Cruciani difende Donnarumma dopo il passaggio del portiere al PSG
Il passaggio di Donnarumma al PSG scatena le polemica verso il portiere: “Ingrato!”. Giuseppe Cruciani prende le sue difese su Novella 2000
Caro Gigio, lasciali stare. Fregatene. Quelli che in queste ore ti chiamano ancora “Dollarumma”, chi ti insulta perché hai scelto una maglia diversa, chi ti dà del farabutto, dell’ingrato e via discorrendo, tutti questi signori non meritano un secondo della tua attenzione.
Fossi in te i social manco li guarderei, e invece mi rivedrei mille volte le parate ai rigori che ci hanno regalato una gioia infinita.
Cosa hai fatto di male? In cosa avresti sbagliato? Quali nefandezze avresti commesso per essere trattato come un delinquente da chi ti ha applaudito fino a un secondo fa?
Nella vita si può cambiare azienda per tanti motivi, e il denaro è uno dei più frequenti. Succede a tutti, e non si capisce perché nel calcio questa cosa debba essere oggetto di critiche o addirittura di aggressioni (per fortuna, al momento solo verbali).
Il denaro come strumento di libertà
Parlo di denaro, Gigio, perché il denaro non è il metro di tutto, ma è quello che assicura una cosa preziosa: la libertà di dire dei no, la libertà di scegliere, e soprattutto in questo caso la possibilità di far campare bene i Donnarumma fino a non so quante generazioni.
Mi diranno: ma già ne guadagnava tanti, poteva almeno rinnovare il contratto e poi andarsene facendo guadagnare qualcosa alla squadra che lo ha cresciuto. Ma queste sono dinamiche che appartengono alla società, e dunque al massimo la responsabilità andrebbe divisa in due.
La colpa non è di nessuno
Però la stessa parola responsabilità è sbagliata, non si dovrebbe usare. Non c’è alcuna colpa, nessun tribunale, nessun giudice. Bisogna smetterla di usare nel calcio termini come tradimento, fedeltà, attaccamento ai colori. Già nella vita di coppia si fa fatica a mantenere certe promesse, figuriamoci in un rapporto di lavoro dove in ballo ci sono contratti.
È il mercato che decide, fatevene una ragione. Per questo la tua scelta va rispettata. Mentre chi ti chiama “infame” è solo un povero imbecille affogato dall’invidia.
Un abbraccio Gigio, il magnifico portiere del nostro Paese, della nostra Nazionale campione.
a cura di Giuseppe Cruciani