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Premio Parthenope al Teatro San Carlo: intervista a Gennaro Demetrio Paipais
Premio Parthenope al Teatro San Carlo. A promuovere il premio, l’avvocato Gennaro Demetrio Paipais, consigliere comunale di Napoli, e Gaetano Giudice, segretario di Napoli made.
articolo a cura di Barbara Carere
Come nasce l’idea del premio Parthenope?
“Napoli vanta tanti primati e numerose eccellenze culturali ed imprenditoriali che sono strategiche per generare coesione sociale, senso di appartenenza e valore economico. L’idea di un premio nasce per esaltare in Italia ed all’estero la nostra tradizione culturale ma anche la nostra innovazione imprenditoriale e sostenibile ed essere ancora più attrattivi in uno scenario internazionale. Ed è per questo che, presso il Foyer del Teatro San Carlo di Napoli, abbiamo premiato le diverse realtà che tratteggiano la cultura e l’imprenditoria partenopea. I premiati sono dei veri e propri ambasciatori che, sulla scorta della notevole esperienza, dovranno indirizzare l’azione di valorizzazione del nostro know how in reti internazionali, nazionali e locali. Da queste premesse nasce Napoli made, una realtà che mi onoro di rappresentare insieme al segretario Gaetano Giudice ed al Direttore Sergio Pisani, alla tesoriera Antonella Tizzano ed ai consiglieri Giustino Ferone e Roberta Giliberti e a tanti professionisti, imprenditori, artisti ed economisti, che si pone l’obiettivo di preservare il paradigma Napoli in un sistema multilivello di innovazione”.
Un omaggio alla sua Napoli?
“Un omaggio alle tante realtà che ci rendono orgogliosi delle nostre radici in tutto il mondo. Napoli è diventata un brand che stiamo valorizzando in tutto il mondo. E la Napoli che vogliamo raccontare è stata premiata. È la Napoli de Il Mattino, dell’’Università Federico II di Napoli, del Teatro San Carlo, del Museo e Real Bosco di Capodimonte, dell’Ordine dei Farmacisti, primo Ordine professionale d’Italia. Una Napoli con autorevoli figli che, attraverso la musica ed il cinema, è stata raccontata in tutto il mondo con Renato Carosone, Carlo Pedersoli, Sergio Bruni, Sergio Amato i cui familiari sono stati premiati. È la Napoli della Scuola Cinema. È la Napoli dell’innovazione con autorevoli brand e progetti presenti in tutto il mondo: da Deltronics a OroItaly, dal Gruppo Tecno a Maurizio Marinella, da Nefrocenter aPetrone, da Palingen al Progetto Ocra, da Confidi a Coffee Fest. Non a caso, nel corso della kermesse, abbiamo nominato presidente onorario Luigi Di Maio che per la sua preziosa attività sta contribuendo a rafforzare Napoli quale grande Capitale Europea e mondiale. È la Napoli che ha espresso autorevoli giuristi, ha espresso il Presidente Commissione Commercio Estero Parlamento del Mediterraneo e potrei continuare all’infinito”.
Ha già idea a chi premiare per la prossima edizione?
“In occasione della prossima edizione, programmata in concomitanza della giornata nazionale del made in italy, intendiamo promuovere la creatività e l’eccellenza napoletana, riconoscendo il ruolo sociale della nostra imprenditoria. Ci avvarremo del contributo organizzativo di dipartimenti in materia di Cinema, Musica, Impresa, Accademia, Teatro, mondo delle professioni, Turismo, Salute, Ambiente e tenteremo di contribuire, con il coordinamento di autorevoli giornalisti come Barbara Carere e Barbara Politi, a tratteggiare l’identità internazionale della nostra Città”.
È molto impegnato pubblicamente e politicamente. Progetti futuri?
“La vera sfida è quella di coinvolgere i giovani senza lavoro o che necessitano di nuovi stimoli nei processi di produzione ed innovazione delle eccellenze imprenditoriali per riuscire a costruire una nuova narrazione del lavoro. Come noto, l’andamento dell’export a Napoli e, più in generale, in Campania registra segnali positivi rispetto alle altre macroregioni d’Italia ma questo processo va governato in modo scientifico. Ed è per questo che ci stiamo avvalendo di autorevoli professionisti che dettano la strategia per essere sempre più competitivi. A Napoli, il valore aggiunto è costituito dalla progettazione, dalla produzione ma anche internazionalizzazione. Così aumenta la richiesta lavoro e possiamo intercettare i nostri giovani in settori di intelligenza artigianale e professionale. Per questo motivo, ci stiamo rivolgendo alle diverse realtà che vorranno sposare con noi la sfida di restituire a Napoli il protagonismo internazionale che merita. Ma questa mission, negli ultimi anni, l’abbiamo già avviata”.
È un punto di riferimento per i cittadini. Qual è la sua arma vincente?
“La passione per Napoli detta la linea programmatica delle diverse proposte. Se si favorisce da un lato innovazione, sostenibilità, cultura e coesione sociale e dall’altro mobilità sostenibile, digitalizzazione, servizi essenziali ed inclusività si può alimentare nei cittadini la consapevolezza della dimensione internazionale della nostra città. C’è ancora tanto da fare ma siamo sulla buona strada”.