Briatore prof per un giorno alla IULM di Milano
Briatore sale in cattedra alla IULM di Milano, per una lezione su imprenditoria e comunicazione: ecco com’è andata e cos’ha detto
Briatore ex cathedra
Cappellino, occhiali e un’ottima forma fisica, l’imprenditore Flavio Briatore varca la porta dell’Università IULM nei panni di professore. Una nuova sfida alla quale il 73enne non si è sottratto, nutrendo le curiose menti dei ragazzi che hanno affollato la lezione di successo.
Nel pomeriggio di lunedì 17 aprile Briatore ha infatti preso parte a una lezione dell’amico Stefano Filucchi, professore di comunicazione sportiva presso il prestigioso ateneo meneghino.
L’università fondata da Carlo Bo è nota anche per i tanti volti conosciuti, spesso ospiti di conferenze e laboratori per i giovani studenti. Sulle pagine di Novella 2000 era passata nei mesi scorsi la notizia che vedeva in cattedra alla IULM Barbara d’Urso, con il nutrizionista Nicola Sorrentino. Non a caso la conduttrice di Canale 5 ha animato le pagine di gossip proprio per una speciale amicizia con lo stesso Briatore, pizzicato a gennaio in sua compagnia all’uscita di un noto hotel di Milano.
Imprenditore ma prima ancora manager di successo, Briatore ha spaziato e spazia dalla moda alla Formula 1, dall’intrattenimento alla ristorazione. Chi meglio di lui, quindi, poteva portare in alto la voce di un’efficiente comunicazione?
Da Benetton a Trump
Flavio ha ripercorso le tappe del suo successo con focus sui riflettori sportivi, rispondendo alle incalzanti domande di Stefano Zurlo, scrittore, giornalista ed invitato speciale di Il Giornale, partendo proprio da un incontro speciale, quello più proficuo nella sua carriera.
Stiamo parlando del lungo percorso che vede intrecciarsi la storia di Flavio con quella di Luciano Benetton, che ha trasformato l’imprenditore cuneese in un rappresentante Benetton negli Stati Uniti: una strada che lo portò presto in Inghilterra, firmando un importante contratto con un team di Formula 1.
Briatore ha inoltre parlato dello speciale legame con il pilota Michael Schumacher, per poi concludere con parole di plauso per l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“L’economia negli USA non è mai stata così forte come nel corso del suo mandato. In America è stato un grande Presidente. Penso che se ci fosse stato Trump al potere non ci sarebbe stata la guerra”, racconta Briatore. “Io personalmente lo sento quasi una volta al mese. Ad oggi è in ritiro spirituale (ride, ndr). Ho un ottimo rapporto con lui”.
I concetti sono chiari, fermi, espressi senza peli sulla lingua, senza riverenze.
Ogni volta che parla, Briatore fa discutere, persino sulla pizza. Non ama le mezze misure.
Briatore e la brand reputation
Durante la lezione abbiamo posto una domanda all’imprenditore in merito al suo acclamato successo nel lavoro e, ad oggi, anche alla cattedra.
Lei è il primo testimonial delle sue attività. Fino a che punto vive di brand reputation? Pensa che le sue attività, senza il suo nome, avrebbero lo stesso successo?
“No! (ride) Sai quanto conta il branding? Io ho capito prima di tanti altri come funziona. Tu puoi inventarti quello che vuoi, ma se non c’è un branding ad oggi non si va da nessuna parte. Ti faccio un esempio: se non avessi fondato io Crazy Pizza naturalmente non avrebbe avuto lo stesso successo. Abbiamo fatto una ricerca che ha impegnato tutto il mio staff per due anni, utilizzando materie prime selezionate e un esclusivo locale in cui il cliente può acquistare qualunque tipo di bottiglia, anche tra le più costose. Però se non l’avessi fatta io non avrebbe avuto la stessa risonanza. Di pizzerie quante ce ne sono nel mondo? Ma il brand italiano più conosciuto è il Crazy Pizza”.
a cura di Matteo Calzaretta