Albano e il caso Ucraina: ecco le foto dello ‘scandalo’ (ESCLUSIVA)
In esclusiva per Novella 2000 le foto dell’incontro fra Albano e Putin che ha indotto l’Ucraina a mettere al bando…
In esclusiva per Novella 2000 le foto dell’incontro fra Albano e Putin che ha indotto l’Ucraina a mettere al bando il cantante pugliese.
All’età di 71 anni suonati, sulla testa di Albano Carrisi pende ora la messa al bando dall’Ucraina, diramata una settimana fa. Il governo dell’ex repubblica sovietica ha addirittura definito nemico pubblico il cantante di Cellino San Marco, aprendo inconsapevolmente la strada all’ironia del web.
Mentre Albano si dichiara legittimamente un artista che opera nel segno della pace, l’Ucraina resta sorda alle sue repliche. Tanto più che nelle ore più recenti il Paese allunga la sua lista nera con il nome di un altro interprete simbolo della canzone italiana, Toto Cutugno.
Il seme della discordia tra Albano e l’Ucraina sarebbe stato innestato dal primo con la sua esibizione sul palco del gala che nel dicembre 2017 celebrava il centenario della Ceka. I servizi segreti sovietici, nei quali lo stesso Putin militò prima dell’ascesa al Cremlino, sono infatti invisi al governo ucraino per ragioni storiche.
Ma Albano rientrerebbe per l’Ucraina addirittura fra i personaggi più vicini a Putin, così da costituire un potenziale pericolo per il potere centrale.
L’intera questione è sintomatica delle irreparabili fratture tra l’amministrazione di Kiev e il Cremlino, i cui rapporti sono chiaramente tutt’altro che sereni. Ed è altrettanto chiaro che Albano (come il collega Cutugno) sia vittima innocente del delicato conflitto fra i due paesi. Conflitto che, ritirate fortunatamente le armi, prosegue però a colpi di surreali embarghi come quelli degli ultimi giorni.
Il direttore di Novella 2000, Roberto Alessi, ha dedicato al tema l’ultimo editoriale che sarà in edicola da domani. Si tratta di un’esclusiva assoluta del nostro magazine che, oltre a raccogliere l’amarezza di Albano sull’intera vicenda, vi mostra le foto della collezione privata del cantante presumibilmente usate dal governo ucraino come prove della sua amicizia con il Premier russo.
Albano e il caso Ucraina: l’editoriale di Roberto Alessi sul nuovo numero di Novella 2000
Roba da matti: Albano è considerato dall’Ucraina come un terrorista, un pericolo per la sicurezza nazionale. Troppa vodka? Un colpo di freddo? Un momento di amnesia? Che si sia confuso il nome Albano con al bando? O Carrisi con Carrisis, e per la finale ISIS si intende il presunto stato islamico coacervo di terroristi.
Le battute sul web si sprecano, si ride, e tanto, viene da ridere.
“Ma c’è poco da ridere: non è bello sentirsi dire certe cose, soprattutto da un rappresentante istituzionale di un paese che mi ha sempre voluto bene, perché io amo il popolo ucraino, là conoscono le mie canzoni, le cantano perfino in Italiano”.
Albano sorride, è uno che ha le spalle grosse, mi mostra le sue foto con Putin, brindano dopo un suo concerto. Non sembrano certo due amiconi, uno fa la star, l’altro il capo di stato, niente di più.
“Già, perché tutto questo capita perché ho cantato davanti a Putin. Cosa avrebbero voluto, che mi rifiutassi? Io canto per tutte quelle persone perbene che decidono di venire ai miei concerti. Non chiedo le loro idee, la loro razza, la loro etnia, se sono ricchi o se sono poveri, se sono uomini o donne, se sono etero o gay. Io canto per il prossimo e per chi mi vuole sentire e ha voglia di divertirsi, il resto non conta. Se mi dicono davanti a Putin non dovevi cantare, rispondo: ‘No, belli miei, non ci sto’.
“Ho incontrato Putin più volte, negli anni Ottanta durante una tournée in Russia. Feci 18 concerti a Leningrado e altri 18 a Mosca. In uno di quelli arrivò, ma allora era il capo del Kgb. Il giorno dopo venne in hotel per salutarmi. Poi qualche anno fa cantai al Cremlino per festeggiare un Capodanno. Allo stesso tavolo c’erano Putin e la sua famiglia e Boris Eltsin e famiglia. Nel novembre scorso, invece, alla festa del centenario del Kgb, eravamo tanti, un concerto collettivo. Lui si divertì, come tutti”.
Albano a Novella 2000: la replica del cantante alla messa al bando dall’Ucraina
Albano ha la voce pacata come sempre, quasi sempre. Ma poi si infervora. La storia del terrorista gli scoccia:
“Le mie canzoni portano, gioia, non dividono, uniscono, sono messaggi d’amore, non di guerra, di pace, non di battaglia. Per questo le mie canzoni da sempre hanno scavalcato le frontiere in tutto il mondo, piacciono in Russia come in America, in Canada come in Sudamerica, abbattono quei confini creati dai politici. Ai miei concerti vedo gente di ogni popolo e razza divertirsi, abbracciarsi, sorridere. Noi artisti abbiamo un compito immenso e meraviglioso: portare la gioia nelle case, là dove c’è gente che magari vive anche momenti di difficoltà e cerca un attimo di evasione, di leggerezza, di musica e di poesia. Può essere tutto questo un pericolo nazionale? Forse sì”.
Concludo questo sfogo di Albano con una citazione di Paolo Casals, un grande musicista spagnolo: “La musica scaccia l’odio da coloro che sono senza amore. Dà pace a coloro che sono in fermento, consola coloro che piangono”. E di questo forse certi politici devono davvero aver paura, questo sì che è un pericolo nazionale per il loro potere.
Roberto Alessi