Tina Turner sei sempre con noi: gli artisti non muoiono mai
Gli artisti come Tina Turner non muoiono mai: il ricordo della cantante dalle parole del direttore di Novella 2000 Roberto Alessi
Tutti i giornali e i telegiornali in questi giorni ne hanno parlato a lungo: Tina Turner è morta a 83 anni.
Per molti sarà stata una notizia della serie: “Mi piaceva, poverina, è morta”.
Roberto Alessi: ‘Il mio incontro con Tina Turner’
Io l’ho conosciuta. Niente di profondo, intendiamoci. Lei viveva in Svizzera, io a Milano, ma qualcosa mi ha sempre legato a lei, al punto da incontrarla perfino sotto casa mia con il marito Erwin Bach, che era stato il suo produttore discografico e che l’ha amata per trentasette anni.
Ancora oggi, quando sono giù di corda, metto su una sua canzone e mi riprendo. Ho anche pensato che la sua disciplina buddista trasmettesse qualcosa nella sua musica tanto da arrivarmi nell’anima. Ma poi ho scoperto che lei seguiva il Soka Gakkai, una frangia del buddismo giapponese che sento lontana da me.
No, non era la sua fede a darmi la carica, ma era proprio lei: Tina.
Me l’aveva fatta incontrare la prima volta Gianni Versace. C’era anche Donatella Versace, e lei era stata carinissima con tutti nel suo miniabito con le meduse dalla Maison di moda sulle spalline. Erano i tempi di GoldenEye, colonna sonora di uno 007, fantastica.
Lei e il marito, il secondo dopo Ike, vivevano già in Svizzera, sul lago di Zurigo, a Kusnacht, dove avevano una casa. Niente di faraonico ma una bella villa, con un grande giardino dove lei metteva ad asciugare le sue parrucche leonine dopo averle lavate personalmente.
Si era riparlato di lei quando due anni fa aveva venduto i diritti del suo catalogo musicale a BMG, un affare che secondo gli esperti valeva più di 50 milioni di dollari. Aveva già 80 anni e ho pensato: s’è sistemata per il resto dei suoi giorni. Non sapevo che l’avesse fatto per sistemare chi rimaneva e non lei. Già era malata: prima un cancro all’intestino, poi i reni, al punto che il marito Erwin le aveva donato un rene.
Soffriva, ma mi dicono che è morta serenamente.
Una vita privata drammatica
La notizia che Erwin, un bell’uomo più giovane di lei di sedici anni, le avesse donato un rene mi aveva per assurdo fatto piacere. Tina aveva dato tanto e ricevuto solo l’amore del suo pubblico. Ricompensata da milioni di dollari, ma il suo passato era da paura: un ex marito, il geniale Ike, drogato, alcolizzato, che la riempiva di botte, fuori come lui solo al punto da morire di overdose quindici anni fa.
Poi anche Craig, il figlio che lei aveva avuto da un sassofonista prima di Ike, è morto suicida nel 2018, sopraffatto dalla depressione. E l’anno scorso è morto anche Ronnie, figlio che lei aveva avuto durante il suo matrimonio con Ike. Non era del marito, ma nonostante gli atteggiamenti violenti lui lo adottò.
“Ronnie, hai lasciato il mondo troppo presto. Nel dolore chiudo gli occhi e penso a te, mio amato figlio”, aveva scritto Tina Turner in seguito alla morte del figlio.
Come per pareggiare i conti Tina a sua volta riconobbe i figli che Ike aveva avuto durante le nozze con altre due donne, figli di cui si sono perse le tracce.
Una vita esagerata, “Ma sono riuscita a trasformare il veleno della mia esistenza in una medicina”, diceva la cantante. E aveva ragione.
Dal 2000 aveva deciso di non cantare più. “Ora me la godo”. Adesso è in cielo con il suo amico di sempre, David Bowie, con il quale pare avesse avuto anche una storia.
C’è da invidiare gli angeli, semmai decidessero di rifare un duetto con Let’s dance, la canzone di Bowie che insieme hanno reso immortale. Già, immortale. Perché, lo sappiamo, gli artisti non muoiono mai.