I disegni celesti legano la vita e la morte in modo disarmante. Neanche le più accanite fantasie autorali reggono la cruda realtà, non fosse altro perché questa la tocchi con mano. Un gioco audace, molto triste ma – se vogliamo – anche romantico, ha posto vicini due personaggi molto amati: Lady Diana Spencer, Principessa del Galles, madre del futuro Re d’Inghilterra, e Gianni Versace, stilista fantasioso di straordinaria fama. Miti oltre la moda e le mode con una favola senza lieto fine che continua ad appassionare.

Si incontrano nel 1992, instaurando da subito un’amicizia profonda. Diana mostrava i primi segni di insofferenza alla Corona, tanto da infrangere una delle regole di corte vestendo abiti di una casa di moda non inglese. Da quel momento Gianni Versace trasforma la principessa triste in un’icona glamour e sensuale.

Nasce tra di loro una grande complicità che permette allo stilista di renderla sempre più sicura di sé, esaltandone la figura e la personalità. Versace dedicherà a Lady D la famosa borsa con la medusa, simbolo della maison.

Dai gonnelloni ai tubini, Diana lavora molto sul proprio stile per farne un complice, è la prima principessa a comprendere l’importanza della visibilità mediatica.

Da moglie di un principe ereditario che mai è stato suo a donna libera che ancora detta regole di stile oltre le mode.

Lo stilista e la principessa: forze diverse ma in sintonia

La principessa Diana e Gianni Versace hanno unito le loro forze estremamente diverse, l’una nata nel freddo Norfolk, l’altro nella caldissima Reggio Calabria. Eppure la loro sintonia, talmente straordinaria, sconfina in un legame surreale che ha finito per tracciare una comunanza di destini di cui, a 27 anni dalla loro morte, si continuano a cercare sfaccettature e segreti di un connubio tanto forte quanto sfortunato.

Il risultato fra l’atmosfera della Magna Grecia portata dalla maison Versace e l’allure inglese di Diana è stato emozionante e pieno di poesia. L’apice di questo amore professionale arriva nel 1996, quando Diana e Carlo divorziano dopo 15 anni di matrimonio. Per la principessa fu come rompere le catene che la tenevano legata all’erede al trono britannico senza avere ben chiaro cosa questo avrebbe significato.

Diana aveva iniziato a frequentare anche gli amici dei Versace, tra cui George Michael e Elton John – impossibile dimenticare il potente pathos delle note che echeggiavano nella sontuosa Abbazia di Westminster, durante il funerale della principessa, quando un evidentemente commosso Elton ha intonato Candle in the wind, canzone arrangiata apposta per lei. Il senso di libertà premeva, voleva assaporarlo e metterlo in evidenza indossando un abito Made in Italy dal colore più appariscente possibile: il viola.

Diana era mozzafiato quando si presentò alla cena di gala al Field Museum of Natural History di Chicago, avvolta fino ai piedi nell’abito che il suo amico Gianni aveva disegnato addosso al suo corpo perfetto, che non mostrava più i segni dei noti disordini alimentari. Aveva capito come desiderava vivere.

La morte di Gianni

Ma tutto si sarebbe infranto per entrambi un anno dopo. Il 15 luglio del 1997 Diana era su uno yacht con Dodi Al-Fayed quando apprese della morte di Gianni Versace, assassinato fuori dalla sua villa di Miami da un serial killer mitomane.

Si precipitò subito in Italia per stringersi alla famiglia Versace. Ai funerali di Gianni, in Duomo a Milano, la principessa sedeva in prima fila accanto ai coniugi Sting e all’amico Elton John.

Lady D è stato il volto più cercato dalla folla. Tubino nero, filo di perle, è l’icona globale che gli abiti Versace hanno contribuito a scolpire rendendola oltre che regale anche femminile, senza tempo. La notizia colpì profondamente Lady D che temette per la sua stessa incolumità. Un presentimento trasformatosi in tragico destino.

Un mese e mezzo dopo, il 31 agosto, si sarebbe spenta sotto il ponte dell’Alma a Parigi.

Diana tra ieri e oggi

Diana oggi avrebbe 61 anni, ma resta un simbolo anche per i giovani. Una donna che voleva conquistarsi il lieto fine. Porre fine a un matrimonio infelice con il futuro Re. Il suo coraggio ha avuto un impatto considerevole.

Diana è stata una pioniera, tra i primi personaggi pubblici a mettere la propria esperienza al servizio degli altri e delle buone cause. Così la sua popolarità cresceva, certamente non gradita alla famiglia reale, fino a quel tragico incidente, subito in una maledetta notte d’estate che l’ha portata a una morte prematura e ingiusta.

Ancora oggi Diana resta uno dei simboli di personalità più amata e discussa di sempre. La più ammirata, la più seguita, la più chiacchierata, sempre sotto i riflettori.

Muore a soli 37 anni, nasce il mito e la sua vita si fa leggenda.

Gianni Versace: l’uomo dei contrasti

Di pari passo, un’altra storia sbagliata. Una vittima ignara, un assassino senza apparente movente. Non poteva che completare lo sconcertante quadro la lussureggiante e stimolante Miami Beach per l’ultimo appuntamento con la vita di Gianni Versace.

L’uomo che rifiutava la cravatta quale segno distintivo dell’eleganza. Che, come Diana, parlava pubblicamente della malattia che lo aveva colpito e da cui pareva guarito. Che esprimeva attraverso la sua moda liberatoria la possibilità di scegliere.

L’uomo dei contrasti: sotto l’impermeabile lucido indossava un abito dal taglio classico. Viveva in un palazzo del ‘600 ma andava a New York con il Concorde in poche ore. Viveva i contrasti. Quel che in fondo è la vita, tutto e il contrario di tutto, che qualche volta si incontrano in modo armonioso come nella moda che ne funge da sintesi.

Un copione che non piace, ma che ha consegnato alla storia due potenti e determinate anime, profondamente unite. Entrambe con un film ancora tutto da scrivere. Forse gli occhi della medusa della maison Versace, che tanto hanno addobbato la sfortunata principessa Diana, ne contengono le risposte.

a cura di Elena D’Ambrogio