Alessandro Gassmann: Con Il premio ricordo papà
Il premio, terzo film da regista di Alessandro Gassmann in sala da oggi in 350 copie con Vision Distribution, racconta…
Il premio, terzo film da regista di Alessandro Gassmann in sala da oggi in 350 copie con Vision Distribution, racconta una storia che ha come protagonista Giovanni Passamonte (Gigi Proietti), un uomo esagerato, pieno di personalità, dalle tante mogli e con figli (almeno quelli da lui conosciuti) sparsi dappertutto.
Chi è mai Passamonte? Un grande scrittore, uno che ha prodotto tanti bestseller di successo internazionale, ma anche un bon vivant, uno che conosce la vita e gli uomini tanto da diventare necessariamente cinico ed egocentrico quanto basta.
Quando gli comunicano che ha vinto il premio Nobel per la letteratura, Passamonte, che non ha mai superato davvero la paura di volare, decide di partire in auto verso Stoccolma. Con il fidato segretario-autista Rinaldo (Rocco Papaleo). Ma, per una serie di circostanze, si uniscono a loro anche due dei suoi figli: Oreste (Gassmann), cinquantenne ignorante e schietto che sogna di aprire una palestra e Lucrezia (Anna Foglietta), scatenata blogger che pensa di sfruttare l’avvenimento per il suo lavoro.
Gassmann: quella del Premio non è la mia famiglia
“Questa non è la mia famiglia – dice il regista-attore – ma molti umori ricordano alcuni passaggi della mai infanzia”.
Il lungo viaggio da Roma a Stoccolma si trasformerà in un percorso a ostacoli in cui i quattro si troveranno, forse per la prima volta, a mettere in discussione i propri rapporti.
Oreste incontrerà suo figlio (Marco Zitelli) e la sua amica cantante simil-Bjork (Matilda De Angelis) e Lucrezia scoprirà che l’uomo di cui si è appena invaghita è un inaspettato fratello, sconosciuto allo stesso padre.
La vita? Una commedia di drammi, emozioni e malinconie
“Ritengo che la vita in generale sia una commedia piena di drammi, emozioni e malinconie e avevo voglia di fare questo viaggio per raccontarla” spiega Gassmann. “Viaggi in auto con mio padre – confessa – ne ho fatti tanti. Lui guidava molto male e aveva sempre macchine veloci, difficili da guidare. Così in tournée spesso lo accompagnavo. Ricordo sempre i suoi grandissimi silenzi, non parlava tanto, ma poi era capace di dire tante verità in maniera netta, proprio come Passamonte. Comunque non è che con questo film volevo chiudere i conti con papà, personaggi come lui vanno sempre ricordati perché sono una parte importante della cultura del Paese”.
Per quanto riguarda fratelli e sorelle, dice: “Non ho mai avuto scontri con loro, ma va detto che non ne ho mai avuti al cento per cento, erano sempre fratellastri e sorellastre”.
Infine dice Proietti: “Ero molto amico di Vittorio anche nel privato e gli devo moltissimo, perché mi aveva segnalato come un promessa insieme ad attori come Carmelo Bene. Alessandro me lo ricorda molto, specie nella camminata. Quando lo vedo camminare penso: è lui!”.