
Alfredo Fucito chirurgo: il benessere senza rischi
Alfredo Fucito, celebre chirurgo oncoplastico, e il suo approccio consapevole alla chirurgia estetica: “Non tutti gli interventi sono giusti”
Dottor Fucito, il suo curriculum è tra i più prestigiosi tra i suoi coetanei e i suoi numeri sono da capogiro. Qual è il suo segreto?
“Grazie, effettivamente mi sono laureato in medicina a 23 anni e ho iniziato a lavorare molto presto e quindi ho avuto la possibilità di sfruttare molte occasioni che mi si sono presentate.
Mi sono trasferito appena laureato a Milano dove ho iniziato la mia formazione in chirurgia semiologica con il prof. Umberto Veronesi, per poi trasferirmi presso lo Sbarro Institute di Philadelphia sotto la supervisione di una persona speciale, che è il prof. Antonio Giordano, dove ho avuto la fortuna di essere il primo chirurgo del pianeta ad approfondire lo studio delle mutazioni epigenetiche responsabili del cancro della mammella.
In quel periodo ho anche scritto diversi ‘papers’: in uno, in particolare, ho previsto nel 2007 quella che sarebbe stata la ricaduta di quelle scoperte sulla chirurgia senologica degli anni a venire. Poco dopo, una nota attrice dichiarava a tutto il mondo di essersi sottoposta a un intervento di mastectomia preventiva. Oggi posso dire di non aver sbagliato nulla”.
Come mai ha deciso di iperspecializzarsi in chirurgia oncoplastica senologica?
“Nel corso del tempo, da chirurgo senologo oncologo ho capito che il futuro della senologia chirurgica sarebbe stato senza ombra di dubbio un’evoluzione in senso oncoplastico. Come dico sempre alle mie pazienti, dopo una diagnosi di cancro della mammella c’è la paura del ‘tumore’, ma fortunatamente ormai le terapie innovative degli ultimi anni hanno modificato molto positivamente la storia delle pazienti che si ammalano. Pertanto, tutto ciò che restava loro era solo il danno estetico, a carico di un simbolo della femminilità: la mammella.
Da queste considerazioni e da tante difficoltà tecniche, sulla scia di un grande maestro che è Roy De Vita, ho sposato il concetto in base al quale il chirurgo che demolisce per rimuovere il cancro deve anche ricostruire al meglio. Quindi ho deciso di consa- crare la mia vita alla chirurgia oncoplastica mammaria”.
L’impegno come chirurgo estetico
Lei si occupa anche di chirurgia estetica?
“Sì, certamente. Per questioni etiche ho preferito differenziare la mia attività istituzionale da quella di libero professionista, dedicandomi alla chirurgia estetica con la stessa etica e la stessa perizia con la quale approccio alla problematica oncoplastica.
Molte pazienti si rivolgono a me proprio per questo motivo, soprattutto le pazienti più assennate, che scelgono il medico sulla base del curriculum e delle esperienze certificate e non dai like o dalle pubblicità sponsorizzate sui social.
Purtroppo oggi la chirurgia estetica è diventata appannaggio di avventori di ogni tipo. Ancor peggio la medicina estetica, fonte di tantissime complicanze poiché alla mercé di estetisti e personale paramedico. Tutto ciò nuoce gravemente a utenti poco attenti e ancor meno prudenti”.
Leggendo i commenti che la riguardano traspare la sua etica, la sua capacità di comunicare e di rassicurare, ma soprattutto il suo buon gusto, oltre che un gran cuore.
“Le faccio una premessa: il buon gusto è un dono. O ci nasci, oppure non lo avrai mai. Il senso critico si affina nel corso della vita. Mi capita molto spesso di interfacciarmi con giovani donne che approcciano alla chirurgia estetica in maniera ‘sconsiderata’. Spendo sempre tanto tempo con le mie pazienti, tanto
che incontro almeno tre volte la paziente o il paziente (poiché anche gli uomini si approcciano alla chirurgia estetica) prima di procedere con l’atto chirurgico. Mi
sembra il tempo minimo per poter comprendere le reali necessità della paziente.
Cerco di far comprendere i limiti ma soprattutto i rischi. Spendo tanto tempo nella pianificazione delle protesi sia mammarie che glutee – trend in grande aumento negli ultimi anni. Un risultato eccellente è figlio di una attenta e maniacale pianificazione”.
‘I miei punti di forza’
Affidabilità, competenza e professionalità sono i suoi punti di forza?
“Sono, con l’etica, la sintesi corretta di ciò che offro alle mie pazienti. Ho dei punti fermi nella mia professione, sia da chirurgo oncoplastico che estetico. Solo chi non lava i bicchieri non li rompe. Pertanto anche nelle complicanze faccio la differenza: le mie pazienti vengono prese in carico da me dall’inizio alla fine del trattamento chirurgico e in caso di complicanze sono il primo a rilevarle e il primo a risolverle al meglio. Forse per questo visito persone già operate da altri, con qualche problema, che si affidano a me per la risoluzione, ahimè (ride, ndr)“.
La chirurgia estetica è diventata un cult per tante teenager. Lei come si pone intorno alla questione?
“Questo è un argomento molto importante. Premesso che la chirurgia estetica è appannaggio di soggetti maggiorenni, in pochissimi casi può essere presa in considerazione per minori. Un caso su tutti è la ‘deformità’ di qualunque distretto corporeo. Ho appena operato, ad esempio, una ragazzina da pochi giorni maggiorenne con un serio problema di deformità mammaria dettata da una agenesia di una delle due mammelle.
Beh, in quel caso chiaramente c’è un’indicazione massima nell’eseguire l’intervento di ricostruzione mammaria, poiché ha una ricaduta sulla psiche della persona. Oppure nelle giovani donne affette da anoressia: spesso i colleghi psicologi consigliano l’intervento di mastoplastica additiva a scopo psicologico. O penso ai ragazzi con deformità dell’orecchio esterno.
C’è da dire che troppe ragazzine, prese dagli stereotipi, giungono alla mia osservazione per interventi chirurgici con richieste assurde. Io credo che il mio ruolo, e quello di tutti coloro che hanno un ruolo sociale importante come quello del chirurgo, sia quello di discutere con la paziente la sua richiesta, analizzarla e risolvere la problematica. Perché l’intervento, prima di eseguirlo, bisogna ragionarlo secondo scienza e coscienza. Ci sono già troppi mostri in giro per strada e sulle spiagge d’Europa, ultimamente”.
Presto il Premio Malafemmena
A giugno riceverà il prestigioso Premio Malafemmena, dedicato a Totò. Felice di questo riconoscimento come eccellenza nel suo ramo medico-scientifico?
“Assolutamente sì. È un riconoscimento molto prestigioso, quest’anno giunto alla sua ventunesima edizione, patrocinato dall’assessorato al Turismo del Comune di Napoli. Premesso che sono legato al principe De Curtis da un doppio filo – sono un suo grande fan – non sono nuovo al Premio Malafemmena: mi ha già portato tantissima fortuna in passato ed ora sono onoratissimo di riceverlo di nuovo. Non vedo l’ora”.
Grazie, dottor Fucito, per questa bella chiacchierata.
“Grazie a voi per l’interessamento. E soprattutto, ribadisco: affidatevi ad esperti del settore, fate delle scelte consapevoli, perché la vostra salute non è uno scherzo”.
a cura di Barbara Carere