
Intervista a Ferdinando Tozzi, a cura di Barbara Carere
Le parole dell’avvocato Fernando Tozzi
Ecco l’intervista realizzata da Barbara Carere all’avvocato Ferdinando Tozzi. Scopriamo insieme le sue dichiarazioni.
L’intervista a Ferdinando Tozzi
Ferdinando Tozzi (nella foto di Riccardo Siano) è avvocato, specializzato in diritti d’autore e dello spettacolo e diritti di immagine e nuove tecnologie (ha scritto una significativa monografia sullo sfruttamento commerciale dei diritti della persona e sul right of publicity).
Per oltre dieci anni ha ricoperto il prestigioso ruolo di “giurista esperto” di diritto di autore presso il Comitato consultivo permanente per il Diritto di Autore del ministero per i Beni culturali per poi essere consulente dello stesso Ministero su temi specifici dei diritti di autore, digitalizzazione e nuove tecnologie.
È stato presidente del Collegio dei probiviri del Nuovo Imaie. Dal 2016 è presidente della Campania Music Commission, consigliere ALAI (la più importante associazione internazionale di esperti di diritto di autore) e dell’Italian Academy of the Internet Code, attualmente è anche Consigliere per l’industria musicale e dell’audiovisivo del Sindaco di Napoli.
Come nasce la passione per il suo lavoro?
“Da sempre ho avuto un forte interesse per il diritto ed insieme per l’arte e la cultura, ho cercato di unirle attraverso il mio lavoro di consulente legale per chi fa cultura. Nel tempo ho compreso che non esiste solo il c.d. genio e sregolatezza ma per qualunque progetto artistico, che sia musicale o audiovisivo o letterario o tecnologico, serve creare gli strumenti ottimali per renderlo concreto e vincente, ecco per questo ho deciso di diventare un avvocato esperto di diritti di autore, per sostenere al meglio la realizzazione della creatività e la remunerazione ed il successo di artisti, autori, creativi etc.
Quel che mi ha sempre affascinato del diritto di autore è che tutela le opere dell’ingegno umano ed incentiva la produzione culturale del Paese sia perché ne tutela i risultati sia perché remunera chi crea. Innesca anche un processo di democratizzazione della creatività che, senza remunerazione, sarebbe stata appannaggio di pochi fortunati. Al contempo il diritto di autore tutela la produzione industriale connessa alla creatività. L’industria dello spettacolo è essenziale per il nostro Paese ed ha bisogno di regole chiare. Il diritto di autore prova a fornirle con l’ausilio di noi legali ed operatori del diritto”.
Ha fatto parte del Comitato consultivo del diritto d’autore. Di che cosa si occupa quest’organismo nominato dal ministero per i Beni culturali?
“Iniziai nel lontano 2007 con la presidenza del professore Alberto Gambino, fu una esperienza incredibile durata fino a poco tempo fa. Le leggi sui diritti di autore e le decisioni governative più importanti in materia passavano anche dalla mia scrivania. Avere l’opportunità di contribuire dall’interno allo sviluppo del comparto è avvincente.
Ho conosciuto illustri studiosi, uno su tutti Mario Fabiani ed ebbi anche l’onore e l’onere di coordinare una commissione di ben 110 esperti per lavorare alla riforma della legge sul diritto d’autore che risale al 1941. Ma soprattutto mi ha aperto un mondo che non tutti i colleghi di questo settore conoscono: quello delle istituzioni che si occupano dello spettacolo.
Io ho potuto conoscere il diritto d’autore anche dal punto di vista delle associazioni di categoria e del legislatore ma portando la mia esperienza del privato. Ho così acquisito una visione a 360° e il mio lavoro è diventato anche una osmosi, uno scambio di conoscenze tra i players pubblici e privati a vantaggio di entrambi in quanto riesco ad avere una visione completa delle insidie e trovare soluzioni adatte ad ogni esigenza”.
Quali sono le insidie dalle quali un’artista dovrebbe tutelarsi?
“In generale non riuscire a tradurre un progetto creativo in realtà per contratti errati, negoziazioni sbagliate e superficiali, ignoranza delle regole a anche delle opportunità che la legge offre. Ad esempio, sto tutelando ora molti artisti ed autori che hanno firmato contratti risalenti nel tempo in cui le remunerazioni non sono adeguate all’attuale ruolo che hanno le nuove tecnologie. È un’opportunità nata di recente con la direttiva Copyright e tanti artisti ne stanno beneficiando ma tantissimi non conoscono queste possibilità. Bisogna avere grande conoscenza delle regole non solo normative ma del mercato e saper negoziare bene, anche in supporto al manager dell’artista”.
I suoi punti di forza?
“Ritengo di riuscire a costruire con il cliente – che sia un artista o una società o un ente che opera nel settore dello spettacolo – un percorso che, grazie anche alle mie negoziazioni, suggerimenti, soluzioni e contratti, e sempre con un lavoro di squadra, arriva a destinazione nel modo più ottimale e vincente possibile. Posto che seguo clienti in tutti i campi dalla musica all’audiovisivo alle nuove tecnologie alle arti figurative e performative etc. ciascuno con le proprie peculiari esigenze, in generale ritengo che bisogna essere anzitutto dei consiglieri, creare squadre di competenze intorno all’artista o intorno alle società, sovrintendere e individuare le migliori strategie di sviluppo e valorizzazione.
Ovviamente il core business sono i contratti, cornice strumentale alla riuscita di un progetto artistico. Occorre garantire al cliente massima tutela cercando di prevenire tutti i problemi futuri. Quindi al lavoro classico di legale si affianca, in modo rilevante, un lavoro di consulenza strategica. Dare suggerimenti e indirizzi al cliente su come impostare la trattativa, come raggiungere al meglio i suoi obiettivi e, in alcuni casi, dare anche consigli sui contenuti del progetto ovviamente al solo fine di renderlo, per quanto possibile, efficace da un punto di vista imprenditoriale e tecnico-giuridico, ferma l’assoluta libertà dell’artista (si pensi alla creazione dei format tv)”.
Attualmente, ferma la sua attività di avvocato esperto dei diritti d’autore e dello spettacolo, e’ anche Consigliere Delegato del Sindaco di Napoli per l’industria della musica e l’industria dell’audiovisivo, un ruolo difficile, ma che Le sta dando grandi soddisfazioni?
“Devo dire di si. Sono contento che alla soglia dei 50 anni posso restituire alla mia amatissima Napoli (dalla quale, pur frequentando assiduamente Milano per lavoro, non me ne sono mai andato). Grazie alla sensibilità del Sindaco Manfredi il progetto di Napoli città della Musica e dunque di fare di Napoli davvero una music city sta raggiungendo i risultati sperati, ancora tanto è da fare ma il percorso è tracciato, lo stesso dicasi per l’audiovisivo, l’altra mia competenza. Napoli è una città di grandissimi fermenti culturali e creativi che però non sono mai stati canalizzati e valorizzati anche da un punto di vista economico ed imprenditoriale, noi ora lo stiamo facendo!”
I big nazionali ed internazionali scelgono Napoli per i loro live, quanto lavoro c è dietro ?
“Napoli è ormai un brand fortissimo, però alle imprese del live servono servizi, facilities, professionalità. Ecco perché Napoli finalmente ha acquisito un posto centrale a livello nazionale, stiamo ovviamente cercando di migliorare una serie di situazioni che si portano dietro da anni ed è per questo che siamo in dialogo con i vari players del settore: l’ascolto e l’azione sono elementi essenziali delle politiche culturali del Sindaco”.
Eventi e turismo sono strettamente collegati , e non a caso Napoli ha registrato boom di turisti e soprattutto grandi eventi, l’ultimo in ordine di tempo la finale di X Factor a piazza Plebiscito questa la direzione giusta?
“Con l’Assessore Armato c’è una splendida intesa e lo scorso anno per la prima volta in Italia abbiamo messo assieme i principali comuni musicali per dialogare tra loro. Così come per la prima volta in città abbiamo fatto confrontare, a porte chiuse, operatori turistici e musicali. Ora partono i percorsi di turismo musicale e tante altre cose sono in cantiere. La musica come l’audiovisivo fra le altre portano in alto la brand reputation della città e incentivano un turismo legato agli eventi e ai luoghi della musica e dei film”.
I suoi prossimi obbiettivi?
“Spesso vengono da me giovani artisti ed autori (ma anche CEO di società) che hanno grandi potenzialità inespresse per la pressoché totale ignoranza dei loro diritti.
Io provo ad aiutarli indirizzandoli nel modo opportuno ma talvolta hanno intanto perso anni girando a vuoto e senza una bussola. Ecco credo che un po’ di cultura del diritto di autore, di consapevolezza delle proprie potenzialità possa essere uno strumento formidabile per supportare la produzione creativa.
Allora da tempo suggerisco di promuovere nelle scuole, negli istituti dedicati e nelle Accademie ed Università il diritto di autore. Non perché tuti debbano divenire legali esperti ma perché chi sceglie determinati indirizzi di studio e di professione quantomeno sappia che ci sono degli strumenti che potrà utilizzare a supporto e valorizzazione del proprio talento”.
A cura di Barbara Carere