Alla ricerca di… Can Yaman con Elena D’Ambrogio
Can Yaman si racconta in un libro che fa arrossire chi lo legge, ed Elena D’Ambrogio ce ne offre qualche succulenta anticipazioni
Il libro di Can Yaman
Anche il divo del momento Can Yaman è stato travolto dal bisogno di raccontarsi. Come per la maggior parte dei personaggi pubblici, pare corra l’obbligo di mettere a nudo la propria vita, e per farlo nulla può sostituire l’efficacia (anche mediatica) di un libro.
L’attore turco è ormai il volto più popolare del mondo dello spettacolo, grazie alle fiction Daydreamer e Viola come il mare. Ma ha scelto di dare di sé un volto più intimo con il libro Sembra strano anche a me (Mondadori).
Rivelando il suo privato, che percorre dall’infanzia, oltre a siglare una maggior vicinanza e familiarità con i suoi fan (quasi un gesto di gratitudine per tutto l’amore che gli riversano quotidianamente), ha aggiunto un aspetto sociale, in quanto l’operazione libro è collegata al suo profumo e all’associazione per i bambini da lui fondata.
“Nel libro racconto tutto quello che mi è successo prima di diventare attore. I miei genitori, la mia infanzia, quello che ho vissuto e che mi ha portato a diventare la persona che sono”.
A 32 anni è un invito accattivante. Normalmente il bilancio di una vita si fa in anni più avanzati. Evidentemente Can non intende fare i conti, ma portarci a braccetto, a tappe, lungo il sentiero della sua vita. E come, se non iniziando dalle origini?
Già nascere a Istanbul (da madre turca e padre albanese), in una città che racconta i confini e l’unione tra il mondo occidentale e quello orientale, in un mosaico di popoli, rende chiara l’importanza di culture che, mescolandosi, danno l’idea di essere al centro del mondo.
Al centro di un grande interesse popolare sicuramente Can Yaman vi è giunto: lo sguardo seducente, i pettorali scolpiti e la simpatia esplosiva hanno completato la sua predisposizione alla recitazione, lanciandolo in un Olimpo di eletti.
Libri e celebrità
Del resto la gente ama conoscere da vicino il pensiero e la vita dei personaggi famosi, da cui trarre ispirazione, esempio e soprattutto grande soddisfazione della propria curiosità.
I libri dei protagonisti del mondo patinato sono i più acquistati, e forse anche i più letti. Questo, di certo, non esclude la bontà della distensione, la leggerezza, l’allegria e l’appagamento che danno letture meno impegnate ma più goliardiche, rilassanti o di tendenza.
Ma la tendenza a rendere pubblico chi è già straordinariamente pubblico può non sempre apparire come un tassello di storia da lasciare ai posteri. Vale lo stesso principio per chi famoso non è, dunque approccia il mondo della scrittura per imbastirsi di un titolo identificativo.
Personalmente credo che realizzare il sogno di scrivere un libro sia onesto. Come sempre è il principio con cui lo si fa, e soprattutto ciò che si ha da dire, e come lo si sa dire, che fa la differenza.
Raccontare una storia, anche la propria, è liberatorio, terapeutico e anche una disciplina personale premiante.
Sono persuasa che ci sia posto per tutti a questo mondo. L’importante è prendere coscienza di quale sia il proprio posto, senza perdere mai di vista l’importanza della crescita.
Spesso sono raccontate storie dove emerge l’improvvisazione, sebbene con qualche colpo di scena di rito. Scalpore senza calore. È un mondo dove occorre entrare con il dovuto riguardo.
“Diventa ciò che sei”, consigliava Nietzsche. Cresciamo naturalmente con modelli imitativi, ma poi bisogna diventare quello che propriamente si è. Osiamo dunque, l’audacia può rivelarci mondi inaspettati da esplorare, che ci appartengono, di cui far parte, che svelano le nostre virtù. Se sono quelle che abbiamo in dote.
Can Yaman le sue doti d’attore le ha scoperte con un’opportunità apparentemente capitata per caso. Avendo studiato giurisprudenza, con ogni evidenza non se ne sarebbe mai potuto rendere conto. Il suo fascino lo avrebbe esercitato comunque in ogni professione. Certamente sa porsi e proporsi, per esempio il suo profumo (che contiene note di fragola, cacao, tabacco e whisky), quando una donna lo vaporizza su di sé, sembra possa avere la sensazione di avere Can lì con lei.
Che fortuna che sia stato tanto affascinato dal nostro Paese da studiare in un liceo italiano a Istanbul, che lo ha preparato a fare il suo ingresso in Italia parlando già perfettamente la nostra lingua.
Can Yaman ci vuole raccontare come i segni del destino esistano, e stia a noi saperli cogliere. Nonostante adesso viva in Italia, ha legami fortissimi con la sua terra. Narra di un’infanzia meravigliosa e di quanto ancora oggi i suoi genitori restino i suoi migliori amici.
Dal suo essere solare, allegro, fa specie pensare che da piccolo potesse essere introverso e poco incline a stare con i suoi coetanei. Ma crescendo ha imparato velocemente ad assaporare la vita, con una grande apertura alle novità:
“Mi piace il lavoro di attore, ma ho bisogno di sapere che posso fare tante cose nella vita. Non succederà, ma sapere che magari a quarant’anni mi stanco e torno a fare l’avvocato mi dà una grande forza”.
Mentre si gode il momento che lui stesso definisce un “miracolo”, in cui tutti impazziscono per lui, diamo fiato ai sogni perché non finiscano mai, con la certezza che il meglio deve sempre venire.
a cura di Elena D’Ambrogio