La carriera e i libri

Nel corso della sua carriera, Bruno Vespa intervista diversi personaggi della politica degli anni settanta e ottanta. Nel 1977, insieme ad Arrigo Petacco, diventa conduttore della rubrica di attualità Tam Tam. L’anno successivo, invece, lo troviamo a Ping Pong, programma di taglio giornalistico. A giugno 1984, Bruno commenta in diretta per il Tg 1 funerali del segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer.

Successivamente, durante la crisi Iraq – ONU, Vespa diventa l’unico giornalista italiano ad intervistare Saddam Hussein. Nel 1990, fino a tre anni più tardi, diventa direttore del TG 1. Dal 1996, invece, prende in mano le redini della storica trasmissione Porta a Porta, ancora attualmente in onda. Il programma è un vero e proprio contenitore politico, ed è seguito da migliaia di telespettatori in tutta Italia.

Come se non bastasse, Bruno Vespa dal 2009, per tre anni di fila conduce le serate del Premio Campiello. Nel 2011, invece, al fianco di Pippo Baudo, presenta il varietà Centocinquanta, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Contemporaneamente vince il premio Saint Vincent alla carriera, e il Premio Estense alla carriera. Inizia anche a collaborare insieme al figlio Federico per RTL, dove i due sono alla guida di programma di approfondimento. Dal 2014 al 2019, inoltre, è stato direttore di QN-Quotidiano Nazionale.

Nel corso della sua carriera, Vespa ha anche scritto numerosi libri, che per la maggior parte dei casi sono delle raccolte di saggi, che raccontano le sue esperienze di giornalista. La sua ultima fatica, Perché l’Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare), risale al 2019.

Scopriamo adesso dove poter seguire Bruno Vespa sui social, e in particolare su Instagram.

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