Lo sfogo di Aurora Ramazzotti

È trascorso quasi un mese da quando Aurora Ramazzotti ha partorito, dando alla luce il suo primo figlio, Cesare, nato dall’amore con Goffredo Cerza. In queste settimane così la primogenita di Michelle Hunziker e di Eros Ramazzotti si sta godendo la sua nuova vita da mamma, e sui social ha condiviso alcuni dolcissimi momenti insieme al suo bambino. In queste ore però Aurora ha deciso di intervenire per fare un lungo sfogo. Queste le sue dichiarazioni, che non sono passate inosservate:

“In gravidanza ero molto stanca. Quasi ogni volta che qualcuno mi chiedeva come stessi e lo dicevo, la risposta era: “Ahhhh, vedrai, vedrai” o “Sarai ancora più stanca dopo!”. È passato quasi un mese e sto ancora aspettando di sentirmi più stanca che in gravidanza come mi dicevano. A ridosso del parto mi chiedevano se avessi paura. Io non ne avevo molta, forse stupidamente, e fino all’ultimo ho voluto pensare che sarebbe andato tutto liscio. Che sarebbe stato bello. Rispondevo sempre di no, che volevo pensare positivo. E sentivo una quantità di storie catastrofiche non richieste da far venire il mal di testa a chiunque”.

Ma non solo. Proseguendo il suo sfogo, Aurora Ramazzotti rivela di aver avuto un parto non semplice, ma di ricordarlo tuttavia come una delle esperienza più belle della sua vita. Queste le parole in merito:

Il mio parto è stato molto complicato, ma lo ricordo comunque come uno dei momenti più incredibili della mia vita. Ora, quando mi chiedono come sta il mio bimbo, rispondo “bene, è bravissimo!” 9 volte su 10 la reazione è: “ahhh vedrai, vedrai, all’inizio sono tutti bravi. È dopo il problema!”. Nessuno si tiene la propria esperienza negativa per sé. Come se ogni esperienza debba essere necessariamente la stessa. E come se ci fosse qualcosa di confortante nel sapere che qualcun altro possa vivere il tuo stesso disagio.

Infine, facendo una riflessione sulle opinioni non richieste, Aurora Ramazzotti aggiunge:

“Una cosa che tutto questo mi ha insegnato è avere rispetto della delicatezza di certe situazioni. Non ci avevo mai pensato prima, finché non lo vivi non lo sai. Ma ora prima di raccontare la mia esperienza a qualcuno che deve ancora attraversare quella fase mi accerto sempre che quel qualcuno sia pronto ad accoglierla. Perché non sai mai quali paure il tuo interlocutore possa avere. Nella delicatezza di certe cose meglio essere sicuri. Solo un pensiero. Dalle esperienze si trae insegnamento. Il mio è stato chiedermi “chissà se questa cosa la faccio anche io” e dopo farci caso. Spesso mi becco a farlo ancora. Ma pian piano si impara”.