Cena una volta….
La beneficenza. Oggi c’è la cena di gala, insalatona di varia umanità condita con salsa mondana, un pizzico di red…
La beneficenza.
Oggi c’è la cena di gala, insalatona di varia umanità condita con salsa mondana, un pizzico di red carpet, una manciata di flash, tette e culi quanto basta.
E il gala di beneficenza per antonomasia, a Milano, è Convivio.
L’iniziativa è nobilissima e di questo ve reso il merito a sua maestà Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, che da anni si prodiga e mette in riga i meglio nomi del jet set internazionale, pur di assicurarsi che la somma raccolta, da devolvere interamente ad Anlaids, sia più che ragguardevole.
E poi c’è il mercatino delle occasioni, una specie di Portobello delle grandi firme, dove aziende anche prestigiosissime mettono regalano all’organizzazione pezzi dalle loro collezioni da mettere in vendita a prezzi stracciati, attirando così le fameliche fauci delle fashion victim.
E già solo perchè si raccolgono dei milioni di euro da donare a chi la ricerca la fa -seriamente- da decenni, va bene tutto.
Ma poi come si puo’ resistere alla tentazione di guardarli da vicino, questi invitati?
Ieri sera, alla Fiera di Milano c’erano proprio tutti. Ma tutti tutti. Tra gli oltre mille invitati abbiamo visto facce famose e non, amichevoli e non, verosimili e non. E si, perchè essere parte della magica cricca di quelli che vanno alle cene di beneficenza è ormai diventato uno status symbol ben più importante della beneficenza stessa. E allora ecco che scendono in pista attempate panterone con gli zigomi sopra le orecchie, pennellati vitelloni con la panciera sotto lo smoking, e tante celebs, o presunte tali.
Volete i nomi? Presto fatto: da Winnie Harlow, la modella di colore che ha fatto della vitiligine di cui soffre da sempre il marchio del proprio successo a Simona Ventura, da Natasha Stefanenko, bionda e scapigliata a Martina Colombari che ha eccezionalmente rinunciato al look della mamma perfetta per tuffarsi in un cestino pasquale intrecciato con i suoi stessi capelli. E poi Lorenzo Fragola sommerso dalla folla, Pierre Casiraghi con al seguito la sua bellezza, l’immancabile Afef Tronchetti Provera che si presume dorma nella formaldeide data l’assenza del passare del tempo sul suo viso, una cospicua schiera di naufraghi più o meno freschi di isola dei famosi e lei, una delle ragazze che passeranno alla storia come icone del cattivo gusto, unica al mondo a superare la propria madre, che pure negli anni tante perle di eleganza ci aveva regalato. E’ Beatrice di York, la settima in linea di successione al trono d’Inghilterra, figlia del succulento ditone di Sarah Ferguson nonchè nipotina di Sua Maestà.
Ebbene, ieri è avvenuto il miracolo. Sarà la stilosa aria milanese, sarà qualche consiglio ben assestato, sarà la mano santa di una truccatrice benedetta da un talento che fu solo di Raffaello, fatto sta che Beatrice è riuscita là dove nessuno mai avrebbe osato sperare: era bella.
Se poi sia anche simpatica non saprei, l’ho solo vista passare. Se sapesse come mai esiste Convivio rimane un mistero, per non parlare della nobile causa che sottende l’intera baracca. Ma lei di nobile ha il sangue, mica come noi, squallide straccivendole di bassa lega.
E c’è anche chi, in un rigurgito di raffinatissimo snobismo misto a buon cuore, ha disertato la cena e se n’è andato bofonchiando “volevano che rimanessi a quella cena da fiera…” Beh, cara nipote che deve ogni singolo carato che tiene in cassaforte al talento di uno zio geniale che in quel Convivio tanti anni fa ha creduto fortemente, senti questa: fare finta di essere allegra, per una sera, non ti cambiava la vita, ma la cena da fiera la vita la può salvare a tante persone che soffrono e forse comprendono più di quanto tu mai potrai il valore delle piccole cose. Compresi i gesti di solidarietà.
Ma, pettegolezzi a parte, ciò che conta è il risultato. E per questo invito gli amici milanesi ad andarci, al Convivio, in questi giorni in cui rimane aperta la vendita di beneficenza. E’ l’occasione per spendere bene due volte: una per il portafogli, l’altra per il cuore.