Massa grassa, magra e metabolismo

Sovrappeso e obesità causano problemi seri alla salute, e considerata la loro diffusione si può parlare di una vera epidemia a livello mondiale, ormai anche in Italia. Allora è bene chiarire alcuni concetti.

Se seguiamo una dieta ipocalorica, per cui assumiamo meno calorie di quante ne consumiamo, perdiamo peso. Sì, ma abbiamo perso massa grassa? Basta fare semplici controlli per accorgerci che abbiamo eliminato chili attraverso la distruzione della massa muscolare. Distruzione che porta, come conseguenza, alla riduzione del metabolismo.

Il metabolismo basale (quantità di calorie bruciate nelle 24 ore dall’organi- smo per la sopravvivenza) è direttamente proporzionale alla massa muscolare. Quindi, maggiore è la massa muscolare più alto è il metabolismo basale, e di conseguenza le calorie bruciate.

Inoltre, il nostro organismo si abituerà al ridotto apporto nutrizionale, quindi adatterà il metabolismo al nuovo regime alimentare. Come conseguenza sarà molto facile riprendere i chili persi e sempre più difficile riperderli.

Per capire meglio la causa di questo fenomeno dobbiamo pensare all’evoluzione dell’uomo il quale, nel passato, è sopravvissuto grazie alla capacità di immagazzinare energia – ossia grasso – che gli permetteva di superare i periodi di carestie.

Questo è il motivo per cui tendiamo a immagazzinare grasso e facciamo fatica a perderlo.

I rischi del grasso addominale

Molto pericoloso per la nostra salute, oltre che inestetico, è il grasso addominale. Varie sono le possibili cause della sua formazione. Un fattore predisponente è l’età, perché invecchiando si verificano variazioni ormonali sia nella donna che nell’uomo. Variazioni che ne favoriscono l’aumento. Poi l’abuso di carboidrati, grassi animali, alcolici, lo stress provocano l’aumento dei livelli di cortisolo (ormone dello stress). Il cortisolo danneggia la massa magra muscolare, provocando l’accumulo di grasso nella zona addominale.

L’obesità addominale è considerata uno dei più importanti fattori di rischio per malattie cardiovascolari o per il diabete di tipo II. È poi associata alle complicazioni metaboliche e cardiovascolari tipiche della sindrome metabolica (ipertensione, iperlipidemia, steatosi epatica).

Il grasso addominale espleta i suoi effetti sull’equilibrio endocrino-metabolico dell’organismo. Infatti, gli adipociti bianchi del grasso viscerale sono particolarmente attivi nel rilascio di adipochine, sostanze che controllano l’appetito, il bilancio energetico, il sistema immunitario, la sensibilità all’insulina e il metabolismo lipidico.

La Liposuzione Alimentare

Il trattamento chiamato LIPOSUZIONE ALIMENTARE con AMIN 21 K permette di eliminare le adiposità localizzate, compreso il grasso addominale.

Il protocollo messo a punto dal comitato scientifico, sin dal 1995, prevede l’utilizzo di un integratore appositamente formulato, affinché nel nostro organismo si sviluppi il processo della chetosi.

La chetosi consiste nell’alimentare il corpo utilizzando le riserve di grasso in eccesso.

Grazie a un’alimentazione appositamente studiata e all’utilizzo dell’integratore AMIN 21 K, il corpo attiva la chetosi.

È importante precisare che il trattamento chetogenico non è una dieta, perché deve essere seguito per un breve periodo e, se necessario, può essere ripetuto.

Altro equivoco molto diffuso e che è importante chiarire: è un trattamento normoproteico, in quanto le proteine assunte corrispondono a quelle che si devono introdurre in un’alimentazione equilibrata.

Un ulteriore supporto durante il trattamento sono le barrette proteiche AMIN 21K BAR di qualità superiore. Altissima percentuale di proteine, 0 zuccheri, adatte agli intolleranti al lattosio, senza glutine, senza grassi idrogenati, senza OGM, con un gradevolissimo gusto cioccolato…

Le barrette AMIN 21K BAR possono essere assunte, indipendentemente dal trattamento dimagrante, da coloro che hanno bisogno di un’integrazione proteica come gli anziani e gli sportivi, dai diabetici, e come ottimo spezza-fame.

a cura di Mario Marchetti