento più adatto.

La carbossiterapia è un jolly utile in ogni situazione, che poi può essere associata a interventi più specifici.

a cura di Alessandro Gualdi