Per rabbia e per amore è scritta a quattro mani da musicisti che hanno il Sud nel sangue. Il napoletano Carlo Faiello e il siciliano Ugo Mazzei cantano un Sud violato segnato da omertà, amore, paura, libertà e sacrifici umani. Un testo moderno, in lingua napoletana e siciliana, manifesto contro una società malata.

Protagonista è la musica d’autore, con le sonorità mediterranee e il caldo ritmo coinvolgente di basso e batteria su un tappeto di archi e di chitarre acustiche.

Le voci d’autore, alternandosi e sovrapponendosi, cantano l’identità e la dignità del Sud fatta di combattenti quotidiani impegnati contro ogni distorsione sociale.

Faiello e Mazzei, con la loro cruda dialettica, lanciano un grido contro il crimine inseguendo il filo rosso dell’Arte rendendolo simbolo bel buon gusto.

Una riflessione su Musica e Società

Per rabbia e per amore, mix di lingue antiche rafforzate dall’antica bellezza del Meridione opposta a ogni forma di prepotenza, pone riflessioni sulla funzione della Musica nella nostra società, spesso usata per inviare messaggi pro-crimine.

Due voci per educare alla lotta al crimine? No. Semplicemente due voci fuori dal coro che non si tingono di “moda”, impegnate nella produzione artistica esemplare concretizzata nella musica.

Mazzei canta “a genti ca si penti e poi nun cancia nenti” e pone l’enfasi su quell’identità omertosa. Faiello accentua nel ritornello il raggio di speranza popolare si “alluccammu chiu forti ce sta chi ce sente” (se gridiamo più forte ci sta chi ci sente).

Una canzone tessuta con trame civili e fili etici, che denunzia uno dei secolari tasselli usati per la costruzione dell’ideologia criminale: l’omertà.

Ascoltare il brano per allineare sinergie civili, riflessione e sensibilizzazione contro la mafia, ma anche contro la violenza civile, focalizzando l’ambientazione italiana, in particolare quella del Sud, sottolineando il paradosso tra la bellezza del Sud e la lurida fangosa realtà del crimine.

a cura di Laura Listro