Il discorso della cantante a Le Iene sul caso Dayane Mello

Elodie di recente è stata co-conduttrice de Le Iene accanto a Nicola Savino, puntata oltretutto in cui si è parlato del caso di molestie e violenze subite da Dayane Mello a La Fazenda. La cantante, dopo il servizio, ha fatto un lungo e bellissimo monologo che ha fatto il giro del web. Eccone alcuni stralci riportati da Il Fatto Quotidiano

“Io voglio parlare solo alle mie amiche e dire la mia con onestà perché non devo e non voglio spiegare niente a nessuno. Noi non dobbiamo mai sentirci in colpa. Non dobbiamo mai proteggere gli uomini perché gli uomini non sono i nostri figli e quando sbagliano è giusto che paghino”.

Oltre a far riferimento a Dayane nello specifico, poco dopo, Elodie ha riportato anche la sua personale esperienza legata al periodo in cui faceva la cubista in un locale:

“Quando facevo la cubista, il mio corpo era il colore, la scenografia del locale e io mi divertivo tantissimo. Ma bastava un solo sguardo, o un gesto fuori posto per farmi sentire sbagliata. Sono passati tanti anni e non è cambiato molto. Succede che mi dicano ‘Elodie, ma tu fai i balletti mezza nuda’. E allora? I corpi sono belli, mi piace essere guardata, ma tra ammirare un corpo e possederlo in mezzo c’è il consenso e il desiderio, che sono fondamentali. Vi siete mai chiesti cosa desidera una donna? 

C’è un’altra cosa che mi fa incazzare. Facciamo un esempio: per farsi accettare da un uomo, una donna ogni tanto non può dire con quante persone è stata a letto. Anch’io a volte ho fatto fatica a dire le mie cose ed è capitato a tutte sentirsi dire “non devi raccontare proprio tutto al tuo uomo”. Io mi domando: perché? Cosa devo nascondere? Da cosa lo devo proteggere? Di cosa ha paura? Del mio passato? Delle mie esperienze che sono le sue stesse esperienza? Ha paura di conoscermi davvero? Molti uomini vogliono dominarci, controllarci e difenderci, come se fossimo una loro proprietà” e ancora Elodie ha aggiunto:

“Io non voglio essere difesa, voglio essere compresa. Non voglio essere giudicata, voglio essere ascoltata, perché quello che sono vale e che ci ho messo tanti anni a diventare e di cui sono orgogliosa. Tutte le volte che abbiamo accettato il ruolo che qualcuno ha scelto per noi, siamo finite a fare da madri ai nostri compagni. Magari passiamo la vita a cercare di salvare qualcun altro. A me è successo tantissime volte, forse perché mi sentivo importante, perché in quel modo sentivo di avere un valore e di avere un senso nella vita. In realtà, quando decidi di dare tutto a un’altra persona, ti annulli, ti annienti e perdi la bellezza di dedicare il tempo a te stessa. Quindi non facciamolo, non dobbiamo sparire mai”.

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