Compie 40 anni e conosco Lapo Elkann ormai da 15. Lo vidi per la prima volta in Fiat a Torino nel 2003. Me lo presentò l’allora responsabile vendite GuidoBono. Fui molto colpito da quel ragazzo per la sua semplicità e per i suoi modi diretti e poco italiani. Mi diede subito del tu, senza avermi mai visto prima e sapendo che ero un consulente della sua azienda da diversi anni. Tra le prime cose che mi disse era che ci teneva molto all’azienda e che era disposto a qualsiasi investimento ai massimi livelli. Che aveva sentito parlare del mio lavoro, ma che voleva farsi un’idea diretta. Insomma, non proprio come capita in Italia, dove troppo spesso ci si forma i propri giudizi basandoli sul chiacchiericcio e sul sentito dire. Per diversi anni abbiamo collaborato e l’ho visto all’opera. Assistetti a quasi tutte le riunioni in cui già nel 2003 ipotizzava (allora lo prendevano per pazzo, ma aveva ragione lui!) di ridare vita a una versione moderna della mitica 500… Apprezzai la sua capacità di geniale visionario. Tra il 2000 ed il 2003 erano anni bui per la Fiat, gli anni dell’accordo poi saltato con General Motors e di modelli dal design non proprio riuscito come la Palio o la Seicento. Parallelamente alla sua vita di manager, Lapo aveva anche una vita privata e sociale movimentata. In quel periodo c’era l’amore per l’attrice toscana Martina Stella e i primi eventi Fiat che già occupavano le pagine dei giornali, conferendo freschezza al marchio Fiat che, soprattutto grazie a lui, tornava sulla stampa dopo molti anni come fenomeno di costume di un’Italianità che tornava a fare tendenza a livello internazionale.Onestamente non percepii mai quello che sarebbe emerso successivamente, e mi riferisco all’uso di droghe più che alle scelte private di vita. Lapo era (ed è) soprattutto un motivatore di gruppo. Chiamava alle 6 del mattino per criticare un articolo che non andava bene. Prima di tutto per lui veniva l’azienda. Dal 2004 furono bellissimi anni, in cui Lapo fece operazioni di grande successo come l’ideazione delle felpe di lusso a marchio Fiat, il rilancio del brand Lancia, la Grande Punto, la nuova Panda, le sinergie con istituzioni culturali importanti come la Triennale di Milano e tante altre iniziative. Nell’ottobre del 2005 successe lo scandalo che ben conosciamo: Lapo fu salvato per miracolo dopo una notte trascorsa con una persona trans. Fu un durissimo colpo per lui, e anche per il gruppo, proprio in un momento in cui il suo lavoro stava raccogliendo i primi frutti. L’impatto fu molto forte e il futuro di Lapo, inteso come industriale sì eccentrico ma comunque all’avanguardia, pareva compromesso da quei fatti. Lapo seppe invece reagire da lottatore in poco tempo e prendere una delle decisioni più importanti della sua vita, dimostrando carattere e certamente non autocommiserazione: fondò Italia Indipendent e iniziò la sua avventura da imprenditore. E il suo fu un trionfo internazionale. Insomma, in meno di un anno e a dispetto delle cattiverie, Lapo dimostrò di saper dare vita a un’azienda importante, di tendenza, apprezzata a livello internazionale. Certo, anche la sua vita privata si manteneva turbolenta: dopo la relazione con Martina Stella seguirono diverse fidanzate, tra cui si ricordano la lontana cugina Bianca Brandolini d’Adda, la miliardaria Kazaka Goga Ashkenazi, la modella tedesca Shermine Shahrivar e la showgirl brasiliana Magda Gomes. Erano rapporti molto intensi, molto veri. Spesso assistevo alle telefonate del rampollo Agnelli, scene di reciproche gelosie in cui Lapo rivelava il suo carattere possessivo. Lapo è così, una forza della natura. Un “ufo” in un certo mondo della finanza in cui i rapporti umani contano meno di zero, uno che ha sempre difeso la squadra e i collaboratori. Eli ha sempre scelti con un criterio assolutamente meritocratico. Anche dopo l’ultimo episodio, quellodel finto sequestro dello scorso novembre, Lapo ha dimostrato di saper rinascere. E chi lo dà per vinto,si sbaglia di grosso.

di –Klaus Davi

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