Intervista al TikToker Gabriele Vagnato di Viva Rai 2
Gabriele Vagnato si racconta in un’intervista sulle pagine di Novella 2000: gli esordi sui social, l’incontro con Fiorello e la popolarità
In un momento storico in cui chiunque abbia un minimo di notorietà si sente arrivato, Gabriele Vagnato, che fa parte del cast di Viva Rai2!, spicca per educazione e umiltà.
Chi lo conosce perché lo segue sui social o in TV sa che è geniale, ironico, divertente. Eppure non se la tira, a dispetto di oltre 4 milioni di follower tra Instagram e Tik Tok.
Ventidue anni, nato ad Asti si è trasferito con i genitori a Catanzaro ed è cresciuto in Calabria.
“Ricordo che ad Asti c’era una giostra dove mi portavano i miei: il bambino che prendeva il ‘fiocco’ durante il giro vinceva un altro giro. Io non ho mai vinto, ma quella giostra in Calabria mi è mancata tanto”.
Gli inizi su Youtube
Dunque come è stata la sua infanzia, e soprattutto la sua adolescenza?
“Ero molto timido. Timidissimo. Un giorno gli altri bambini, per farmi giocare con loro, mi hanno chiesto come mi chiamassi. Io ero così timido che andai da mia madre per chiederle di andare da loro a dirgli il mio nome.
Ancora adesso sono timido, ma oggi lo nascondo bene. Quando avevo quattordici anni ho iniziato a fare video, ché volevo un hobby nuovo. Giocavo a calcio, ma non mi divertivo più tanto.
Mia zia Chiara, che ha solo sei anni più di me, mi aveva fatto vedere i canali Youtube di Frank Matano e di Colorado. Nei miei primi video facevo le imitazioni di tutti i parenti. Poi sono passato ai monologhi, anche se mia madre non voleva”.
È stato ostacolato?
“No, no. Ma mia mamma non voleva darmi la sua macchina fotografica digitale. Perché ogni volta che cambiavo le impostazioni da foto a video lei pensava che gliela rompessi. Ho dovuto combattare all’inizio. Poi non parliamo del caos che c’era in casa mia… Ho un fratello, Manuel, che oggi ha quindici anni. E quando io avevo la sua età e facevo video ne aveva otto. E faceva casino”.
Oggi però sono tutti suoi fan, no?
“Sì, ma in casa non tutti avevano capito subito cosa faccio. Mia mamma ha iniziato a capirlo solo ad aprile dell’anno scorso, quando sono stato al fianco di Andrea Delogu per Seguimi, l’evento in Vaticano in cui Papa Francesco ha incontrato oltre 80.000 giovani. Mia nonna quando mi ha visto a Viva Rai2!, con Fiorello. Mio fratello però l’aveva capito prima di tutti, seguendomi sui social”.
La vita oggi
Oggi però vive a Milano: perché si è trasferito? E quando?
“Avevo 18 anni: volevo davvero lavorare nel mondo dei social e sapevo che Milano mi avrebbe permesso di fare qualcosa di concreto. A Catanzaro avrei fatto fatica: cercavo qualcuno che potesse aiutarmi. E l’ho trovato. Fin da piccolo dicevo che da grande avrei voluto fare il comico, e i social mi hanno dato un palcoscenico da subito.
Ammetto che i primi tempi sono stati difficili: ogni due settimane prendevo un volo perché mi mancavano la mia famiglia e i miei amici. Oltre alla mia fidanzata Michela. Mi sono trasferito a settembre, e a febbraio le ho detto di venirmi a trovare. Lei è venuta e poi c’è stato il primo lockdown: siamo stati bloccati per due mesi insieme. C’è stata una convivenza non voluta che poteva mandarci in crisi. Invece si è rivelata vincente: stiamo ancora insieme e continuiamo a vivere sotto lo stesso tetto. Ora non dico mai che conviviamo, ma che siamo coinquilini”.
Intanto, da quando ha traslocato “al Nord” il suo sogno l’ha realizzato. E grazie al doppio impegno, social e televisivo, abbraccia un pubblico molto ampio.
“Mi accorgo subito se una persona mi riconosce perché guarda i miei video social o se mi ha visto da Fiorello. Chi ha meno di diciotto arriva da TikTok. I ragazzi maggiorenni da Youtube. Le persone adulte da Viva Rai2!, e tutto questo è molto divertente. Per le signore sono ‘il ragazzo di Fiorello’, ormai”.
Il rapporto con Fiorello
In effetti, lui ha puntato su di lei dandole fiducia. Non ha mai sentito il peso della responsabilità, o i suoi ventidue anni sono anche sinonimo d’incoscienza?
“Non so descrivere quello che Fiorello rappresenta per me. Lo considero uno zio, uno di famiglia. Ma non adesso che lavoro con lui. È così da sempre. Per me lui c’è sempre stato, e fin da quando ero piccolo, quando in famiglia guardavamo i suoi programmi, lo consideravo uno di casa. Adesso, viverlo e avere indietro un affetto incredibile anche dal punto di vista umano, oltre che lavorativo, è un doppio sogno che si realizza.
Fiorello è una persona vera. Bella. Non lo dico da lecchino, non ne avrei motivo. Da lui ricevo sempre consigli validi e utili. Lui ha scommesso su di me che arrivavo da un altro mondo e per me poteva essere difficile inserirmi in un contesto come quello di Viva Rai2!, ma Fiore mi ha fatto sentire subito parte del gruppo e quindi sì, la responsabilità la sento, ma quando lavoro prima di tutto mi diverto. Credo che questa sia la chiave per far divertire anche chi ci guarda”.
Sui social sono più 4 miloni le persone che la seguono, ma grazie alla TV entra nelle case della gente senza che nessuno venga a cercarla. Dunque oggi è anche riconoscibile. La sua vita è cambiata?
“Io non mi rendo mai conto fino in fondo delle cose che faccio. A volte ci penso, e soprattutto dopo il Festival di Sanremo, dove ero inviato, ho compreso la possibilità enorme che mi è stata data. Essere lì mi ha permesso di fare delle figate uniche. Fiorello infatti mi sprona sempre a fare qualcosa che vada oltre quello che il pubblico si aspetta, non mi limita mai. Sicuramente sto vivendo un momento importante, perché sto realizzando i miei sogni e spero di poterli continuare a vivere”.
Popolarità e famiglia
I suoi familiari come stanno vivendo la sua popolarità?
“Mia madre fa una cosa bellissima: ogni volta che incontra qualcuno che le dice ‘Salutami tanto Gabriele’ lei lo fa davvero. Mi scrive su WhatsApp e mi specifica chi è, con tanto di legami di parentela del salutatore di turno. Lei mi ha sempre detto di avere i piedi per terra, mi ha trasmesso il senso di precarietà di questo lavoro.
Fino a qualche tempo fa mi mandava sempre i link per i concorsi pubblici appena ne trovava uno. Per me, fino a qualche tempo fa, avrebbe voluto il posto fisso. Dopo Fiorello si è inorgoglita. Ha smesso di mandarmi i link per i concorsi pubblici, ma ora mi manda i preventivi delle assicurazioni sulla vita. Ne avrò una quarantina da guardare, non sto scherzando!”.
A giugno Viva Rai2! finisce. Pensa a come sarà il suo futuro dopo?
“Ci pensa la mia fidanzata. Lei vive pensando ai se, a cosa potrebbe succedere, non solo adesso. È così da sempre. E mi lancia addosso tante paranoie. Così, per limitare le mie, tendo a minimizzare le sue. Michela mi dice che pensa a tutto quello a cui non penso io, perché secondo lei vivo sulle nuvole. E sulle mie nuvole non voglio pensare ai se”.
Quindi l’idea di debuttare nel mondo della moda l’ha già accantonata?
“Ma non l’ho mai avuta! Per contro, ho voluto dissacrare l’atmosfera della Fashion Week milanese. Tutti la prendono sul serio, anche troppo. A me sembra un mondo grottesco e surreale. Fuori dalle sfilate c’è gente vestita in modo improbabile, convinta di essere elegante. Con il mio marchio palesemente imbarazzante, Lele White, volevo essere preso sul serio. E sì, sono stato preso sul serio. Incredibile. Anzi no, dato il contesto”.
Ma quindi da grande cosa le piacerebbe fare?
“Questa è una domanda difficile perché, dopo aver lavorato con Fiorello, tutto il resto vale meno. Per il momento sto vivendo questa esperienza, cercando di imparare quanto più possibile. Grazie a lui ho conosciuto una TV che forse negli ultimi anni avevamo dimenticato, dove per attirare l’attenzione del pubblico non servono volgarità, scandali, eccessi. Chi guarda Viva Rai2! al mattino inizia la giornata con il sorriso, e non è qualcosa di banale, no?”.
Ricorda il vostro primo incontro?
“Sì, ho rivissuto l’effetto ‘Topolino’. Le persone che mi sembrano irraggiungibili, e penso a lui, al Papa, per me non esistono nella realtà. Sono così lontane da me che penso non esistano, come i cartoni animati. Come Topolino.
La prima volta che ho visto Fiorello era settembre, prima ci eravamo parlati al telefono. Lui ha iniziato a raccontarmi aneddoti della sua vita come se fossimo a cena: mi ha messo subito a mio agio, ed era reale. È stato bello. Anzi, una figata!”.
a cura di Tiziana Cialdea