Paolo Noise, classe 1974, conduttore, deejay, produttore discografico, è il concorrente dell’Isola dei Famosi 2023 che è riuscito a guadagnarsi il premio più ambito: farsi conoscere per la persona che è.

L’Isola ha svelato un Paolo Noise grintoso e sensibile, ma con un percorso in salita dietro all’ironia. Qual è la sua storia?

“Nasco da genitori pugliesi arrivati in una Milano periferica di inizio Anni ’80, quella delle zone che oggi accolgono i migranti stranieri e che una volta erano i dormitori dei lavoratori provenienti dal Sud. Il mio background è un misto di culture nazional-popolari in un contesto di difficoltà economica e di emarginazione, negli anni in cui l’eroina era la grande paura dei genitori.

Figlio di separati, di una madre sola, con un fratello e una sorella maggiori che cercavano di aiutare. Sono cresciuto per la strada, ho imparato ad arrangiarmi, anche nel gioco perché non avendo disponibilità economiche mi inventavo tutto. Sono cresciuto a pane, documentari di Piero Angela e cinematografia italiana con Pozzetto, Calà e Villaggio, il mio mito assoluto”.

Paolo Noise: il collezionista dietro lo speaker

Su Instagram parla dell’essersi liberato dai pregiudizi su di lei. Quali erano, e quali sono i muri che oggi devono cadere?

“I pregiudizi che devono cadere sono le maschere dei ruoli lavorativi in cui veniamo incastrati. Nel mio caso quella di speaker dello Zoo di 105, che sa solo usare un linguaggio volgare bloccando completamente tutto il resto che sono io: emotivo, vulnerabile e capace di fare anche tutt’altro”.

Conduttore radio, DJ, produttore discografico, autore… Lei è un po’ di tutto o sono tante sfide da vincere?

“Sono un uomo a cui piace mettersi in gioco, sperimentare. Dipingo e faccio anche sculture, per esempio… Non sono un presuntuoso che pensa di poter far tutto, ma non voglio pormi dei limiti”.

Più traguardi o cadute nella vita?

“I traguardi che ho raggiunto sono stati costellati da delusioni, perché per una porta che riesci a scardinare ce ne sono centinaia che ti si chiudono in faccia. Come molte persone che non hanno potuto permettersi nulla, i primi guadagni li ho sperperati. La passione per le automobili è stata quella che più mi ha indebitato. Poi, con più senno, ho cercato di fare investimenti lucidi, portando però avanti la grande passione insoddisfatta della mia gioventù: quella per le due ruote. Oggi sono un collezionista, catapultato nel mondo dei restauri, di motociclette fine Anni ’80”.

Il rapporto con Stefania

Lei sa viaggiare bene da solo, ma funziona altrettanto bene in cordata. Qual è la ricetta per essere un duo professionale e reale vincente?

“Il sodalizio vincente è possibile se ognuno dei due protegge la propria individualità, così rimangono la sincerità e la bellezza del vedersi e di raccontarsi le cose e divertirsi. Il troppo tempo insieme, così com’è successo negli anni in cui c’è stata la separazione tra me e Marco Mazzoli, può intaccare”.

Il suo sodalizio più riuscito è quello con sua moglie Stefania Caroli.

“Mia moglie mi ha salvato tredici anni fa dal percorso sbagliato da rockstar folle che avevo intrapreso. Ma ci ha messo quasi dieci anni per rimettere a posto tutto. Io, nel mio piccolo, ho cercato di salvare lei dalla sua apatia. Il segreto della felicità con mia moglie è che lei è la mia migliore amica, la mia amante, la persona con la quale riesco a parlare ininterrottamente nonostante siamo 24 ore insieme. E pensare che quando mi ha visto la prima volta io ero l’antitesi del suo prototipo di uomo, e lei per me era distante anni luce da ciò che potevo anche solo ambire”.

Racconti.

“Lei non sapeva chi fossi. Ero impresentabile, ci siamo parlati solo per pochi istanti, ci siamo risentiti al telefono e rivisti tre giorni dopo. Stefania era sposata, ha lasciato suo marito dopo una settimana. Due settimane dopo vivevamo insieme”.

L’uscita in corsa dall’Isola: come mai?

È stato lei a convincere Mazzoli a partecipare all’Isola?

“No, Marco voleva partecipare, ma non da solo. Ciò su cui l’ho convinto io è stata l’idea di andare insieme e divertirci, un po’ sul modello Una Notte da Leoni: andiamo e dall’interno li prendiamo in giro tutti come si deve. E poi la voglia di far vedere che siamo due persone perbene, non solo i due animali dello Zoo. Lui avrebbe portato il suo ambientalismo, e io mi sarei tolto l’immagine da facocero”.

L’Isola le ha donato qualcosa?

“All’Isola ho scoperto un dettaglio di me che non conoscevo: ho bisogno di vivere secondo una tabella di marcia ben organizzata, se non ce l’ho subentrava l’insoddisfazione. Dopo l’Honduras ho imparato – come mi chiedeva mia moglie – a non essere più il gran musone che ha paura di essere avvicinato e giudicato dalla gente, ma a relazionarmi con le persone con un gran sorriso”.

Ha chiarito la sua uscita dal reality spiegando le serie motivazioni mediche. Ora come sta?

“Sono entrato all’Isola che ero un catorcio e sono uscito salutista. Purtroppo sono dovuto uscire prima per un attacco ischemico transitorio causato da una pozione che ci siamo cucinati in spiaggia a base di acqua di mare. Ero disidratato, quindi l’acqua salata mi ha dato un picco di pressione e c’è stato un errore di primo soccorso prima che arrivasse il medico. Invece che tenermi sollevato il busto, mi hanno tenuto su le gambe, il sangue è fluito verso la testa e nel forte aumento di pressione una vena, per non rompersi, mi si è chiusa. Si è subito riaperta quando il medico mi ha dato la pastiglia per la pressione.

La cosa più pesante è stato convivere con l’ansia che potesse ricapitarmi, che potessi rimanere paralizzato. Avevo degli attacchi di panico, e l’unico modo per controllarli era camminare. Così ho perso altri chili (ora sono a -22kg, ma ho messo su massa muscolare): corro un’ora e mezza al giorno, mi alimento benissimo senza grosse privazioni, e sto sempre meglio”.

Il nuovo Noise ha un sogno ancora da realizzare?

“Il mio più grande desiderio era di lasciare almeno una pellicola cinematografica come si deve. Però adesso è più appetibile una serie TV, quindi ho trasformato il mio progetto in una versione più moderna, della quale sto realizzando il trailer e la presentazione per trovare i fondi. Dentro c’è di tutto, dal divertimento al pianto”.

a cura di Alessandra Pescali