Roberto Cavalli sul sesto figlio: ‘Si chiama Giorgio come mio padre, fucilato dai nazisti’
Roberto Cavalli ha avuto il sesto figlio dalla compagna Sandra e racconta a Novella: “L’ho chiamato Giorgio come papà, fucilato dai nazisti”
“Roberto, sì, sono diventato papà di nuovo. Un maschio, Giorgio!”. La voce testosteronica, profonda, calda come quella di un attore di prosa, di Roberto Cavalli, il grande stilista, mentre mi parla al telefono si colora di una dolcezza infinita. E non sono certo i suoi 82 anni a rendere meno magica l’emozione di un padre, anche se oggettivamente l’età mi colpisce.
È da mesi che sono a conoscenza della gravidanza della sua compagna svedese Sandra, donna straordinaria, da anni legatissima a Cavalli. Ma la prudenza era d’obbligo, e non è stato facile per me, un giornalista, trattenermi.
Chi mi conosce però lo sa: di fronte a bambini da tutelare, anziani da proteggere e malattie da affrontare, faccio sempre un passo indietro.
Ora comunque il bambino è nato. Roberto Cavalli è felice mentre me lo comunica, e qui mi basta dare una bella notizia che coinvolge un genio della moda, un uomo gentile, colto, un amico che conosco da tanti anni e il suo amore, Sandra.
Roberto Cavalli figli
È da tanti anni che Roberto è legatissimo alla sua compagna, la dolcissima Sandra Bergman, che a 38 anni gli ha dato un figlio, il sesto per Cavalli.
Perché Roberto ha due figli, Tommaso e Cristiana, nati dalla sua prima moglie Silvana, e tre, Robert, Rachele e Daniele, avuti dalla geniale e bellissima Eva Maria Düringer, austriaca, che tanto ha contribuito al successo del suo marchio, griffe famosa in tutto il mondo.
“Sandra sta bene. Il bambino, che è nato una settimana fa proprio qui a Firenze, è bellissimo, ed è stata una grande emozione vederlo appena nato. Una vita che è sbocciata, cresce. L’abbiamo chiamato Giorgio come il nonno, mio padre”.
Mi sembra che la voce di Roberto Cavalli abbia un momento in cui si incrina, e gli succede sempre, quando anche in passato mi ha parlato di suo padre Giorgio.
Perché il sesto figlio si chiama Giorgio
Aveva solo 4 anni quando Robertino – così lo chiamavano in casa – seppe che suo padre non sarebbe più tornato. Preso nel 1944 dai nazisti della Wehrmacht, fu fucilato a Cavriglia, in Toscana.
Fu una delle pagine più buie della guerra. Era il 4 luglio del 1944, e le truppe tedesche della divisione Hermann Göring rastrellarono, mitragliarono e bruciano i corpi di 191 maschi tra i quattordici e gli ottantacinque anni nei paesi del comune di Cavriglia, in Valdarno. Tra loro c’era anche Giorgio Cavalli, il papà di Roberto.
E così la madre, figlia un grande pittore macchiaiolo, Giuseppe Rossi, rimasta sola con due figli – lui e Lisetta – andò a Firenze per mantenere la famiglia.
Furono anni durissimi, e quel dolore Roberto non l’ha mai dimenticato. Non è mai riuscito a soffocarlo del tutto, e questo bambino che è arrivato da Sandra è una sorta di omaggio a un padre, Giorgio, che lui non ha potuto amare quanto avrebbe voluto nella sua quotidianità.
Per Cavalli oggi la quotidianità è fatta soprattutto d’amore, per Sandra, per i cinque figli. Anche per l’ex moglie Eva, che è in buoni rapporti con Sandra, la quale invece è nata a Ystad, in Svezia, e che in passato è stata una modella famosa nel mondo.
E ora in questa famiglia allargata è arrivato Giorgio, un bambino fortunato, nato dall’amore, il sesto figlio di un uomo speciale, che anche a un’età in cui per altri ogni passione è spenta, vuole ancora amare la vita negli occhi di un bambino.