La condivisione di immagini tramite i social network permette ai personaggi del mondo dello spettacolo di mantenersi costantemente in contatto con i loro fan. Attraverso Instagram o Facebook, nell’immediato è possibile fare sapere dove si trovano o cosa stanno facendo, nonché dialogare direttamente attraverso commenti e messaggi. Queste forme di comunicazione hanno, però, il difetto di “abbattere” alcune barriere che probabilmente dovrebbero esistere, legate comunque al buon senso e al rispetto dell’altro. In diverse occasioni, infatti, non mancano messaggi poco cortesi: molti follower si ritengono in diritto di dare giudizi senza mezzi termini, facendo ricorso anche a un linguaggio che, in alcuni casi, dimentica le regole della buona educazione.

Tra le attività preferite di tanti commentatori, sembra esserci ultimamente quella di “fare i conti in tasca” ai vip. Soltanto qualche settimana fa, aveva sollevato molte polemiche una foto postata da Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, che ritraeva la famiglia e gli amici in partenza su un aereo privato. L’immagine aveva suscitato alcuni commenti dai toni indignati, cui la stessa Bruganelli ha risposto. Adesso, un altro aereo ha scatenato la fantasia degli utenti. I protagonisti della vicenda, stavolta, sono Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco, a bordo di un volo Ryanai. È bastato pubblicare la foto per dare il via al solito polverone: pare che ad alcuni fan non vada giù l’idea di vedere i propri beniamini a bordo di un volo low cost.

«Te devi vergnognà! – scrive qualcuno -. Ho una bottiglia del tuo vino Joe, dopo questa penso di gettarlo nel water!». Sulla stessa scia, le parole di chi scrive: «Co tutti quei soldi volate con Ryanair?», «Con tutta la grana che hai viaggi in economy Ryanair? Stiamo messi molto male…», «Ma con i soldi che avete… cercate una compagnia diversa e prima classe! A pidocchiosi!», «Sfigati… Ryanair». I commenti che utilizzano questi toni non sono per fortuna la maggioranza: sono decisamente di più quelli degli utenti che sorridono per la fotografia e invocano, ancora una volta, il diritto di spendere il proprio denaro come meglio si crede.

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