Angelo Perrone: ‘Cara Raffaella, tutti i miei ricordi sulla nostra amicizia’
Angelo Perrone ricorda su Novella l’amica Raffaella Carrà, dagli esordi nello spettacolo agli aneddoti meno noti del loro rapporto
Perrone incontra la Carrà
Raffaella mia, quanti anni che ci conosciamo, quanti ricordi, belli, forti, intensi, esclusivamente nostri. Quella sera del gennaio del 1983, quando aspettai al cancello degli studi di Via Teulada che tu uscissi dopo essere stata ospite di Pippo Baudo a Domenica In, ti avevano festeggiata per il tuo ritorno in Rai con Fantastico 3, e il relativo trionfo.
Subito cordiale, affettuosa, ci scattammo delle foto insieme, ero un tuo grande fan. Soltanto pochi mesi dopo iniziavo a scrivere per una rivista musicale legata a TV Sorrisi e Canzoni. Ricordi? Chiesi un’intervista per celebrare l’uscita del tuo nuovo disco legato al programma Pronto, Raffaella?. Me l’hai concessa facendomi fare una bellissima figura con il direttore, Gherardo Gentili, che invitasti anche in trasmissione per parlare di me, del mio articolo.
Da lì, quanti bei momenti. Mi concedevi di assistere alle prove dei tuoi balletti, alle riunioni di scaletta delle puntate, mi hai dato subito fiducia. Ed io non l’ho mai tradita, ti sono sempre stato vicino, spesso in silenzio. Come quando, qualche anno dopo, perdesti mamma Iris. Io e Alessandro Lo Cascio, che poi divenne il tuo più stretto collaboratore, venimmo a Bellaria per l’ultimo saluto. Non potevi credere che due giovanissimi diciottenni avevano affrontato un viaggio così lungo (allora non esistevano treni ad alta velocità). Ci abbracciasti in chiesa, commossa.
Qualche giorno dopo venimmo a trovarti in studio, in via Teulada, dove conducevi Domenica In. Ci convocasti in camerino dicendoci: “Non dimenticherò mai il vostro bellissimo gesto”. E così è stato.
Come una vera star
Gli anni passavano, ma noi sempre lì. Mi chiedevi consigli sulle canzoni da interpretare in TV, quasi io fossi il termometro più fedele dei gusti dei tuoi fan. Quando iniziai la mia carriera di ufficio stampa sei sempre stata orgogliosa, fiera dei miei successi.
“Hai una marcia in più – mi dicevi spesso –. Hai una carica internazionale”. E mi portasti fortuna, arrivai a lavorare con artisti del calibro di Madonna, Richard Gere, Woody Allen, Meryl Streep e tanti altri. E tu eri sempre lì a sostenermi.
Il legame con Japino
Sorrido al pensiero che a volte (vista la confidenza che avevamo, che mi avevi concesso – tu sempre restia a dare subito fiducia e affetto agli altri) per stuzzicarti ti citavo una tua sigla, di incerto successo, Din Don Dan (Milleluci 74) che tu non amavi particolarmente. Non volevi che la si citasse, non era stata una tua scelta (le leggende dicono che fu Mina a convincerti a inciderla con la complicità di Gianni Boncompagni).
Lavorai al tuo fianco quando ti convinsi a prendere Sabrina Salerno, con la quale collaboravo, per il tuo ritorno in Rai con Ricomincio da due.
Mesi e mesi insieme. E c’era sempre, da sempre, Sergio Japino, l’anima più bella che hai avuto vicino in tutti questi anni. Entrambi mi avete sempre voluto bene, e io ero felice. Festeggiammo anche un mio compleanno in Rai, noi tre e Lo Cascio. Ordinavo sempre la tua torta preferita, la millefoglie, rigorosamente al bar-pasticceria Vanni di Roma. Ti piaceva quella loro. Che gioia, che momenti magici.
La bellezza di noi è sempre stata la lealtà, la fedeltà.
Un Sanremo indimenticabile
Per i 30 anni di successi discografici, mi volesti come ufficio stmpa del disco che li celebrava. Ti organizzai le interviste televisive come facevo con le star americane, con una telecamera fissa e inquadratura iper-controllata, con l’immagine della copertina del disco come fondale. Ti piacque l’idea. Japino fece il resto, con luci, regia… All’Auditorium del Foro Italico la conferenza stampa fu un trionfo.
Boncompagni aveva ideato per i giornalisti un gadget con una bambola che ti raffigurava, con un abito rosso creato dal mitico Luca Sabatelli. O come quando, seguendo il suggerimento dell’amico in comune, Clemente Mimun (ora direttore del Tg5) mi hai voluto al tuo fianco per il tuo difficilissimo Festival di Sanremo.
Eri contenta di come avevo gestito il tutto (conoscevo il “territorio”, avendo già portato diverse artiste su quel palco, ma nessuna della tua importanza). Ti era piaciuto l’incontro che organizzai alla vigilia del debutto con la giornalista Natalia Aspesi. Non la conoscevi, ti fidasti di me, della mia scelta.
Il più bel momento con Raffaella
Mi mancherà tutto di te, le nostre conversazioni, i nostri SMS, sempre dettati dalla sincerità del momento e del rapporto che si era creato. Quella bella cena prima che scoppiasse la pandemia, dove avevamo riso pensando al nostro percorso di vita.
Ti facevo ridere con le mie frecciatine sulle tue colleghe o pseudo-tali. Tu, che nella tua carriera non hai mai espresso un commento, un giudizio, una critica sulle altre… Non era tuo stile.
Ma forse il più bel momento che ho nel cuore e nella mia più recente memoria e quando tu, sorprendendomi, mi scrivesti nell’autunno scorso quando, vedendo in TV Eleonora Daniele a Storie Italiane, apprendesti del mio ricovero d’urgenza per un importante problema cardiaco.
Ti arrabbiasti con Lo Cascio, che seguendo le mie istruzioni non ti aveva detto nulla per non farti preoccupare. Da lì hai seguito l’evolversi del mio stato di salute, fino all’operazione e alla lenta convalescenza.
Che donna sei stata, che amica sei stata… Unica.
Venerdì c’è stato il tuo ultimo saluto, ero lì. Ma per me non è stato un addio. Per me tu ci sei e sarai sempre.
Raffaella, sei ancora qui, e sarai sempre nel mio cuore.
a cura di Angelo Perrone