Un fantasma si aggira per Sanremo: Greta chi?
che Sanremo fosse la fabbrica delle polemiche lo sapevamo benissimo e a dirla tutta ci piaceva pure un pochino proprio…
che Sanremo fosse la fabbrica delle polemiche lo sapevamo benissimo e a dirla tutta ci piaceva pure un pochino proprio per quello.
Ma che il raffinatissimo nome di una innocente ragazza dei giorni nostri potesse sollevare nugoli di vespe assatanate ha colto di sorpresa anche i più smaliziati.
Pietra dello scandalo è Greta Menchi, classe 1995, di professione youtuber -si, ho detto professione-, curriculum composto da video girati in autonomia in cui racconta le proprie avvincenti vicende di vita vissuta, un libro in cui narra le proprie avvincenti vicende di vita vissuta e da oggi membro ufficiale della Giuria di Sanremo 2017. Accanto a nomi alti e nobili della musica italiana, che per citarli bisognerebbe alzarsi in piedi e cade il computer.
Ma perchè tanto scandalo intorno all’elezione alla Sacra Rota della Musica di una ragazza della porta accanto?
Dunque, a cercare bene bene nel torbido un motivello ci sarebbe: non ha nessun tipo di competenza dal punto di vista musicale, per dirne una. Il che la mette in un posizione non propriamente solidissima, specialmente di fronte a mostri sacri della canzone e professionisti che , se pur alle volte giovani, mangiano pane e musica fin dai tempi della culla.
Ecco, l’abbiamo detta. Le considerazioni che si possono fare in merito sono innumerevoli, e tutte ugualmente degne di rispetto. Ma volendo immaginare di essere un cantante professionista, di aver dedicato tutte le mie energie per comporre un pezzo (magari orrendo), e di portarlo a Sanremo per giocare LA carta più importante del mazzo, non so quanto mi piacerebbe l’idea che le sorti della mia carriera siano affidate ad una ragazza onestamente simpatica, certamente molto popolare tra i suoi coetanei, ma altrettanto candidamente priva di qualsiasi metro di giudizio in tema di musica.
Sarebbe un po’ come mettere i Righeira in giuria al premio Strega… “un mio progetto” direbbe l’architetto Crozza, “può non piacere…”