Bruno Vespa: i Cinque Minuti che ti cambiano la vita (INTERVISTA)
Intervista a Bruno Vespa a proposito del suo nuovo programma Rai Cinque Minuti: sfide e difficoltà di un format già seguitissimo
L’eredità raccolta è una sfida da tremarella anche per il più navigato ed esperto giornalista televisivo. Prima di lui hanno occupato lo spazio di approfondimento dopo il Tg1 Giuliano Ferrara (Qui Radio Londra) e Pierluigi Battista (Batti e Ribatti), ma soprattutto Enzo Biagi con Il Fatto, programma chiuso nel 2002 dopo sette anni di successo, e ancora oggi considerato tra i più riusciti della Rai. Ma Bruno Vespa, il più noto giornalista televisivo italiano (non per dire, è un fatto certificato da un’indagine Ipsos rivelata da Dagospia) si è lanciato con la sua nuova trasmissione: Cinque Minuti.
“Certo, è una sfida importante”, ha detto Vespa all’Ansa. “Faccio ogni cosa come se fosse il primo giorno, mai sedersi e mai immaginare di fare qualunque cosa senza il giusto impegno e la giusta valutazione dei rischi”.
Intervista a Bruno Vespa
Vespa, sono andate in onda poche puntate della tua nuova trasmissione, “Impegno e la valutazione dei rischi” sono stati premiati?
“Sono contento, molto contento per tre motivi. Abbiamo ascolti davvero importanti. La raccolta pubblicitaria negli spazi che si sono creati intorno al nostro programma cresce. E il programma di Amadeus che viene dopo di noi, I Soliti Ignoti, è cresciuto di un punto percentuale rispetto alla settimana precedente. Una situazione ‘win win’ (traducibile con vinco io vinci tu, ndr)“.
Il tuo Porta a Porta ha un’importanza così consolidata nel panorama dei programmi TV, che viene definito la “terza camera del parlamento”. Cinque Minuti come lo definisci?
“Li definisco Cinque Minuti di approfondimento in un’ora di grande ascolto”.
Cinque Minuti è un intervallo più da social network che da televisione. È un tempo che nasce da una scelta editoriale o da una necessità di palinsesto?
“La mia proposta è sempre stata quella di un programma che duri cinque minuti, perché in quell’ora non puoi fare di più. In passato si facevano dei format più lunghi che però perdevano ascolti. Non puoi fare paragoni con la realtà di vent’anni fa (il riferimento è evidentemente a Il Fatto di Enzo Biagi, che durava 20 minuti, ndr). I ritmi oggi sono molto accorciati, non è pensabile fare più di cinque minuti. Il problema è fare qualcosa di serio in un tempo così breve”.
Non temi che un tempo così breve non ti dia modo di costruire un contradditorio?
“Cinque minuti: devono essere quelli, non di più”.
Bruno Vespa e Giorgia Meloni
La prima ospite del programma è stata Giorgia Meloni. Una scelta che ha fatto alzare qualche sopracciglio, e dato sostegno a chi va dicendo che Vespa sia un “consigliere” del Presidente del Consiglio.
Un’idea rigettata dall’interessato con fermezza: “È una stupidaggine assoluta, una cosa del tutto impensabile. Meloni non ha certo bisogno dei miei consigli”, ha detto all’Ansa.
Dopo Meloni, che era collegata da Palazzo Chigi, ci sono state le interviste in studio al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al portavoce della Guardia Costiera Cosimo Nicastro (entrambe sulla tragedia del naufragio di Cutro), quindi un’intervista a Padre Georg Gänswein, per anni segretario di Papa Ratzinger, e ha chiuso la prima settimana Carlo Verdone che ha ricordato Alberto Sordi.
Dunque, prevalgono le interviste. Ma non c’è un format fisso?
“Il format sarà sempre diverso, dipende da cosa succede. Ci saranno ancora interviste con persone in collegamento, interviste one to one, anche interviste con più persone, o puntate senza ospiti”.
Quando è mancato Maurizio Costanzo, oltre al dolore per la perdita di un collega e amico, hai detto: “Magari avessi avuto io tutti i suoi ospiti”. Chi ti manca?
“Maurizio nei suoi programmi ha ospitato personaggi che oggi non ci sono più: Sordi, Gassman, Monica Vitti… Erano tempi con un’offerta di altissimo livello”.
a cura di Massimo Murianni