È morto Guido Lembo: Roberto Alessi ricorda la sua Anema e Core
Il fondatore dell’Anema e Core, il locale più esclusivo di Capri, si è spento in queste ore: il direttore di Novella ricorda Guido Lembo
Il successo dell’Anema e Core
Guido Lembo se ne è andato. Qualcuno lo ha definito uno chansonnier napoletano. Non era né l’uno né l’altro, era solo Guido Lembo, un pescatore mancato che con la chitarra, da ragazzo, suonava ai turisti della sua Capri portandoli in giro con il gozzo di famiglia. Poi aveva girato il mondo, era tornato, aveva aperto già un locale con i fratelli, qualche problema. Poi negli anni Novanta l’idea di aprire una cantina solo sua, dove far divertire e anche cantare, non solo ballare la gente, sul repertorio classico napoletano, con inserimenti goliardici, allegri, leggeri. Un fenomeno locale, il suo locale (una vera cantina sotto un hotel).
Ma mi arrivarono delle voci: “Lì la sera ci vanno a cantare anche Luca Cordero di Montezemolo (allora presidente Ferrari, ndr), Diego della Valle (gruppo Tod’s), Carlo Rossella (il grande giornalista), Luigi Abete (presidente Confindustria), il meglio dell’aristocrazia imprenditoriale italiana”.
Pubblicare le foto di quel poker di ingessatissimi personaggi pubblici in veste così cazzara, sudati, abbronzati, sgolati, sarebbe stato uno scoop. Chiesi al 12 il numero dell’Anema e core, rispose una signora delle pulizie. Ovvio, chi lavora la notte di giorno dorme. Dopo una mezz’ora mi richiamano: “Sono Guido Lembo, signore, ca’ cosa desidrate?”.
Mi mandò le foto, ancora su carta in formato piccolo, fatte per suo ricordo con una macchinetta casalinga e pubblicai il sevizio.
“Sei stato il primo a fare un servizio sull’Anema e core”. Credo fosse il 1995, e da allora ogni volta che ci siamo visti aveva per me una riconoscenza infinita e del tutto immeritata (avevo solo fatto un bel servizio).
Quando arrivavo all’Anema e core con mia moglie Betta Guerreri sembrava arrivasse Carlo d’Inghilterra con Lady Diana. Ci siamo incontrati e sentiti tante volte, e tanti servizi sono seguiti. Da lui sono andati Jennifer Lopez, Naomi Campbell, Armani, Dolce e Gabbana, Beyoncè, perfino Bruno Vespa, Katy Perry. Tutto lo spettacolo italiano, tutti i calciatori partendo da Totti.
Guido Lembo: la malattia e gli ultimi anni
Poi una quindicina d’anni fa ho saputo che era malato.
“Avevo 58 anni, feci dei controlli di routine, perché mi accorsi di avere una strana ghiandola dietro il collo. Mi telefonò il dottore, avvisandomi che avevo un linfoma”.
Venne a curarsi a Milano. Lo chiamai subito, lo invitai a casa. “Roberto, sono molto cambiato. Non voglio farmi vedere”. Una dignità infinita. Sua moglie non lo ha lasciato un attimo, anche quando era ricoverato. “Di’ ad Anna di venire da me, così non è sola”. Ma non li vidi mai.
Poi sembrava guarito, ci siamo risentiti e rivisti. Ma era anche stanco, e Gianluigi, appassionato di musica e talentuoso come papà prese il suo posto.
La storia familiare: l’amore per Anna
“Faccio il nonno, ora”, ridimensionava Guido Lembo. “Sono sposato dal 1972 con Anna. Mia moglie è originaria di Gragnano, nel napoletano, ma sin da bambina ha vissuto a Capri perché suo padre lavorava come postino sull’isola. Abbiamo frequentato la scuola superiore insieme, tre anni di ragioneria con indirizzo turistico. Lei abitava a Marina Grande, dove io facevo il marinaio sul gozzo. Eravamo ragazzini, avevamo solo 13 anni. Io passavo e la guardavo intensamente, corteggiandola. È stato subito amore.
Quando mi sono trasferito a Londra e poi in America a lavorare ci siamo persi di vista, ma appena sono rientrato a Capri ci siamo ritrovati, decidendo di sposarci. Il nostro è un grande amore che dura da una vita”.
Quando una coppia è così unita, solidale, vive di affinità elettive così profonde, mi sembra un’ingiustizia separarla. Ma Anna, che ha sempre aiutato Guido nella gestione locale, continuerà a vivere per i figli. Per Marianna, che lavora come psicologa, e Gianluigi, che hanno reso nonni Guido e Anna.
Caro Guido, il successo dell’Anema e core è riconosciuto in tutto il mondo, ma il tuo vero successo è stata la tua famiglia, e il bello è che te ne sei sempre reso conto. Te ne sei andato ma sarai sempre con noi. Ci hai lasciato la tua Anema e il tuo Core.
Tuo, Roberto