Michele Bravi si racconta: dal coming out a Sanremo, alla difficoltà d’innamorarsi
Michele Bravi, il giovanissimo vincitore della settima edizione di X Factor, ieri (6 giugno) era tra gli ospiti di Bring…
Michele Bravi, il giovanissimo vincitore della settima edizione di X Factor, ieri (6 giugno) era tra gli ospiti di Bring The Noise, la trasmissione in onda su Italia 1, condotta da Alvin.
In questi giorni, inoltre, si è esibito all’Arena di Verona per i Wind Music Awards in onda su Rai 1 e condotti da Vanessa Incontrada e Carlo Conti.
Il giovane cantante che ha partecipato all’ultima edizione di Sanremo con il suo brano “Il diario degli errori”, ha rilasciato una recente intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato di sé del suo coming out e di quando a 18 anni rifiutò di partecipare al Festival di Sanremo.
«Quando mi aveva chiamato Fazio dopo X Factor mi sono detto: ma come faccio a presentarmi su quel palco? Avevo 18 anni, non ero pronto a dire niente. Certo, se avessi saputo quanto sarebbe stata dura dopo, non so cosa avrei fatto. È andata bene, ma lo so ora. Mi hanno detto che ci voleva coraggio per dire no: io ho sempre pensato che è più coraggioso esporsi senza essere sicuro di quello che dici. (…) Ho provato rancore per chi mi diceva che era finita. Dentro casa mia volavano i vaf*****lo. Adesso provo rancore per la falsità, quando mi sento dire: l’ho sempre saputo. Non lo sapevo io, stai zitto. Ero il primo ad avere dubbi, ma certe persone non si rendono conto di che impatto possa avere una frase», così ha spiegato perché non partecipò al noto concorso.
Michele è poi tornato sull’argomento coming out ed ha raccontato com’è avvenuto: «Mi hanno chiesto chi era la ragazza per cui soffrivo e ho solo risposto: veramente è un ragazzo. Incredibile. Chi ha la mia età mi ha detto: mi spiace. Le persone più grandi invece hanno fatto titoloni, scritto che ero stato coraggioso. Ma per cosa? Ho solo detto che stavo male perché avevo chiuso una storia. Questa necessità di dire tu stai da una parte o dall’altra per me non c’è, e credo sia lo stesso per molti della mia generazione. So di avere un minimo di influenza: non voglio mettere da solo delle categorie».
E poi ha aggiunto: «Mi fa rabbia chi dice: ‘Se la società fosse così sarebbe tutto più semplice’. Le cose si cambiano solo vivendole con naturalezza. Con il termine coming out mi stai buttando fuori da una categoria e non è così”. Anche perché, “ci sono i miei testi, gli aggettivi che uso, le ‘a’ e le ‘o’, che parlano per me. Ho raccontato anche quello che è successo dopo questa storia finita, che è quello che succede a tutti: ti lasci e vai con chiunque. Così ho scritto anche del sesso orale con una ragazza. E quindi? Canto ‘ho lasciato troppe volte la mia impronta sopra un letto’. Cosa sto dicendo? Che stavo lì a fare di tutto. Per questo non riconosco quella venatura eroica che pure, rispetto al mio ego, fa piacere. Sono solo un interprete della mia vita».
Sul suo futuro dice: «Mi auguro solo di innamorarmi, di chi non conta. Male che vada il prossimo disco lo dedicherò al mio cane, si chiama Signora Longari: siamo in simbiosi. Dà forma al mio vivere: aiutarla mi aiuta, toglie un po’ del mio ego».
Infine, ha concluso con una sua riflessione: «Ho grossa difficoltà a stabilire rapporti saldi, prima che capisca l’altro e mi faccia capire ce ne vuole. La leggerezza non è il mio carattere: vivo tutto male. Ma quando canto non mi faccio più paranoie: vivessi cantando sarebbe tutto più bello».