News | Social | Spettacolo
Daniele Giannazzo: cercasi Roe disperatamente (INTERVISTA)
Daniele Giannazzo, web manager e creator conosciuto come Danineseries, presenta il suo ultimo libro Roe e l’ultima battaglia
Un momento d’oro per Daniele Giannazzo, che i frequentatori della Rete conoscono come Daninseries. L’esperto di serie TV, web manager e creator seguitissimo sui social ha un’agenda sempre più ricca d’impegni, che lo hanno già portato da première esclusive in giro per l’Europa fino alle ambite passerelle di eventi come la Mostra del Cinema di Venezia e l’ultimo Festival del Cinema di Roma. Ma per Giannazzo il periodo è ancora più roseo, perché da pochi giorni è in libreria il suo terzo romanzo in tre anni: Roe e l’ultima battaglia.
Il libro è il capitolo conclusivo di una saga che ha conquistato lettori di tutte le età. Gli stessi che ora, a gran voce, vorrebbero ne fosse tratto un film o una serie TV come quelle che Daniele ha sempre commentato online. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con lui dei suoi ultimi successi, e anche dell’uscita di Roe, in tutte le librerie dallo scorso 25 ottobre.
Intervista a Daniele Giannazzo
Tanti gli eventi che ti hanno visto protagonista negli ultimi mesi, anche lontano dall’Italia. È cambiato qualcosa nella tua attività?
“Nell’ultimo anno sono cambiate tante cose e gli impegni, è vero, si sono triplicati. Io sono rimasto lo stesso, quel che invece mi sembra sia diverso è l’atteggiamento di certi colossi del marketing che ora preferiscono puntare su creator come me (ma non solo), che creano contenuti di qualità, mirati, e possono contare su una solida fanbase. Sky, Netflix o piattaforme come TikTok sono stati i primi a capire di dover puntare sul contenuto anziché guardare al personaggio o il tronista di turno. Cosa che comunque molti altri media ancora fanno… Ma forse mi sto solo facendo castelli in aria! (ride, ndr)“.
Tra il red carpet di Londra per House of the Dragon e i Festival del Cinema di Venezia e Roma, quale ti ha regalato più emozione?
“Queste degli ultimi mesi sono state tutte esperienze pazzesche. La première di Londra è stato un Ferragosto decisamente alternativo, la prima europea di un titolo famoso a livello internazionale, con un’organizzazione impeccabile e la preziosa opportunità di conoscere il cast. A Venezia però l’emozione era dieci volte più alta, anzi ora posso dirlo: ero terrorizzato al pensiero di dover sfilare su quel red carpet. E non mi spiego il perché, visto che tra proposte di matrimonio e altri momenti discutibili alla fine la mia era una presenza meno stonata. D’altra parte Roma, senza togliere nulla alla solennità del momento, è quella che ho affrontato meglio: avevo più fiducia in me stesso”.
L’uscita di Roe e l’ultima battaglia
Ora però ti aspetta una cosa ancora più grande: l’uscita del terzo romanzo.
“Quella del libro, Roe e l’ultima battaglia, è più una liberazione! Nonostante sia il mio terzo libro in tre anni ho già sperimentato con mano l’effetto che ha sulle persone: entri in contatto con loro, crei un legame profondo basato su parole e sensi. A differenza dei fan che mi seguono sui social i lettori mi sono grati, provano del vero affetto, perché con il lavoro tocchi le loro corde più intime e private. Ho ricevuto diverse lettere in questi anni, messaggi profondi, e tra i più intensi c’è stata una ragazza che nell’ultimo anno è venuta a un firma-copie a Palermo e mi ha spiegato che sta vivendo una brutta esperienza in ospedale: quel briciolo di compagnia che ha trovato nel mio romanzo per me ha un valore inestimabile”.
Cosa ti rimarrà della saga di Roe, nella quale hai investito energie e che ha appassionato tante persone?
“Mi è difficile dirlo, perché è ancora presto: non l’ho ancora lasciata veramente andare e non credo lo farò mai, perché anche se dovessi cimentarmi in altri romanzi il mio obiettivo attuale resta quello di farne un film”.
Un film sulla saga di Roe
In effetti è un desiderio che condividi con tutti i tuoi lettori. Ci sono speranze che il sogno si realizzi?
“Credo di sì. Roe ha il potenziale per diventare realmente la nuova saga del prossimo decennio. E lo dico con cognizione di causa. Non da scrittore ma da addetto ai lavori, avendo recensito per anni serie TV e film. Le manca solo di finire nelle mani di qualcuno che abbia la lungimiranza di capirne il potenziale”.
Perché sei convinto che potrebbe funzionare?
“Da un lato perché penso di conoscere e anticipare ciò che funziona e potrebbe piacere al pubblico, dall’altro perché l’affetto che mi è stato dimostrato si trasformerebbe facilmente nel seguito che qualunque produttore si aspetta di ottenere da un progetto del genere.
Questa saga, che di base parla di un’adolescente, ha colpito generazioni diverse, a cominciare dai liceali, ma non solo. Uomini e donne dai 20 ai 35 anni sono andati pazzi per questo libro, che per qualcuno ha significato rivivere sentimenti e ricordi della propria adolescenza, ed è stato anche molto divertente vedere quello che io chiamo ‘il mio zoccolo duro di mamme’, donne di 40-50 anni, che si sono alternate con le figlie 15enni nella lettura dei romanzi scrivendomi a turno le loro impressioni sui social: è stato divertentissimo”.
Riassumici allora, in tre battute, Roe e l’ultima battaglia.
“Sarà più cupo, più epico e più ‘di cuore’ dei primi due”.
Piacerà anche ai tuoi haters?
“Fortunatamente i miei haters non sono moltissimi. Però sì, piacerà anche a loro. Perché va bene leggerne uno e sparare critiche, ma quando uno si spinge a leggere l’intera trilogia, di base la sua è ossessione ma forse anche un’affezione non indifferente…”.
a cura di Francesco Mori