Le prime commoventi parole di Francesca Fioretti dopo la morte di Davide Astori
Francesca Fioretti dopo la morte di Davide Astori: il terribile ricordo di quei giorni di marzo Non possiamo nemmeno immaginare…
Francesca Fioretti dopo la morte di Davide Astori: il terribile ricordo di quei giorni di marzo
Non possiamo nemmeno immaginare cosa abbia provato Francesca quando le è arrivata quella terribile notizia. Oggi lei prova a parlarne, riferendo la forza che ha dovuto e deve ancora avere non solo per lei, ma anche per la figlia.
Il 5 marzo io ho accompagnato mia figlia a scuola e sono andata dalla psicologa dell’infanzia. La vita con Vittoria è stata dura, non le ha concesso nemmeno la meraviglia dei giorni insieme che Davide ed io abbiamo vissuto. Io so che non devo vivere il mio dolore attraverso di lei, non devo apparire triste né disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Davide, per quanto mi possa far soffrire, non deve diventare un tabù, qualcosa da nascondere, un vuoto da non pronunciare. Lei ha capito che lui non tornerà, ma lo abbiamo collocato in un luogo immaginario in cui è felice. Ora devo cercare di fabbricare le ali con le quali Vittoria possa volare nella vita. […]
Le mie lacrime ci saranno, e le condividerò con lei, ma dovrò fare in modo che lei comprenda che sono lacrime di disperazione. Sono lacrime di emozione, quell’emozione che solo i ricordi più belli possono creare. Insieme sapremo colmare il vuoto che si è creato riempiendolo con tutti i ricordi e le immagini di noi e del breve ma intenso periodo che abbiamo condiviso.
Francesca e Davide si sono conosciuti una sera di settembre del 2013. Lei era da poco tornata da Pechino Express e lui la fermò chiedendole com’era il Vietnam. Quello che poteva sembrare solo un strategia di rimorchio in realtà era vero interesse. Lui si fece dare il numero di lei da un amico e da quella notte per un mese le scrisse ogni giorno. E oggi tutti quei messaggi sono in una scatola chiusa.
Lì ci sono tutte le nostre chat del primo periodo. Non ho la più pallida idea del perché un giorno io mi sia messa a stampare tutte le chat dell’inizio della nostra storia. Sebbene sapessi che con il tempo si potevano cancellare, non avevo davvero motivo, allora, per doverle stampare. Eppure ho avuto questo pensiero e ho consumato due bobine di inchiostro della stampante di mio padre. Oggi, se penso che mia figlia da grande potrà leggere i messaggi con le tecniche di seduzione del papà, mi viene da sorridere.
Ma oggi Francesca e Vittoria devono ricominciare e tutto inizia con il trasferimento a Milano…