Torna il Festival del Cinema di Venezia: Barbara Fabbroni ci spiega come
Per la rubrica Cinema 2000 a cura di Barbara Fabbroni, il ritorno del Festival di Venezia con il film Le…
Per la rubrica Cinema 2000 a cura di Barbara Fabbroni, il ritorno del Festival di Venezia con il film Le sorelle Macaluso in lizza per il Leone d’Oro.
Arriva a Venezia 2020 Le sorelle Macaluso, un film che porta la firma di Emma Dante, una delle più interessanti registe italiane. Nata a Palermo, Emma Dante ha al suo attivo riconoscimenti e premi importanti che fanno di lei un nome di spicco nel panorama cinematografico e non solo. È anche scrittrice, e le sue opere sono pezzi significativi su cui riflettere.
È la sua ultima fatica dietro la macchina da presa. Sarà nelle sale dal 10 settembre distribuito da Teodora Film, dopo la presentazione alla Mostra di Venezia.
È la storia di una famiglia fuori dal comune, che entra ed esce dal buio con la facilità con cui si alternano giorno e notte. Cinque sorelle e la loro vita che si trama in un racconto dove si respira un’assoluta cultura matriarcale.
Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella sono loro le protagoniste di questa storia familiare. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle palermitane vissute tra le mura di un appartamento all’ultimo piano. È un andare e venire, è un fermarsi e un resistere all’accadere della vita, lì dove i sogni si sono, a uno a uno, spezzati, incrinati, interrotti.
Emergono dirompenti ricordi intrisi di sospesi, la disperazione per sogni infranti, le delusioni accumulate nel corso del tempo che complicano il loro coesistere.
Il trailer
Si apre con loro bambine che giocano in spiaggia, iniziano a ballare e trascinano grandi e piccini in un ballo lungo la spiaggia. C’è spensieratezza, allegria, voglia di vivere, ma non resta a lungo così. Le sorelle crescono, fanno esperienze diverse, si allontanano per poi tornare e nella loro casa d’infanzia i ricordi affiorano incessanti portando a galla antichi dolori, conti in sospeso, drammi, insoddisfazioni.
La storia potrebbe appartenere a migliaia di famiglie. Forse un po’ scontata, ma non sono scontati il sapore e i colori che la regista sa portare all’interno della pellicola. Il bianco e il nero della vita si amalgamano in un omogenizzato dal sapore del nulla, dove non c’è notte che non faccia intravedere il nuovo giorno ancor più contornato di insoddisfazione.
Tutto si tesse in una narrazione intensa, dolorosa, scottante, nostalgica e tagliente. La sceneggiatura ricama vissuti che si intrecciano l’uno all’altro in una corale e al tempo stesso disarmonica voglia di riscatto.
Ritorno al Lido
Per la Dante è un ritorno al Lido dopo sette anni. Vi approdò col film – opera prima – Via Castellana Bandiera nel 2013. Anche quella sua prima pellicola narrava il femminile in tutte le sue sfaccettature.
Per la regista il mondo delle donne, piccole o grandi che siano, è un mondo tutto da conoscere ed esplorare. Le sue pellicole sono intense vicende familiari che conducono all’interno dell’anima umana, dove non ci sono né filtri né maschere. È la vita nella sua essenza assoluta.
Il mondo femminile.
Nella pellicola, il mondo femminile è l’ispirazione più grande, contornata dalla quotidianità di un mondo che spezza i sogni di bambine piene di energia, così che diventano donne segnate dal rimpianto con gli sguardi che rubano baci sulle note di Meravigliosa creatura di Gianna Nannini.
La Dante dice del film:
“Tutto si ispira al racconto che mi fece un amico. Sua nonna, nel delirio della malattia, una notte chiamò la figlia urlando. La figlia corse al suo letto e la madre le chiese: ‘In definitiva io sugnu viva o morta?’. La figlia rispose: ‘Viva! Sei viva mamma!’. E la madre beffarda rispose: ‘See… viva! Avi ca sugnu morta e un mi dicìti niente p’un fàrimi scantàri'”. (“Sì, viva! Io sono morta da un pezzo e voi non me lo dite per non spaventarmi”).
Il cast
È eccellente: vi troviamo Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano.
La Dante, Giorgio Vasta ed Elena Stancanelli sono riuscite a costruire una sceneggiatura avvincente traendo spunto dallo spettacolo omonimo della stessa regista, acclamato in tutto il mondo.
Il testo e la sua rappresentazione sono stati premiati nel 2014 con due premi UBU (miglior regia, spettacolo dell’anno). Chissà se anche Venezia aggiungerà un premio…
La storia di queste cinque donne, di questa famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste, potrà stimolare nello spettatore una sorta di proiezione. Così si auspica la regista: “Spero che questa famiglia di donne di tre generazioni possa far affiorare i ricordi di noi bambine dentro le stanze dell’infanzia, dove strette da un legame fortissimo siamo state sorelle”. Certamente un’aspettativa significativa per una pellicola ancora tutta da scoprire.
a cura di Barbara Fabbroni