Alla ricerca di… Giorgio Armani con Elena D’Ambrogio
Giorgio Armani in libreria con il libro Per amore, che racconta l’uomo dietro lo stilista: la passione per la moda e l’amore come motore di ogni cosa
È una necessità vivere per amore. Avere qualcuno, amici, familiari, una persona speciale con cui condividere emozioni, un film, un viaggio o il successo, cui fare riferimento per sentirsi gratificati e appagati. Non relegare la bellezza e l’importanza dell’amore al circuito chiuso di se stessi. Ma saper dare continuità a ciò che si prova, a ciò che si raggiunge, ai sogni. Amare è un compimento, è salvezza.
Il nuovo libro di Giorgio Armani
Per Amore è il titolo emblematico che Giorgio Armani ha scelto – insieme morbido e provocatorio, che sorprendentemente lo rispecchia – per il suo libro di memorie edito da Rizzoli.
Partendo dalla precedente pubblicazione del 2015, che novera prevalentemente illustrazioni, lo stilista ha riflettuto sull’importanza di ampliarla con pensieri sparsi che raccontano la sua vita.
Dall’infanzia a Piacenza ai clamori del successo raggiunto, e ancora fulgido e ricco di promesse. Di come la ricerca dello stimolo vitale abbia guidato ogni sua scelta.
Nel libro la moda è lo sfondo, ma si parla di vita. E la sua vita lo ha visto agli esordi di una mancata carriera da medico. Dopo tre anni di facoltà di medicina, infatti, userà il servizio militare per arrendersi agli studi.
Era considerato quello mai contento e scontento di tutti. D’altronde, fino a quando non s’imbocca la propria strada, fino a quando non si sa neanche quale essa sia, il senso di incertezza rende spaesati.
Ardeva in Re Giorgio quello che sarebbe poi sfociato nel fuoco sacro della moda. Perché la moda è qualcosa che si alimenta da sola, una passione che si rigenera, per Armani è vita.
Un artista insicuro
Anche riconoscere la propria bravura, avere imposto il proprio stile nel mondo è importante. E questo lo dice la gente, i giornali che hanno trovato nel suo modo di fare moda una tendenza che si ripropone ogni volta in maniera coerente ma anche innovativa. Questo potrebbe essere il segreto del suo successo.
Armani racconta che fingere di essere sicuro di sé è per lui all’ordine del giorno, è il modo di rassicurare chi lo assiste a non avere dubbi.
In realtà il grande impegno di ideare una forma, cercare il tessuto che dia vitalità a una giacca, fino a materializzare il vestito che sfilerà su una pedana, non regala certezze. Giorgio lo vive col dubbio di aver fatto solo una parte di quel che avrebbe potuto fare. E quando i capi hanno successo, sarà davvero merito suo, o è perché sono firmati Armani?
Dubbi della persona che non si è montata la testa, che sa che il successo lo si conquista a ogni stagione.
Certo la fama lo precede, ma bisogna alimentarla. Giorgio ha una grande attenzione per i tessuti, perché sono stati il primo approccio del suo lavoro. Gli anni ’60 lo hanno infatti visto impegnato in una fabbrica dove ha imparato a conoscerli, e con i quali ha messo poi in atto la sua genialità.
I capi maschili li disegna con la mano sinistra, come un pianista che si impratichisce con le scale. Per la donna è più complesso, perché ha tanti modi di vestire, tante richieste. Ma dà anche uno stimolo maggiore alla creatività.
Gli inizi alla Rinascente
Nel ‘75 inizia la sua grande avventura che diventa un impero finanziario.
Nella moda ci entra per caso. Era in licenza per convalescenza durante il servizio militare. A Milano, disoccupato, grazie a un conoscente viene assunto alla Rinascente per occuparsi di qualunque cosa gli permettesse di lavorare. E fu assegnato al reparto di abbigliamento.
In un momento in cui cercava di capire cosa volesse fare nella vita, la vita gli si è palesata con chiari segnali. Si è occupato della moda senza mai averlo voluto, per diventare poi una firma mondiale. E lì emerge che, oltre a personalità, stile, dedizione, occorre porsi delle mete, ed essere ben consci di quello che si è in realtà.
La cosa fondamentale, per il grande Giorgio, è sapere se si è validi per un certo lavoro o no, con modestia e anche con paura.
Dopo oltre 40 anni è sempre in vetta, senza dare mai nulla per scontato. Chiedendosi, ad ogni passo, se abbia centrato il motivo per cui tanta gente lo segue. Trovando nella paura lo stimolo per continuare a chiedersi se è sempre vivo il genio che supporta ogni sua collezione. Le persone troppo sicure di sé, secondo Armani, finiscono col diventare noiose, chiuse in un mondo limitato nelle proposte nel tempo.
Il rapporto con l’arte
La sua attitudine artistica lo ha portato, fin da ragazzo, con la famiglia, a seguire con interesse il mondo del teatro e del cinema, che ha rappresentato la sua vera formazione e ha segnato anche le tappe della sua carriera nella moda, cui attingere per trovare ispirazione.
“Il cinema era fuga dalla realtà ma anche il sogno che si materializza in una sala”.
Grazie a un provino della sorella Rosanna, cui è legatissimo anche professionalmente, a Cinecittà, ha la fortuna di incrociare nei corridoi Anna Magnani e Giulietta Masina. Ignaro del fatto che dopo pochi anni sarebbe stato proprio lui a vestire i grandi nomi dei red carpet e delle star. E in barba a chi, all’inizio della sua carriera, gli diceva: “Armani, lei sarà sempre un buon secondo”.
Muove i primi passi nella corte di Nino Cerruti. Qui realizza subito che “essere stilisti è una via di mezzo tra la fantasia più audace e la grande concretezza”. E percorre questa strada al fianco di Sergio Galeotti, l’amico speciale, l’uomo di una simpatia travolgente, imprevedibile, in contrasto con la sua riservatezza. Dove Giorgio era il creativo e Sergio il Manager.
Collaboratori ed eredi
Perdere Sergio (mancato nel 1985), per Armani è stato talmente devastante da considerarsi incapace di proteggerlo da ciò che la sventura lo avevo colto. Oltre alla sua famiglia, è stata la presenza dell’inseparabile Leo dell’Orco ad aiutarlo a superare il terribile momento, portando nella sua vita e nel suo lavoro gentilezza d’animo, timidezza e una dedizione assoluta che lo hanno reso il suo braccio destro. L’unica persona a cui Giorgio continua ad affidare i pensieri più privati e personali, che mantiene per sé con grande riserbo.
“Nella mia vita non c’è mai stato amore che non si sia trasformato in una grande intesa, in un’amicizia completa”.
È l’unico modo di amare che si riconosce, e che abbina al rapporto maniacale per il lavoro nel quale evidenzia un perfezionismo ossessivo, cercando di avere sempre il controllo su tutto.
Si potrebbe affermare che il successo della Maison Giorgio Armani sta nel fatto che dipende da una persona sola, coadiuvata da collaboratori fedeli.
E per non perderne l’impronta immagina un futuro con l’immancabile Leo e la nipote Silvana, suoi luogotenenti dello stile, nonché la nipote Roberta, molto amata nel jet-set, che già appare al suo fianco da tempo.
Via la riservatezza
Definirsi non è facile, ma è un esercizio che, superati gli ottant’anni, non si può rimandare. Giorgio Armani lo fa con schiettezza, da uomo di azione più che da celebrazione. Lo ha dimostrato una volta di più durante il buio periodo della pandemia, che lo ha visto presente con la gente e pronto a non trascurare le necessità che si sono presentate.
Attento e brillante, sportivo, continua a creare grazie ai suoi orizzonti ampi, che gli fanno cavalcare l’onda di una giovinezza che non invecchia, perché non perde la sintonia con i tempi.
All’alba dei suoi 88 anni delinea il racconto, nell’affascinante libro, tra privato e pubblico, di una vita favolosa, accantonando la sua proverbiale riservatezza.
Mettendo a nudo gioie e dolori in un susseguirsi, composto ed elegante, di vicende che, dalla narrazione iniziale, si dipanano poi in una carrellata di punti fermi attraverso i quali ha fondato le sue tappe, fornendo un vademecum interessante per chiunque voglia prenderne spunto.
Parole d’ordine che possono essere utili a tutti per fare ordine nella visione degli obiettivi, racchiuse in Per Amore di Io raccontato da me.
a cura di Elena D’Ambrogio