Alla ricerca di… ricchi che non spendono con Elena D’Ambrogio
Elena D’Ambrogio ci racconta il mondo dei ricchi “avari”. Tra star italiane e straniere, ecco chi non ama spendere affatto
Se cresciamo con favole e fumetti non è un caso. Nel modo più semplice e fedele ci insegnano le verità della vita, inconfutabili sia dal punto di vista sociologico che educativo.
Così come il mondo è pieno di cenerentole, di lupi cattivi e di streghe che porgono la mela, i Paperon de’ Paperoni non scherzano nel rappresentare l’attaccamento morboso al denaro, ad accumularne sempre più, a non donarne.
Possiamo considerarla la prova dell’incarnazione di ciò che chiamiamo oculatezza, o avarizia, o superbia.
Nella vita reale, la ricchezza e la mancanza di essa hanno da sempre creato una netta distinzione tra le persone, determinando le classi sociali. I confini della disuguaglianza sono continuamente sfidati, quelle che erano accettate culturalmente o socialmente, nelle società che cambiano si presentano in nuovi modi, con una carenza di giustificazione apparente, e se ne parla perché manca il cuore della convivenza sociale.
Oggi si dice che non ci sono più i ricchi di una volta, cioè coloro che, nei momenti di difficoltà, erano disposti a diventare la mano privata della società, attingendo ai propri patrimoni personali.
Risparmio prudente
Indubbiamente, dopo il Covid il braccino corto è diventato dilagante, forse la paura dell’imponderabile ha reso tutti più cauti, per non ricadere in un senno di poi preso troppo alla leggera. Si risparmia per prudenza, ma anche per previdenza.
Il bisogno di accumulare può essere infatti collegato a obiettivi di sicurezza individuale e familiare, che a lungo termine hanno un ruolo sociale positivo.
Certo, l’avarizia è considerata un peccato, ma sperperare ricchezze, trascurando chi ha necessità – e non parlo solo di fare l’elemosina, ma di avere cura del prossimo, avere attenzioni – va ben oltre la questua. Ci sono in ballo valori, principi, quell’essere umani che dovrebbe contemplare bontà d’animo, premure, rispetto.
Ciascuno è libero di usare i propri beni come desidera, ma l’indifferenza sociale è la povertà di doti morali più gretta. Una forma di egoismo che riscchia di allontanare alcuni dalla realtà, tanto poi da non riuscire a comprendere i bisogni basilari delle persone, anche di quelle che sono molto vicine.
Comunque sia i ricchi ci sono, sono tanti e sono ricchissimi, tanto da far modificare la curva della disuguaglianza in maniera preoccupante dal punto di vista sociale, economico e anche morale. Perché l’avarizia, oltre a essere un vizio capitale tra i peggiori, è anche il più esclusivo e classista. Abbiamo esempi infiniti delle varie categorie di cupidigia, che non preservano i personaggi pubblici.
Le celebrities con il braccino corto
Tra le star d’oltreoceano note per essere particolarmente attente c’è Madonna, che nei ristoranti pare scelga sempre i piatti meno costosi, se sono a suo carico. E poi Jennifer Lopez, che spende cifre da capogiro per sé, senza mai dedicare qualche dollaro alle mance, esattamente come – si dice – i nostri Ferragnez.
Ma anche Victoria Beckham e Britney Spears. Mick Jagger, come regalo di Natale per il suo staff, avrebbe scelto delle piantine da 5 dollari.
Nell’elenco degli avari troviamo anche la super diva Sharon Stone, che paga gli stipendi – già bassi – con tempi comodi, e Jeff Bezos, il tycoon più ricco e avaro allo stesso tempo. Sembra che già da piccolo avesse fatto installare un allarme in camera sua per tenere lontani i suoi fratelli…
Tra i VIP di casa nostra molto attenti alle finanze per diversi motivi, la lista è lunga. Più si è VIP, più si è ricchi, e più mettere mano al portafogli comporta un grosso sacrificio.
Non credo sia una tendenza, ma ultimamente la poca disponibilità a spendere delle celebrità riempie le prime pagine dei quotidiani e le bacheche Facebook. Dove, nei link a corredo, non mancano esternazioni esplicite di dissenso. Come non ricordare i miseri cento euro sventolati da Luciana Littizzetto nel video della sua doccia ghiacciata. Vista la cifra destinata alla ricerca contro la Sla, l’esiguità della donazione è stata talmente eclatante da farle ricevere insulti di ogni tipo.
Anche Balotelli gode della fama di essere particolarmente parsimonioso. Pare che regali solo ricariche telefoniche: sarà vero?
La non generosità d’animo avrebbe travolto anche Belen Rodriguez, che – si dice – non avrebbe mai pagato l’abito da sposa con il quale è convolata a nozze con Stefano De Martino. La sartoria – si racconta – si sarebbe accontentata della pubblicità ricevuta dall’evento.
Non sottovalutiamo il buon genovese Beppe Grillo, che si è fatto notare per aver rifiutato qualsiasi elemosina. Ma forse farà donazioni senza clamore. Forse.
A Paolo Bonolis, nonostante gli ingaggi faraonici di cui beneficia, sembra che pesi offrire anche solo un caffé. Ma magari sono infamie. Senza dimenticare gli storici Lucio Dalla e Alberto Sordi.
A proposito del vile danaro, anche Gerry Scotti, il nostro amato conduttore Mediaset, si dice sia particolarmente attento a ogni uscita, retaggio di una coltura contadina dove gli sprechi sono banditi.
Alba Parietti invece non si considera parsimoniosa come la raccontano, ma fortunata, perché riceve omaggi, e i vestiti le vengono spesso regalati dagli stilisti.
Tra un sorriso, una battuta e un’alzata di sopracciglio, il divario economico sta diventando sempre più preoccupante, ma è proprio mentre si sorride che raggela il pensiero di quanto attuale sia la noncuranza verso il prossimo.
Eliminare la disuguaglianza può essere un sogno vietato all’umanità, ma c’è sempre la speranza. Chissà che le generazioni future abbiano meno cipiglio nel nuotare con giubilo “paperoniano” nelle ricchezze. Io non ci credo molto, ma lasciamo che la speranza sia sempre l’ultima a morire.
a cura di Elena D’Ambrogio