Alla ricerca di… Marlene Dietrich con Elena D’Ambrogio
Una mostra a New York celebra la diva Marlene Dietrich, che ha segnato gli anni Venti con un fascino venerabile e irresistibile
Una mostra per Marlene Dietrich
Magnetica, conturbante, sensuale. La vita di Marlene Dietrich è stata un susseguirsi di eventi clamorosi, di uomini e donne che ha amato. La femme fatale che rivaleggiò con la divina Garbo. Di lei si disse: “Il suo nome inizia come una carezza e finisce come un colpo di frusta”.
A lei è dedicata la nuova irresistibile mostra a New York, all’International Center of Photography.
Intelligente, divertente e dissacrante, libertina ed enigmatica, è una leggenda del cinema. Nasce a Berlino nel 1901 – per poi naturalizzarsi americana – da padre ufficiale militare prussiano e madre proveniente da una famiglia di gioiellieri.
Marlene, nome che riteneva chic, era una sottile e pallida bambina con i capelli biondo rossicci e un pallore traslucente che da piccola le dava un aspetto poco sano, e da adulta la rese ammaliante.
Fin da bimba, continuamente fotografata, imparò a posare con sguardo fiero e dritto verso l’obiettivo. Un’infanzia invidiabile la sua, tra domestici e tutori. Ma a 16 anni iniziò a mostrare i segni di un’incontenibile ribellione contro ogni disciplina, la giovanissima e già conturbante Marlene farà gridare allo scandalo per il suo modo di guardare seducente.
Vita intima e coniugale
Lo sguardo della prima adolescenza sembra che abbia fatto capitolare un suo insegnante. Poi licenziato. Sono gli anni in cui Marlene scopre la sua bisessualità. E duranti i quali si innamora violentemente di uomini e donne.
Verrà descritta come una donna sessualmente vorace. Durante il periodo felice della Berlino degli Anni ’20 inizia a calcare le scene con intrattenimenti liberi da censure.
Di lei si diceva e si dirà sempre: “Gambe, gambe, gambe, spettacolari!”.
Una sua particolare abitudine destò subito attenzione: il vezzo di non indossare biancheria intima, lasciando intravvedere, con qualche movimento incauto, più del dovuto. Forse era casuale, sicuramente amava farsi notare.
Quando questa sua tendenza fu nota, sembra che si facesse a gara per andare a sbirciare sotto il palco, tra le sue gambe.
Lo stile di Marlene in quei primi Anni ’20, e poi nella sua carriera, traduceva perfettamente l’atmosfera di libertà. Berlino all’epoca era un porto franco. Lì è cresciuta.
Si può affermare che la Dietrich non abbia dovuto affrontare alcuna contestazione giovanile per ottenere quelle libertà, in decenni successivi tanto agognate.
Una scelta apparentemente convenzionale, per una donna anticonvenzionale, fu quella del matrimonio. Sposa Rudolf Sieber, da cui ebbe la sua unica figlia Maria, rimasta vittima e succube dello spirito materno.
Matrimonio durato fino alla nascita della bimba, dopodiché Marlene decise che non avrebbe più avuto un normale rapporto di coppia con il marito, ma il loro legame si trasformò in un’unione solida, e non divorzierà mai da lui.
Già durante lo strampalato matrimonio avevano avuto entrambi molte frequentazioni extra coniugali.
Il capitolo degli amanti della Dietrich è ricco, molto: Gary Cooper, Frank Sinatra, Yul Brynner, Ernst Hemingway, e anche donne come Marylin Monroe e Edith Piaf, con la quale avrà un rapporto speciale.
Era fredda, distaccata, ma dormiva con chiunque trovasse attraente pur di essere venerata. Per lei il sesso era un modo di esercitare potere.
L’amore per Jean Gabin, e il declino
Una relazione resterà per sempre nel cuore di Marlene, quella con Jean Gabin. In una sola sera, un Jean un po’ smarrito nel vortice americano si ritrovò avvinto nella magica cerchia della Dietrich, la quale gli promise che lo avrebbe aiutato a sfondare a Hollywood. E lo fece.
Lui la voleva tutta per sé, e lei lo accontentò: l’attrice affittò una casa a Hollywood, vicino alla sua eterna rivale Greta Garbo – con la quale sembra si amassero in segreto – dove vissero in maniera insolita per lei, perfettamente accudente con il suo Jean.
Un rapporto duraturo, al quale posero fine quando, nel Dopoguerra, l’attore decise che non sarebbe più tornato in America. Intanto Lilì Marlene era diventata la canzone simbolo dei soldati al fronte.
Marlene tornerà a Berlino solo nel 1960, ma molti la considereranno una traditrice della patria. Attrice di prima linea, con una carriera longeva nel mondo dello spettacolo, vanta la sua presenza nel film Marocco, dopo l’esordio stupefacente e inaspettato nei panni di Lola Lola nell’Angelo Azzurro.
Un contratto d’oro con la Paramount, che cercava un’attrice da contrapporre alla Garbo. La loro presunta rivalità fruttò agli Studios milioni di dollari.
Con Shangai Express, un autentico capolavoro nel quale la sua aura di mistero diventa l’emblema della sua unicità, l’ascesa sembra inarrestabile. Marlene, sempre più diva e inaccessibile, iniziò ad avere nei confronti del suo fisico e dell’età che avanzava una vera ossessione, cui tentava di sopperire con diete drastiche e pesanti ritocchini.
Marlene era la Dietrich anche fuori dal set. Niente in lei era lasciato al caso.
Marlene non si poteva amare, la si poteva solo adorare. La sua vita un affascinante scandalo, il suo declino il sunto di tante fobie.
a cura di Elena D’Ambrogio