Giuliana Maddalena Fusari: quando creare bellezza significa guarire
L’artista Giuliana Maddalena Fusari raccontata per noi di Novella attraverso le sue opere, che vanno dalle foto ai lavori su tela
Laureata a pieni voti in Arte Contemporanea presso il DAMS di Bologna, Giuliana Maddalena Fusari nasce a Veronica, città dove tuttora vive e lavora. È stata recensita, tra gli altri, nel 1992, dall’importante critico d’arte francese Pierre Restany, fondatore del Movimento del Nouveau Réalisme.
L’artista presenta una variegata produzione, spaziando dalla fotografia ai lavori su tessuto e su tela, muovendosi dalla rappresentazione figurativa per evolvere poi verso l’astrattismo.
Pur calati nel fragore della vita quotidiana, i lirici componimenti della Fusari non si limitano all’oggettiva riproduzione della realtà.
In ambito fotografico si notano, da principio, alcuni scatti che rimandano allo spaesamento magrittiano, nei quali la volta celeste viene scomposta per essere riordinata in attimi temporalmente distinti.
Le opere di Fusari
Le opere appaiono così intrise di sentimento romantico che, seppur tendente verso l’astratto, giunge successivamente, nei dipinti su tessuto, a un accavallarsi delle prorompenti forze arcaiche originate dal movimento cosmico della Natura.
A tal proposito, significative sono le realizzazioni che richiamano alla mente Van Gogh o quelle connotate da un vibrante cromatismo, omaggio alla creazione di Courbet, lavori cardine per il successivo approdo verso una rappresentazione libera da ogni riferimento figurativo.
I rilucenti pigmenti utilizzati manifestano parvenze dal contorno a conchiglia, emblema della bellezza nella sezione aurea – perfetta architettura matematica del Creato -, nonché umile simbolo di rinascita.
Giuliana Maddalena Fusari fonda nel 2019 la corrente artistica “Informale Femmina”, imperniato sulla figura sensitiva della donna.
Presenti, in tale ciclo, ornamenti quali perle, pizzi o merletti che conferiscono delicatezza e grazia a ogni impaginato pittorico.
A tal proposito l’artista afferma come la sua ricerca riveli “l’amore per le piccole cose, per i misteri della bellezza, per la spiritualità percepita nella natura, nella luna, nel cielo”, ponendosi essa stessa all’ascolto delle immagini che sgorgano dall’intima psiche.
Il legno sono le mie ossa
Suggestiva e poetica è l’identificazione che ella propone del supporto come fosse il suo corpo: “Potrei dire che il colore è la mia anima e la tela è la mia pelle. Alcune opere, attraverso dei tagli, mostrano il legno del telaio […] Il legno rappresenta le mie ossa”.
Questa identità tra organico e inorganico è accentuata dalle cuciture che congiungono i lembi dei tessuti adagiati sulle intelaiature, dalle fenditure e dalle zip impiegate, espressione di una fragilità spesso celata dietro a un mondo patriarcale.
Conseguentemente la rarefazione delle forme avanza di pari passo al dilavare delle cromie, creando l’effetto di un liberatorio biancore catartico. Si pensi a Quadro con cerniera.
Rievocazione dello Spazialismo di Fontana, Fusari parte dalla lacerazione dell’italo-argentino per arrivare alla placida e volitiva osservazione di altri mondi. La sutura è difatti una cerniera lampo posta a disvelare non una prospettiva spaziale nuova bensì la verità, l’incursione del divino oltre il reale.
a cura di Giulia Rustichelli