Alessio Bernabei spara a zero sui Dear Jack e usa parole davvero forti
Durissime parole quelle di Alessio Bernabei nei confronti dei Dear Jack: il cantante racconts tutto quello che è successo al gruppo.
Alessio Bernabei e i problemi con i Dear Jack
Intervistato da Rolling Stone, Alessio Bernabei si è lasciato andare a tantissime confessioni. Oltre ai progetti attuali e a ciò che vorrebbe fare in futuro, non sono mancate le domande sul suo passato. Bernabei, infatti, era il frontman dei Dear Jack, con i quali partecipò ad Amici riscuotendo un ottimo successo. Ma poi le cose non sono andate come sperato e così lui ha lasciato la band. Il motivo? Magari ce ne fosse solo uno! Il cantante non ha usato mezzi termini per raccontare tutto ciò che li ha portati a dividersi.
I veri Dear Jack, quelli originali, eravamo in due: io e il chitarrista. Ho iniziato a fare punk in un magazzino e poi ho messo in piedi un’altra band che faceva metal. Un mio amico mi ha detto che Amici aveva aperto alle band, ma mi sembrava difficile prendessero metallari per un programma di Canale 5. Così ci siamo alleggeriti, portando canzoni che presentavo ai concorsi di canto cui mia madre mi obbligava a partecipare. Presi i primi ragazzi che mi capitarono e alle selezioni presentammo brani come Anima gemella. È stata una cosa improvvisata, ma hanno visto in noi una potenziale band per teenager. Ci siamo trovati con un successo inaspettato tra le mani. Prima è una figata, poi ti mangia.
E così piano piano sono arrivati i problemi tra Alessio Bernabei e gli altri componenti dei Dear Jack:
[Mi ha fatto dire basta] la convivenza costretta con dei ragazzi con cui non eravamo veramente fratelli, a eccezione di uno. Sei in giro su un van e, dopo un po’, se sei costretto a vedere ogni giorno le stesse facce, ti vai sulle palle. Tutte le parti caratteriali negative sono venute allo scoperto. Abbiamo tirato fuori il peggio di noi. […] Una mattina mi sono svegliato e non avevo più voglia di suonare. Quella roba lì mi ha fatto capire che stavo sbagliando direzione. Quello che prima era il mio più grande sogno era diventato il mio peggiore incubo: stare su un palco. Non mi importava più, anche se mi dicevano che avrei fatto l’Arena di Verona, che poi è stato l’ultimo live insieme ai Dear Jack. Dovevo cambiare perché odiavo i miei compagni e la situazione.
Ho spiegato loro il disagio. Ho detto, sinceramente, che mi stavano sul cazzo, uno per uno. Erano sollevati perché ero diventato una palla al piede. Loro avevano stretto un’amicizia: ero io l’anello debole fuori da tutto. Mi hanno detto che potevo andare. Ci sono rimasto male. Mi sono detto: ma come? Sono il vostro cantante, abbiamo fatto tutto insieme! Forse aveva stancato la mia presenza. Soffrivano il mio essere pretenzioso. Avevo un’idea di band che loro non condividevano. Loro pensavano di essere una boy band, di essere tutti uguali. Io, invece, la immaginavo con un frontman che spacca supportato da una band che spacca allo stesso modo. […] Non dico che arrivavamo alle mani, ma le discussioni erano infuocate. Ci mandavamo affanculo e magari, dopo due ore, avevamo un live e dovevamo sorridere. È questo che mi ha distrutto.
Ovviamente Alessio Bernabei si prende le sue colpe, ma è un po’ rammaricato per la mancata reunion…