La dottoressa Rachele Capasso, esperta di longevità e menopausa, ci spiega come vivere a lungo sani e felici.

Dottoressa Capasso esiste un elisir di lunga vita?

“L’aspettativa di vita di una donna si è abnormemente allungata. Agli inizi del ‘900 la vita media di una donna si aggirava intorno ai 47 anni e coincideva con l’età della menopausa. Attualmente la vita media di una donna è di circa 86 anni e si presume che possa ulteriormente allungarsi. Siamo proiettati a vivere fino a 120 anni. L’allungamento della vita media è in parte dovuto al miglioramento delle cure sanitarie.

La sfida più importante è arrivare in età avanzata in condizioni fisiche e mentali proprie di un individuo più giovane, in assenza di malattia e disabilità. Tutte le nuove scoperte nell’ambito della Medicina della Longevità dimostrano che è possibile portare indietro le lancette della nostra ‘età biologica’, che non deve necessariamente corrispondere all’età anagrafica calcolata in base alla data di nascita.

L’età biologica può essere efficacemente calcolata valutando la lunghezza dei telomeri, segmenti di DNA che proteggono le estremità dei cromosomi. Si accorciano con l’invecchiamento e quando sono troppo corti le cellule smettono di replicarsi, riducendo la longevità. L’accorciamento è ereditario o acquisito, ma siamo in grado, con uno stile di vita corretto, di evitarne l’accorciamento. Numerosi studi evidenziano che il ringiovanimento biologico è possibile”.

La menopausa può influenzare la salute della donna?

“Mentre l’uomo con l’avanzare dell’età presenta un lento e graduale declino degli ormoni sessuali con una drastica riduzione dopo i 70 anni (andropausa), la donna cessa più o meno drasticamente la produzione dei principali ormoni sessuali intorno ai 50 anni (51 anni in media in Italia).

Questa perdita ormonale provoca sintomi talvolta invalidanti come vampate di calore, insonnia, sudorazioni notturne, aumento di peso, ipertensione, ipercolesterolemia, iperinsulinemia, stanchezza fisica e mentale (brain fog), sindromi ansioso-depressive nei soggetti predisposti, dolori articolari, disturbi della sfera sessuale e incontinenza urinaria.

La menopausa determina un peggioramento della qualità di vita e un aumento dell’incidenza di malattie croniche degenerative, come osteoporosi, patologie cardiovascolari (ictus, infarto), neurodegenerative (Alzheimer e Parkinson), sarcopenia e tumori, con aumento della disabilità nelle over 60.

Pur essendo l’invecchiamento inevitabile, siamo però in grado di intervenire con un programma di medicina preventiva per preservare la salute degli organi, rallentando così l’insorgenza dell’invecchiamento. Il documento della North American Menopause Society (NAMS) conferma l’importanza della Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) in donne sane sotto i 60 anni e da meno di 10 anni in menopausa per ridurre il rischio di patologie croniche degenerative e migliorare il benessere psicofisico globale.

L’utilizzo degli Ormoni Bioidentici dimostra un profilo di sicurezza maggiore rispetto agli ormoni sintetici. La TOS è personale, sartoriale, tailor-made, contrasta l’endocrinosenescenza e anche il calo sessuale”.

Ci spiega brevemente cos’è la medicina della longevità?

“La Medicina della Longevità è una medicina preventiva delle malattie croniche degenerative legate all’invecchiamento (cardiovascolari, neurodegenerative, tumori). Valuta i principali fattori di rischio alla base dell’invecchiamento, come inflammaging, stress ossidativo, sindrome metabolica, iperomocisteinemia, immunità e microbiota. Si procede con una valutazione genetica completa, inclusa la lunghezza dei telomeri e test epigenetici e metabolomici avanzati.

Dopo un accurato studio dello stato di salute generale si stabilisce un piano d’azione personalizzato con attività fisica, diete specifiche (digiuno intermittente), biohacking (terapia ipossica, terapie infusionali, ozonoterapia, fototerapia, terapia del freddo) e integratori specifici come resveratrolo, polidatina e NAC per ridurre stress ossidativo e neurodegenerazione.

Altre molecole promettenti sono spermidina, metformina, GLP-1, rapamicina, senolitici e probiotici. Non possiamo arrestare il tempo, ma possiamo rallentare i processi degenerativi e migliorare la qualità di vita e la fertilità”.

Con la medicina rigenerativa inizia una nuova era?

“Oggi possiamo rigenerare i tessuti invecchiati con cellule staminali o fattori di crescita che riparano i tessuti”.

Da dove nasce il suo interesse per questo nuovo modo di interpretare la medicina?

“Ero alla ricerca di risposte concrete ai problemi lamentati dalle donne. Mi sono avvicinata alla Medicina Antiaging circa dieci anni fa, oggi definita Medicina della Longevità, approfondendo l’utilizzo degli Ormoni Bioidentici. Ringrazio mio padre per avermi trasmesso l’amore per la Medicina e lo spirito di innovazione e mia madre per avermi trasmesso l’attitudine alla cura del prossimo”.

a cura di Barbara Carere