Addio calvizie: con l’autotrapianto i capelli tornano al loro posto
Tecnica Strip o tecnica F.U.E: all’Istituto Giglio soluzioni all’avanguardia per ogni esigenza. Giuliano Cristofaro: “La tricologia ha fatto passi da gigante, oggi c’è speranza davvero per tutti”
“L’unica cosa che ferma la caduta dei capelli è il pavimento”. Così si burlava della sua progressiva calvizie il grande Maurizio Costanzo, ignorando però gli straordinari progressi della tricologia avanzata, la branca della dermatologia che studia l’anatomia, la fisiologia e la patologia dei capelli e dei peli.
Nell’anno di grazia 2023 la calvizie è, al massimo, una (discutibile) scelta estetica, non certo uno status irreversibile. Perché – come spiega Giuliano Cristofaro, co-fondatore dell’Istituto Giglio – “quando si parla di caduta dei capelli, oggi c’è davvero speranza per tutti”. Le tecniche di trapianto, infatti, si sono ormai perfezionate, dunque quando l’intervento è affidato a professionisti competenti e referenziati il risultato è garantito.
Le cause della caduta dei capelli sono molteplici (stress, patologie, fattori genetici) ma, qualunque sia la ragione del progressivo rimpicciolimento del follicolo pilifero, preludio alla calvizie, riavere i propri capelli – come detto – non è più un’illusione.
Una delle soluzioni più efficaci proposte nelle undici sedi dell’Istituto Giglio (Milano, Treviso, Parma, Reggio Emilia, Genova, Cesena, Pesaro, Roma, Taranto, Catania e Firenze) è l’autotrapianto dei capelli, un metodo chirurgico molto efficace che, tuttavia, necessita di tre fattori: l’età del paziente, l’estensione dell’area calva e la “zona donatrice” ricca (nuca).
Come funziona l’autotrapianto
L’autotrapianto può essere eseguito utilizzando due tecniche: la Strip (detta anche F.U.T.) o la F.U.E., che divergono solo per le differenti modalità di prelievo delle unità follicolari.
In particolare, la F.U.T. (Follicolar Unit Transplantation) consiste nel prelievo di una losanga di cuoio capelluto (STRIP) dall’area donatrice (nuca), che viene quindi suturata. La cicatrice nella zona prelievo è talmente sottile da essere impercettibile anche con capelli corti.
Questo tipo di intervento consente più prelievi di capelli, con intervalli di almeno un anno. Utilizzando la tecnica F.U.T. si possono avere alte percentuali di attecchimento dei capelli trapiantati, che sono superiori alle percentuali della tecnica F.U.E.
La tecnica F.U.E. (Follicolar Unit Extraction) è, invece, una tecnica che preleva direttamente le unità follicolari dalla zona donatrice. È usata come tecnica da circa vent’anni, ed è l’evoluzione della tecnica punch (ciuffetti effetto bambola) abbandonata a favore della tecnica STRIP (FUT).
Il metodo F.U.E. preleva le unità follicolari nell’area donatrice con bisturi circolari molto piccoli. Il prelievo può essere fatto manualmente, o con l’utilizzo di un sistema rotante motorizzato.