Belle da Vicino con Alessandro Gualdi: per un corpo che ci assomigli
Con la leggerezza e profondità propria dei detti popolari, si sa che “il diavolo sta nei dettagli”. A significare che…
Con la leggerezza e profondità propria dei detti popolari, si sa che “il diavolo sta nei dettagli”. A significare che è nelle piccole cose, apparentemente trascurabili, che si nascondono elementi fondamentali di una situazione. Nel mio lavoro è quanto mai vero e appropriato.
Leggevo sul Corriere della Sera un’intervista a Francesca Neri, e mi sono soffermato su un passaggio secondario nel racconto generale. Da ragazza – ha rivelato l’attrice – “Non sopportavo il mio naso né il pomo d’Adamo, troppo pronunciati”.
Il naso è un elemento tra i più interessati da correzioni estetiche, sul pomo d’Adamo invece mi è capitato raramente di intervenire, perché è un dettaglio, appunto, e perché l’operazione per rimodellarlo, in genere smussando la punta della cartilagine è tutt’altro che semplice. Insomma, “il gioco non vale la candela”, per rimanere in zona saggezza popolare.
Per quanto dettaglio, però, il pomo d’Adamo rientra in una categoria di caratteri estetici minori, diciamo così, che tracciano il confine tra un aspetto più femminile e uno più maschile.
Una vita in transito
Nella nostra società si sta via via affermando il concetto di identità di genere, cosa diversa dalla tendenza sessuale. Di conseguenza sono sempre più le persone che intraprendono un percorso di cambiamento per allineare la loro identità di genere all’aspetto maschile o femminile.
Nascere donna nel corpo di un uomo, o viceversa, è una sfortuna che genera grandi sofferenze, e la transizione per riallineare aspetto esterno e genere interno (semplificando) è una strada lunga e complicata, sia fisicamente sia psicologicamente.
Mascolinizzare o femminilizzare
Con operazioni di chiurugia plastica si possono ricostruire i caratteri sessuali, eliminare quel che non si vuole, riscostruire quel che si desidera.
Ci sono equipe specializzate in questo tipo di interventi, con risultati soddisfacenti: più semplice la transizione da uomo a donna che da donna a uomo, per ovvie ragioni.
Le terapie ormonali contribuiscono poi a mutare il corpo, stimolando o frenando la produzione di massa muscolare e di peli, per esempio, o la distribuzione del grasso corporeo. Restano infine i dettagli da cui siamo partiti.
Il pomo d’Adamo, appunto, che se troppo visibile è caratteristica maschile (fin dal nome). E poi la mandibola e il mento: se più pronunciati e squadrati sono percepiti come caratteri maschili, mentre la dolcezza della curva mandibolare e il mento più stretto sono proporzioni associate alla femminilità del volto. Così come sono istintivamente percepiti come tratti femminili gli zigomi alti e prominenti, gli occhi grandi e aperti e l’arcata sopraccigliare alta sulla fronte. Le sopracciglia più basse, in prossimità del confine tra la fronte e l’orbita oculare, denotano mascolinità.
Con la chirurgia plastica ma anche solo con i filler, si possono correggere tutti questi “dettagli” e femminilizzare o mascolinizzare un volto con effetti sorprendenti.
Barba e capelli
Infine la barba, la caratteristica più immediatamente percepibile del volto di un uomo. Le tecniche di autotrapianto più innovative garantiscono risultati ottimi per chi vuole una barba folta (anche se non è in transizione sessuale).
I bulbi piliferi, infatti, hanno la capacità di produrre un pelo diverso a seconda di dove vengano impiantati, e dunque bulbi prelevati dalla testa e impiantati sul volto inizieranno a produrre barba.
Sono dettagli? Certo, rispetto alle operazioni per la ricostruzione dei genitali sono interventi medici o chirurgici più semplici, ma sono elementi che danno un’identità immediatamente percepita come femminile o maschile, e dunque aiutano una persona a riequilibrare il suo apparire con il suo essere, che è un tassello fondamentale per il benessere profondo di un individuo.
a cura di Alessandro Gualdi