Daniela Santanchè vince la causa contro l’ex giudice Antonio Esposito
Novità importanti: la senatrice Daniele Santanché ha vinto la causa contro l’ex giudice Antonio Esposito. La notizia
La causa vinta da Daniela Santanchè
Come si legge su Dagospia nell’articolo di Luca Fazzo per Il Giornale, giungono importanti novità. La senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè ha vinto la causa per diffamazione contro l’ex giudice Antonio Esposito. Stando a quanto si apprende nell’articolo, infatti, il tribunale civile di Roma ha rigettato la richiesta di ‘risarcimento danni’ da parte del presidente della sezione feriale della Cassazione, che condannò nel 2013 Silvio Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset, contro l’esponente politica di Fratelli d’Italia.
La sentenza emessa da Silvia Albano è giunta l’11 gennaio. Questo quando il tribunale ha escluso potesse esserci natura diffamatoria nelle dichiarazioni di Daniele Santanchè utilizzate contro il giudice. La senatrice contrariata definì, infatti, ‘un golpe’, ‘un colpo di Stato’, la condanna avanzata nei confronti del Cavaliere Silvio Berlusconi. Si sarebbe trattato semplicemente di una “pronuncia politica, ideologica”. Sempre riguardo questo la Santanchè aveva spiegato come, a suo dire, Esposito sarebbe “un presidente che farebbe venire la pelle d’oca a chiunque“, aggiungendo che “la giustizia è come un cancro”. Di queste dichiarazioni si è fatta carico Daniela Santanché riguardo il giudice Antonio Esposito.
Dal 2013 a oggi non sono mancate critiche circa la sentenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Sono stati tanti le querele o citazioni a giudizio emesse con forza da Esposito verso chi ha avuto da ridire. Solo lo scorso mese si contano 14 tra giornalisti e politici.
E come riporta sempre Dagospia a riguardo si legge ancora: “Anche a Daniela Santanchè nel 2019 era toccato finire nel mirino dell’anziano ex ermellino. Causa civile con richiesta di un risarcimento monstre di 150mila euro per nove interviste e dichiarazioni pubbliche da cui Esposito si era sentito ferito nell’onore e nel prestigio. Tra cui quella in cui il processo all’ex premier veniva definito un «processo indiziario tolto al giudice naturale». Dirottamento che, peraltro, emerge oggettivamente analizzando l’andirivieni del «fascicolo Berlusconi» negli uffici della Cassazione”.
Il giudice ha preso una chiara decisione. Come ripreso da Dagospia «è chiaro che espressioni come “colpo di stato” o “sentenza politica per eliminare Berlusconi” non fossero riferibili a fatti storici dimostrabili, ma fossero evocative di una gestione del potere giudiziario». E ancora «un pilastro dello Stato democratico e della effettiva possibilità per il popolo di esercitare la propria sovranità anche in ordine al controllo dell’esercizio del potere giurisdizionale».