Carla Fracci se n’è andata a poche ore da colei che l’aveva scoperta
Carla Fracci è morta a poche ore dalla coreografa della Scala che l’aveva scoperta, Luciana Novaro: ricordi e aneddoti di Roberto Alessi
Carla Fracci e Luciana Novaro
Se ne sono andate insieme, a poche ore l’una dall’altra. “Sono sconvolta”, mi dice Cristina Nutrizio, fa- mosa scrittrice e autrice di programmi TV che da anni lavora con Barbara d’Urso. Cristina è figlia di Luciana Novaro, la più giovane étoile della Scala di Milano. Luciana abbandonò presto la carriera, ma divenne una coreografa che lavorò anche con Luchino Visconti, il mitico regista, e per una Traviata – credo – volle portare in scena Carla Fracci, un’allieva della scuola di ballo della Scala che aveva adocchiato e di cui capì per prima il talento.
Carla, a 84 anni, se ne è andata poche ore dopo la sua scopritrice, che ne aveva 98, come se avesse deciso di gettare la spugna (pare fosse malata da tempo, ma io non me ne ero accorto, pur avendole parlato anche pochi giorni fa) solo quando avrebbe potuto fare il viaggio con una persona amata, come per approfittare di un passaggio.
“Una mia amica ne è certa, non è successo per caso, ma ne sono sconvolta”, mi dice Cristina Nutrizio. Sua madre è stata una grande della danza e una donna che ha creato uno stile tra la borghesia colta dell’Italia, quando ancora Milano era la capitale morale del Paese.
Luciana era la moglie di Nino Nutrizio, il grande giornalista che aveva creato un nuovo modo di fare informazione (aveva fondato e diretto per tanti anni La Notte). “Carla mi ha chiamato fino a pochi giorni fa per sapere come stava la mamma, voleva essere aggiornata”, mi dice Cristina, che l’ha portata anche un paio di volte nei programmi della d’Urso, che la adorava, riamata.
È incredibile questa partenza a due, e la cosa mi rende meno penoso questo addio.
Roberto Alessi ricorda la Fracci
Carla Fracci è stata una persona molto importante per me. Ero un giovanissimo giornalista che si affacciava su un mondo difficile per uno che non aveva agganci, famiglia di prestigio, né raccomandazioni. La chiamai una sera per un’intervista, senza tanto tirarsela mi invitò a casa sua. C’era lei, il marito, il mitico regista Beppe Menegatti (coltissimo, collaboratore di grandi come Visconti e Zeffirelli) e la sua assistente Luisa Graziadei.
Da allora ci siamo incrociati tante volte e sia lei sia suo marito mi hanno sempre aiutato, parlato, sostenuto, per pura generosità. Non avevano certo bisogno di uno che contava meno di niente (ieri come oggi).
Carla era una grande. Mi ricordo quando mi parlava di Maria Callas, che non sono riuscito a conoscere per poco, che la chiamava e che quando fu lasciata da Aristotele Onassis fu consolata da Carla la quale, ignara, l’aveva trovata una notte in un ristorante d’albergo di New York.
Ricordo i racconti di Wally Toscanini e di Valentina Cortese, che organizzavano pranzi per farle fare la pace con Rudolf Nureyev, partner di Carla ma così viziato (e credo vizioso) che era difficile non litigare.
Un film TV per omaggiare l’étoile
Già, perché Carla Fracci era sì una farfalla che sapeva volare alto sulle note della musica. Ma quella farfalla aveva le ali di acciaio.
“Ricordati, vorrei che tu trasmettessi l’immagine di una donna che ha avuto tenacia, grinta, disciplina”, chiedeva ad Alessandra Mastronardi, che la interpreta in un film TV liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci Passo dopo passo – La mia storia (Mondadori) e realizzato con la consulenza diretta della stessa Fracci, del marito Menegatti e della loro collaboratrice storica Luisa Graziadei. Lo vedremo su Raiuno, in autunno.
L’avevo chiamata proprio un paio di settimane fa:
“Sono andata alla Scala a vedere alcune riprese, spero che venga fuori un bel lavoro, mi sembrano tutti bravissimi”, mi diceva.
Non sapevo che stesse male. Le ho telefonato l’ultima volta per comunicarle che Luciana Novaro se n’era andata. Non potevo sapere che, poche ore dopo, lei era già pronta per raggiungerla.